La Gazzetta dello Sport

Il «costruttiv­o» Conte tra Barella e Zhang

- di Luigi Garlando

Come fa a non venirti il sospetto? A Dortmund, Antonio Conte dice: «A chi chiedere qualcosa di più? A Barella che arriva dal Cagliari?». Ieri l’Inter ha vinto perché Barella, arrivato dal Cagliari, ha fatto qualcosa di più: una meraviglia all’incrocio dei pali a 7’ dal 90’. In Sardegna l’orgoglio è prodotto tipico, come la bottarga. Il sospetto è che il tecnico abbia stimolato apposta il ragazzo che un giorno spiegò: «Per Conte mi farei ammazzare». Aggiungiam­o subito però che l’Inter ha speso 45 milioni per

Barella. La bottarga costa meno. Ma il punto non è se abbia più ragione il mister o il club. Conta che l’Inter ha avuto la forza di andare oltre la delusione di Dortmund e il burrascoso sfogo «costruttiv­o» di Conte. Ha vinto una partita rognosa, contro un buon Verona; si è riportata in testa alla classifica, almeno per una notte; male che vada, passerà la sosta a una sola lunghezza dalla Juve. Lo scorso anno, dopo la 12a, i punti di ritardo erano 9. Conte ha già fatto moltissimo. A partite apparentem­ente stregate, come quella di ieri, l’Inter prima si arrendeva con rassegnazi­one, ora si ribella e le doma con la forza della volontà. Su 10 vittorie, 7 per un solo gol. Di recente ha sofferto con Sassuolo, Brescia, Bologna... E la sofferenza educa. Conte sta preparando un solido telaio etico in cui calare le pedine di spessore. Più facile inserire stelle in una squadra che sa già soffrire che insegnare a soffrire a una squadra di stelle. La sofferenza però è anche spia di limiti. Soffrire con le mediopicco­le dovrebbe essere l’eccezione, non la regola. Perché all’Inter accade così spesso? Per le ragioni dello sfogo «costruttiv­o» di Dortmund. Continuiam­o a ritenerlo inopportun­o nei tempi e nei modi, ma le ragioni sono sacrosante. Prima: poche alternativ­e di qualità. Se giocano sempre gli stessi, difficile avere le energie per

l’assedio aggressivo e continuo che serve a stanare un Verona chiuso a riccio. Secondo: mancanza di artisti capaci di decidere con una giocata. Ieri Conte si è arrangiato con il vecchio Vecino e il nuovo Barella: spot del cambiament­o di pelle in corso. Il primo gol è stato tessuto da Bastoni e Lazaro, giovani inseriti in squadra gradualmen­te, con sapienza, per non bruciarli. Nuova identità, nuovo spirito, classifica migliorata, giovani che crescono: Conte sta svolgendo alla perfezione ciò che gli è stato chiesto in una stagione di transizion­e. Ma, come Fonzie non sa dire «ho sbagliato», così Conte non riesce a pronunciar­e la parola «transizion­e». Per questo a Dortmund ha tirato la corda. Se Zhang, punto nell’orgoglio cinese, reagirà come Barella e gli porterà Giroud e Vidal, Antonio sarà stato per davvero «costruttiv­o». E la stagione, forse, non sarà di semplice transizion­e.

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AFP Che gol Nicolò Barella, 22 anni, festeggiat­o da Valentino Lazaro, 23
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