La Gazzetta dello Sport

Bonera, una vita in difesa «E ora vi dico: dateci tempo»

L’ex è nello staff del Milan: «Ibra un campione, Reina un esempio Abbiamo tanti giovani, dura adattarsi in fretta al cambio tecnico»

- di Alessandra Bocci- MILANO

Dai tetti di Atene e Yokohama allo scudetto con Allegri, dal declino rossonero alla Spagna e ritorno. Daniele Bonera ha 38 anni e ha già vissuto molte vite nel calcio. Ora ha scelto di allenare. E’ stato nello staff di Giampaolo, è l’unico rimasto anche nel gruppo di Pioli.

Bonera, dopo anni nel Villarreal che cosa l’ha convinta a tornare al Milan?

«Il Milan. Con il legamc che ho avuto con il club, era difficile rifiutare. I milanisti conservano la passione, la stessa che spinge un pubblco numerosiss­imo a seguirci nonostante i risultati non brillanti». Ecco, appunto. Si parla di tanti errori individual­i in difesa. Lei da ex difensore ha i titoli per parlarne. «Bisogna migliorare ancora, alzare il livello di attenzione anche nel finale. E’ una squadra giovane, ovvio che ci voglia tempo. In pochi mesi sono arrivati due allenatori, diversi metodi di lavoro, due modi di pensare a livello difensivo».

In che senso?

«Con Giampaolo si pensava più alla palla, con Pioli si va sul pratico e si pensa anche al piazzament­o dell’uomo. Ma il lavoro di qualsiasi tecnico va riconosciu­to. Giampaolo non ha avuto il tempo che gli sarebbe servito, ma in un club come il Milan il tempo non è mai molto. E il lavoro di Pioli dopo poco più di un mese non è ancora valutabile».

Vede giocatori confusi, poco felici, come si dice in giro?

«Non stiamo parlando di una galera. Al Milan si sta bene, anche se al momento i risultati non sono positivi. Vedo ragazzi che si impegnano tantissimo. Molti sono davvero giovani, a vent’anni ci vuole tempo per adattarsi ad altri mondi».

Siete preoccupat­i per la situazione in classifica?

«Se preoccupar­si significa occuparsi prima, credo che sia giusto. Dobbiamo utilizzare il tempo per crescere, ma non ho mai visto uno dei ragazzi tirarsi indietro davanti alla fatica».

Lei ha giocato con Ibrahimovi­c, che tipo è? «Un campione».

Un giocatore del Milan attuale che l’ha sorpresa?

«Dico un nome che mette d’accordo tutti: Pepe Reina. Un esempio per come lavora e per come si pone, ogni giorno».

A proposito di portieri, che consiglio darebbe a Donnarumma?

«Da tifoso e innamorato del Milan, di restare con noi. Ma ha uno staff e una famiglia che lo consiglian­o».

Ha vinto con il Milan di Ancelotti, che torna con il Napoli, e con quello di Allegri. Due tecnici che si somigliano? «Forse per il modo di gestire la squadra. Fare l’allenatore significa cercare di giocar bene, gestire i giocatori, motivarli. Tante sfaccettat­ure, per questo è un lavoro che mi interessa».

La sorprende Gotti che non vuole fare il primo allenatore?

«Non lo conosco di persona, avrà le sue ragioni. A me fare il primo piacerebbe. Certo, un conto è stare dietro le quinte, davanti è diverso e dovrò organizzar­e il mio bagaglio. Però ho voglia di provare, poi bisogna vedere se sarò capace».

Bonera, che cosa servirebbe a questo Milan?

«Pazienza, che nel calcio è merce rara. Ma stiamo provando a fare meglio, ogni giorno».

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LAPRESSE Lavori in corso Daniele Bonera, 38 anni, con Stefano Pioli, 54

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