Azzurrini, un tris che piace Islanda colpita e affondata
Partenza lenta, poi è soltanto Italia: nel primo tempo la sblocca Sottil, nel finale doppietta di Cutrone
Molto è in quell’abbraccio stretto stretto a fine partita. È un cerchio solido e compatto, che racchiude i valori di questa Under 21. Insieme siamo più forti, spiega a fine partita il c.t. Nicolato: la sua squadra lo aveva già dimostrato in campo. Perché esprime la voglia di aiutarsi, di rincorrere dopo un errore, di star vicini al compagno che sembra in difficoltà. Come nel caso di Cutrone, che dopo pochi secondi potrebbe chiudere in anticipo la questione dopo il vantaggio firmato Sottil e invece sbaglia un gol a porta spalancata: Locatelli, il capitano, gli regala un altro paio di assist, niente; ma l’Italia insiste – insieme siamo più forti – e nel finale il Cutro si sblocca. Di più, fa doppietta. E così dà le giuste dimensioni alla vittoria sull’Islanda.
Difesa e fortuna
È la terza in quattro partite di qualificazione all’Europeo in cui gli azzurri non hanno ancora preso gol. Dato non marginale. Perché stavolta mancava l’airbag della difesa, il Bastoni che studia all’Università Contiana. Al suo posto? Gabbia, zero minuti stagionali, ma 95’ senza macchia con l’Under. Certo, all’inizio è servito un grande Carnesecchi – paratone su Thorsteinsson e Gudjohnsen – e un po’ di fortuna – palo di Finsson – quando l’Italia ha dovuto trovare il proprio equilibrio difensivo sul centrosinistra. Ma poi è stato a lungo un monologo. Fatto di pazienza e di una tela intessuta continuamente da Locatelli e Carraro a centrocampo.
I motivi
Con l’Islanda densa e corta, non è stato semplice trovare varchi. Serviva aumentare la velocità dei triangoli in uno spazio ristretto di campo, con percentuale di errore che si alzava. Ma l’1-0 è arrivato dopo un doppio cambio di gioco – sinistra-destra e poi destra-sinistra - e con la partecipazione di tutto il tridente: palla dentro di Sala, cross di Cutrone, ponte aereo di Pinamonti, irruzione di Sottil. Decisivi anche i cambi della ripresa, sempre per quel discorso dell’insieme: Adjapong ha aggiunto sprint, Scamacca i dribbling sulla trequarti. E il castello islandese è crollato definitivamente. Nel finale anche animi caldi: papà Gudjohnsen espulso dalla panchina dopo la scena quasi muta del figlio in campo, Maistro (al debutto come Esposito) ammonito, un principio di rissa sul fischio finale. Ma quell’abbraccio azzurro lascia fuori tutto il resto.