La Gazzetta dello Sport

JUVE-MILAN IMPERDIBIL­E

Sarri per il primato Pioli da rilancio punisce Kessie

- di Bocci, Della Valle, Licari

Pensieri opposti ma che sfide: da Cuadrado-Hernandez a Ronaldo, che dovrebbe esserci, contro Donnarumma I bianconeri devono vincere per tornare davanti all’Inter

Se la Juve che gioca così così si trova lassù in campionato, e già agli ottavi di Champions, cosa succederà quando giocherà bene? Domanda alla quale il Milan preferireb­be non dover rispondere, stasera all’Allianz, dal baratro dei 16 punti in meno dei bianconeri. Una crisi che ha obbligato al cambio anticipato del tecnico e che mette in pericolo un futuro al quale servono, urgentemen­te, soldi da un’Europa oggi lontanissi­ma. Quante chance può avere questo Milan in cerca d’identità e reduce dal k.o. con la Lazio? Quante chance con Pioli che viaggia a una media più bassa che di Giampaolo (ma almeno sta facendo vedere idee)? Di fronte una Juve che pare invincibil­e, più solida che edonista, e che al suo potenziale unico in Europa ha appena aggiunto Douglas Costa.

Milan-Juve 9-3

Un tempo Juve-Milan era lo scontro scudetto, era Lippi-Capello Anni 90, era Conte (bianconero)-Allegri (rossonero) nell’ultimo decennio. L’allora a.d. Giraudo indicava nel Milan il modello cui aspirare. Il dominio ininterrot­to dei bianconeri comincia proprio con il sorpasso nel 2011-12: sportivo, societario, d’immagine. Da allora la forbice s’è allargata spaventosa­mente. Otto scudetti, due finali di Champions (perse, ma sempre finali), quattro Coppe Italia e quattro Supercoppe per i bianconeri del ciclo Conte-Allegri. Contro una Supercoppa per i rossoneri che, nello stesso periodo, hanno cambiato nove tecnici (Allegri, Tassotti, Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic, Brocchi, Montella, Gattuso, Giampaolo, Pioli). Nove panchine a tre, compreso Sarri, è l’unico indicatore nel quale il Milan è in vantaggio.

Sarrismo e nobiltà

Sarri e Pioli non sempre sanno cosa fare. In senso diametralm­ente opposto. L’ex Chelsea si ritrova una ventina di titolari quasi tutti interscamb­iabili e, paradossal­mente, non è facile decidere: una vera scommessa per lui che ne schierava 13-14, un ideale esame di laurea. Da maestro di schemi e situazioni tattiche a tecnico completo e, senza che sia un’offesa, gestore. Anche dal punto di vista della comunicazi­one l’ambiente juventino sembra averlo maturato. Il sarrismo s’è visto a strappi, con il Napoli, l’Inter, l’Atletico, mai per 90’, ed è comprensib­ile. Com’è logico che la sua manovra di possesso e scambi verticali sia diversa da quella del Napoli, e del Chelsea, perché diversi sono gli interpreti. Stasera Bentancur sembra in vantaggio su Ramsey per il ruolo di mezzala: il gallese è il più intelligen­te dei centrocamp­isti, uno che all’occorrenza potrebbe fare il play. Davanti, probabile rientro di Bernardesc­hi, più Ronaldo (al quale sarà bene risparmiar­e impegni meno pregiati), più uno tra Dybala e Higuain, più Douglas Costa pronto a “spaccare “dalla panchina. Che nobiltà...

Una scala a… Pioli

Neanche per Pioli è sempliciss­imo fare scelte. Dal “ritornante” WM, o 3-2-2-3, contro il Lecce, si è tornati a un più classico 43-3, sebbene uno degli esterni sia sempre più “alto”. Ma una difesa a tre sarebbe forse andata in difficoltà stasera contro i tre attaccanti. Inferiore al momento in quasi tutti i ruoli, Donnarumma escluso, al Milan non resta che contare sulla spinta feroce di Hernandez, che a sinistra incrocerà Cuadrado, nella sfida tra gli esterni più offensivi del campionato, e sull’imprevedib­ilità di Calhanoglu, il migliore da quando c’è Pioli. Si sono viste belle cose in queste quattro partite, ma anche tanta fragilità e squilibrio. Più che un centravant­i, o un centrocamp­ista, quello che manca è un leader che prenda in mano la squadra. La Juve ne ha fin troppi, al Milan sarebbe bastato uno come Tonali.

Da Higuain a Caldara

La differenza tra Juve e Milan è anche nelle sorti alterne di chi ha cambiato maglia. Bonucci al Milan sembrava quello delle “bonucciate” del primo anno bianconero. Oggi è tornato quello per cui Guardiola farebbe follie. Higuain, isterico e sconclusio­nato in rossonero, espulso contro la Juve, oggi sorride anche in panchina, ma quando entra è il centravant­i arretrato ideale per sua maestà Ronaldo. Il povero Caldara non riesce invece a tornare quello dell’Atalanta: e Pioli sa quanto avrebbe bisogno della sua regia difensiva pulita e dei suoi gol.

Soldi e gol

Oggi i risultati hanno bisogno di assist dalla fascia e dal bilancio. La Juve è arrivata a un fatturato di quasi 500 milioni: con un passivo di 40, e un debito di 460, ricapitali­zzerà per 300 milioni. Un altro stop in Champions sarebbe pericoloso, ma ormai è entrata nel giro top di Real, Barcellona, City, dal quale non si torna indietro senza farsi male. Il Milan ha un deficit di 146 milioni, che avrebbe conseguenz­e anche tornando nelle coppe, e quindi un bisogno disperato di Europa della quale, però, sarebbe stato meglio non parlare per evitare spiacevoli rimbalzi negativi. Non è la “Juve dominante” il rivale migliore per invertire la tendenza: anche un pari, stasera, avrebbe il sapore dei tre punti. O forse no?

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(Foto: Ronaldo e Donnarumma)
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