La Gazzetta dello Sport

Paolo Rossi «Ibra torna rossonero? Non serve...»

- di Fabrizio Paladini ANSA

Pablito a lezione di tolleranza. Tre giorni alla New York University di Abu Dhabi a parlare, con il suo amico e compagno Marco Tardelli, con Francesco De Gregori, con il giudice antimafia Giuseppe Ayala, ad oltre 800 ragazzi di tutto il mondo arrivati qui con “Associazio­ne Diplomatic­i”, la scuola di formazione per ragazzi che vogliono intraprend­ere la carriera di relazioni internazio­nali. L’associazio­ne, una ONG dell’Onu, è leader mondiale del settore ed è una realtà italiana fondata dall’imprendito­re catanese Claudio Corbino che ogni anno organizza forum in varie parti del mondo puntando molto sulla

presenza dei campioni dello sport come speciali comunicato­ri proprio con i giovani. Paolo Rossi sembra l’eterno ragazzo e ben si concede a universita­ri e liceali a cui dispensa selfie e sorrisi. Ma fa di più: scende in campo anche come cantante visto che De Gregori ha proposto a lui e a Tardelli senza faticare troppo a convincerl­i - di cantare nel corso del concerto che c’è stato nel teatro dell’NYU per i ragazzi e la comunità italiana degli Emirati “La storia siamo noi”. E anche oggi, come allora, il rapinatore d’area di rigore ha fatto centro.

3 Perché insegnare la tolleranza? «Perché è necessario. I tempi lo richiedono. Vedere questi ragazzi portati qui da Associazio­ne Diplomatic­i è un po’ vedere il mondo come lo sogniamo. Un mondo unico, dove si può entrare, senza barriere. Il loro esempio è bellissimo: sono diversi ma uniti, lottano per cambiare il mondo. E io sono convinto che ci riuscirann­o»

3C’è razzismo negli stadi?

«Sì, ed è una vergogna. Vuol dire che non abbiamo una cultura sportiva e allora dobbiamo insegnare ai ragazzi questi valori. La Federazion­e deve fare la sua parte, i club la loro, i giocatori in campo la loro. Vorrei che tutto lo stadio si alzasse ed applaudiss­e il giocatore insultato dai pochi. Vorrei che tutti i giocatori facessero lo stesso. Pensi che immagine daremmo a quei pochi deficienti razzisti per cui ancora il colore della pelle fa la differenza».

3 Ibrahimovi­c al Milan, è quello che ci vuole?

«Non so se sia probabile che torni. E’ un giocatore che ha fatto una carriera straordina­ria ma non potrà essere lui a risolvere i problemi del Milan. Mettono una toppa da una parte ma l’acqua esce da tante altre. E’ un investimen­to non utile per il futuro ma solo per i prossimi sei mesi. E allora a cosa serve? Sì, può dare qualcosa, ma il Milan ha molti problemi. Non sono un dirigente del Milan ma credo che ricostruir­e le squadre sia difficile. Giampaolo era una scelta coraggiosa ma poi devi dargli tempo di esprimere le sue idee. Ora devono traghettar­e la squadra verso una classifica tranquilla e mettere le basi per il futuro».

3Le società gestite dall’estero hanno questi problemi?

«La gestione di una società costa tantissimo. Dopo imprendito­ri come Berlusconi e Moratti, dopo gli Agnelli, è difficile far quadrare i conti e vincere. I gruppi internazio­nali arrivano ma non lo fanno né con passione né con amore. L’Inter intanto ha fissato alcuni paletti giusti, ha messo le persone giuste al posto giusto».

3Eppure Conte ha protestato con la società…

«Ma Conte fa il mestiere suo. Tutti vorrebbero giocatori importanti, se io allenassi l’Inter farei lo stesso. Lui capisce che rispetto alla Juve c’è da colmare il gap. Se vuoi vincere devi fare di più. Oggi la Juve è una squadra a parte. Ha due squadre entrambe fortissime. Il gioco di Sarri ancora non si vede appieno e intanto vince perché ha grandi campioni e nel calcio di oggi vince solo chi ha grandi campioni. Quando arriverà il sarrismo, sarà ancora più bella da vedere perché lui rappresent­a la vera novità. Ma ci vuole ancora tempo».

3Un Paolo Rossi 2.0?

«Immobile e Belotti sono le punte giuste e guai a sottovalut­arli. Sono diversi da me come caratteris­tiche ma non serve un nuovo Paolo Rossi, serve uno che la butti dentro e loro lo sanno fare».

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 ??  ?? Pablito Cresciuto nelle giovanili Juve, è stato in prima squadra dal 1973 al ‘75 (solo 3 gare in Coppa Italia) e dall’ 81’82 al 1985. Al Milan la stagione ‘85-86
Pablito Cresciuto nelle giovanili Juve, è stato in prima squadra dal 1973 al ‘75 (solo 3 gare in Coppa Italia) e dall’ 81’82 al 1985. Al Milan la stagione ‘85-86

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