Mario triste e solo Il vecchio leone è al passo d’addio
Deluso dalla Juve, si allena senza compagni Ora aspetta lo United, già rifiutato in estate
Il calcio è un mondo strano dove tutto si capovolge in fretta. Più o meno un anno fa (11 novembre) Mario Mandzukic festeggiava il gol vittoria segnato al Milan e la nona presenza in A (su 12 partite giocate). Mario era l’imprescindibile per Massimiliano Allegri: stimato dall’allenatore, idolatrato dai tifosi, vicino a un rinnovo da top che nella sua testa lo avrebbe trattenuto a Torino fino a fine carriera. Invece in pochi mesi tutto è cambiato: Mandzukic ha prolungato (2021) e aumentato lo stipendio, ma quel nuovo contratto è diventato una prigione dorata. Con l’arrivo di Maurizio Sarri in panchina sono cambiate le gerarchie e Mario è diventato un esubero di lusso, con un ingaggio alto (6 milioni all’anno) di cui la Juventus ha deciso di liberarsi dopo alcune entrate “pesanti” (come De Ligt). Da idolo a fantasma il passo è stato breve: Mandzu ora s’allena alla Continassa in solitudine e spera di poter tornare presto a fare ciò che più gli piace: tirare calci a un pallone. Sullo sfondo c’è sempre il Manchester United, il club che ha rifiutato quest’estate e che continua a corteggiarlo. Anche Mario adesso ha cambiato idea, perché ha capito che l’addio è l’unica strada. Potrebbe volare in Inghilterra già a gennaio, così si chiuderebbe una situazione pesante per tutti e anche un po’ imbarazzante.
Fuori rosa per scelta
Mario è pur sempre un vice campione del Mondo (con la Croazia) e ha sbaciucchiato una Champions (col Bayern). È stato suo l’unico gol realizzato dai bianconeri nell’ultima finale di
Coppa (persa a Cardiff col Real): una rovesciata che la Uefa ha scelto come gol del 2016-17. Quest’anno invece è finito fuori dalla lista Champions e in sostanza pure fuori rosa, anche se è giusto precisare che si tratta di una decisione condivisa con il club: quando ha capito che non rientrava nei piani del tecnico,
Mario ha capito che per lui era meglio allenarsi a parte.
Vita da eremita
Mandzukic ormai si è abituato a questa triste monotonia: ogni giorno svolge il suo programma personalizzato, seguito a turno da un preparatore bianconero. Fa orari diversi rispetto ai compagni, che non incontra mai: appena finito fila dritto a casa, dove lo aspetta la compagna Ivana. Di recente ha sofferto molto per la morte di Leni, il carlino che aveva da 10 anni e che trattava come un figlio. A Torino nessuno lo ha più visto: usciva pochissimo già prima (qualche rarissima puntata al ristorante “Catullo”, l’unico frequentato in questi anni), figuriamoci ora. Ha abitato a lungo a Moncalieri, nell’ex casa di Arturo Vidal, in una zona isolatissima, ultimamente però aveva deciso di trasferirsi in una casa più grande, perché pensava di restare alla Juve per sempre. E invece no: è ferito e amareggiato per il comportamento del club, ma ha scelto il silenzio. Avrebbe preferito che Paratici gli avesse comunicato a inizio estate l’intenzione di cederlo, invece si è ritrovato improvvisamente sul mercato a luglio.
United, ancora tu
Dopo il nulla di fatto con Dybala, la Juventus aveva trovato l’accordo con lo United per la cessione del croato nelle ultime ore del mercato inglese. Mandzukic però ha detto no, perché non voleva decidere il suo futuro così in fretta. Ora tutto è cambiato: con Madama la frattura è diventata insanabile e Mandzukic a gennaio è pronto a dire addio, accettando anche un ruolo di seconda linea allo United. Avrebbe preferito uscire di scena in un’altra maniera, magari con un ultimo saluto ai tifosi, ma ormai si è rassegnato: certe cose non s’aggiustano.