Benzema bis, Messi show Comandano Real e Barça
Riecco i padroni della Liga: i blancos spazzano via l’Eibar, Leo fa tre gol al Celta (due su punizione)
Classe 1987 al potere. Karim Benzema e Lionel Messi come portabandiera di Real Madrid e Barcellona, ieri a braccetto nel 4-0 esterno all’Eibar e nel 4-1 del Camp Nou al Celta, appaiate in testa alla Liga con una partita in meno, quel Clásico rinviato al 18 dicembre per timori di gravi disordini che ieri sul
Mundo sono stati rivelati: le frange estremiste dell’indipendentismo volevano impedire al pullman del Real Madrid di arrivare allo stadio e, in caso di fallimento, provocare un black-out al Camp Nou per bloccare la trasmissione del Barça-Madrid.
Karim c’è sempre
In attesa di vedere cosa succederà nel Clásico, Karim e Leo vanno avanti per la loro brillante strada. Il primo con i 2 gol segnati ieri (gli altri firmati da Sergio Ramos, al 17° rigore di fila trasformato tra club e nazionale, e da Fede Valverde, alla prima rete in Liga) con 9 gol è il Pichichi del campionato e sta mostrando una mostruosa continuità di rendimento. Il Real Madrid sembra uno yo-yo, sempre lì a far su e giù tra tormento ed estasi, basti pensare che solo tre settimane fa dopo la sconfitta di Maiorca il portoghese José Mourinho veniva dato vicinissimo alla panchina di Zinedine Zidane da scriba vicinissimi alla cupola della Casa Blanca, leggi il presidentissimo Florentino Perez. Benzema intanto non sbaglia un colpo. Da quando è andato via CR7 in 68 partite ha fatto 41 gol e 13 assist, unico dei suoi a mostrare un rendimento altissimo e sempre costante.
Solo Lionel
Ma se Benzema in questo improvviso risveglio del Real Madrid, 10-0 tra Galatasaray ed Eibar in 3 giorni, capace di portarsi sul 3-0 in mezzora in tre delle ultime 4 partite, Courtois imbattuto da 533 minuti (quasi 6 partite e record personale), è accompagnato dall’esplosione di Rodrygo (ieri a riposo), dalla crescita di Eden Hazard, dal ritorno di Modric, dalla solidità di Casemiro e l’uruguayano Fede Valverde, Messi tiene su i suoi praticamente da solo. Il Barça è lui, dipende da lui.
Rabbia da gol
Prendiamo l’imperfetto 4-1 di ieri contro il Celta, che al Camp Nou presentava un nuovo allenatore, l’ex blaugrana Oscar Garcia. Messi ha portato in vantaggio il Barça su rigore. Poi ha perso un pallone in mezzo al campo e il puntiglio di volerlo recuperare lo ha portato a fare una scivolata al limite dell’area di Ter Stegen. Entrata pulita, l’arbitro si è sbagliato e ha fischiato la punizione per il Celta e ha ammonito Leo, che se l’è presa tanto tanto. Rabbia che è cresciuta perché quella punizione Olaza l’ha sbattuta nella porta del Barça, pareggiando. A cavallo dell’intervallo, al Celta hanno fischiato due falli in posizione pericolosa: Messi ha battuto entrambe le punizioni, e ha fatto due gol. Due pennellate quasi identiche, due capolavori disegnati con una semplicità disarmante, come se si trattasse di tiri liberi nel basket. Nel finale l’inusuale rete di Busquets. Leo ieri ha raggiunto le 34 triplette segnate da Ronaldo in Liga, ed è arrivato a 52 gol su punizione in carriera. Ronaldo è a 54, ma da quando è arrivato alla Juve è bloccato: 0 reti nonostante i 29 tentativi. Leo ha segnato 9 gol nelle ultime 7 apparizioni, e soprattutto 6 degli ultimi 8 gol del Barça, squadra in difficoltà aggrappata al suo messia. Al Camp Nou finché c’è Messi c’è speranza. A Madrid Benzema sembra aver trovato finalmente compagnia.