La Gazzetta dello Sport

ALL’ASSALTO!

BOLGIA A SAN SIRO BARÇA: MESSI A CASA LUKAKU-LAUTARO, SERVE L’IMPRESA

- di Clari, Garlando, Laudisa, Stoppini

Catalani rimaneggia­ti, ma con Suarez e Griezmann. I gemelli di Praga a caccia degli ottavi, per evitare l’odissea in Europa League e far bottino in vista del mercato di gennaio

Ecco la Notte. San Siro esaurito, 72 mila anime, record d’incasso da quando si gioca a calcio in Italia: quasi 8 milioni di euro. Polverizza­to il primato precedente (6,5) dell’ultimo Inter-Juve, In campo il Barcellona che ha vinto 3 Champions e 3 Mondiali negli ultimi 10 anni; la squadra di Re Messi dai 6 Palloni d’oro (anche se non c’è) e del Pistolero Suarez (che c’è), reduce da un gol di tacco che è già storia. Tutto è così grande attorno all’Inter che il cuore si gonfierà da solo, senza bisogno che Conte lo pompi. Ma il cuore andrà tenuto a freno, da solo non basterà. Meglio ricordare che oggi a Stoccolma si assegnano i premi Nobel ai cervelloni. Quello servirà: il cervello.

E’ sempre il Barça

Per non fidarsi della versione dimessa annunciata da Valverde, per esempio. Messi, Piquet e Sergi Roberto sono rimasti a casa, con gli infortunat­i Jordi Alba, Dembelé, Arthur. In porta andrà Neto, ex Juve e Fiorentina, al debutto stagionale. I centrali difensivi potrebbero essere Umtiti e Todibo, 6 gettoni in due nella Liga attuale. Uno tra De Jong e Rakitic dovrebbe stare in panca. Tutto vero, ma è anche vero che ci sarà Vidal, che muore dalla voglia di farsi desiderare dall’Inter e già al Camp Nou le fece male. Ansu Fati (17 anni), pronto a entrare, e Carles Aleñá (21) sono bambini, ma d’oro. Fati, a 16 anni, è diventato il più giovane marcatore nella Liga della storia del Barça. Forse era meglio affrontare titolari demotivati piuttosto che ragazzini affamati di gloria e di futuro, che in una cornice eccitante, come sarà quella di San Siro, potrebbero esaltarsi. Frankie De Jong ha solo 22 anni, ma 10 presenze in Champions più del vecchio Borja Valero (34 anni). Meglio non fare troppo affidament­o sulla presunta ingenuità del Barcellona rimaneggia­to, che sparerà con le colt d’oro del Pistolero Suarez e con il campione del mondo Griezmann. Per costituzio­ne tattica ed eccellenza di individual­ità, Valverde metterà in campo comunque una formazione in grado di palleggiar­e e fare possesso, soprattutt­o in quella zona mediana dove Conte è in eterna emergenza. Anche con le riserve il Barça non creerà meno problemi di quelli che ha creato la Roma dei titolari. Anche qui servirà cervello, per non farsi condiziona­re dal ruggito appassiona­to di San Siro: attaccare con criterio, senza caricare a testa bassa dal primo minuto. Serviranno lucidità e freddezza per gestire i momenti di difficoltà del match che non mancherann­o. Il glorioso precedente della semifinale Champions 2010 può far scuola. Pedro portò in vantaggio i catalani a San Siro e la strada per la finale di Madrid si ridusse a un viottolo di campagna. Invece di avvilirsi, l’Inter si scatenò. Giocò la miglior partita dei suoi ultimi 10 anni, prese a pallate Guardiola e segnò tre volte.

Lu-La piena

Ok, i nomi dei marcatori segnalano la distanza tra due epoche imparagona­bili: Sneijder, Maicon, Milito. Un esterno della qualità di Maicon, Conte non ce l’ha. La forbice tra il brasiliano e D’Ambrosio-Biraghi, che stasera dovrebbero spingere in fascia, è abbastanza ampia. Conte non ha neppure un rifinitore di classe e gol all’altezza di Weslej Sneijder. Senza Barella e Sensi, che incantaron­o nell’incrocio d’andata, Conte è costretto a precettare ancora una volta Borja Valero e a sperare nella sua tenuta atletica, dopo una serie di prove ravvicinat­e. E ancora una volta, il destino dell’Inter passerà dalla luna di Brozovic e dalla sua capacità di reggere il confronto con i palleggiat­ori catalani. Ormai, la gestione dell’emergenza sta diventando la routine per Conte. Ma in attacco non è messo male, a patto che Lukaku e Lautaro, dopo il passaggio a vuoto con la Roma, tornino i gemelli di Praga. E’ la condizione necessaria per l’impresa. Il Toro colpì quasi subito al Camp Nou alimentand­o il desiderio di Messi di portarselo in spogliatoi­o. Lukaku non c’era e in questi mesi è diventato un altro: più forte atleticame­nte e pi ù utile tatticamen­te. Godin, De Vrij e Skriniar dovranno ripetersi sui livelli di sabato scorso. Brozo e Borja dovranno ispirare. Ma, alla fine, a decidere, devono essere quei due, scatenati, sincronizz­ati, spietati come a Praga. Perche si può solo vincere. Improbabil­mente arriverann­o regali da Dortmund. E per vincere servono i gol e una notte di Lu-Lula piena.

Per il campionato

Qualificar­si agli ottavi vorrebbe dire anche guadagnare competitiv­ità sul mercato (in ballo oltre 30 milioni Uefa) e in campionato, perché l’entusiasmo è carburante che fa volare. Al contrario, l’odissea in Europa League rosicchier­ebbe energie a una rosa già poco profonda. Il ricordo della beffa del PSV all’ultima giornata del girone nella Champions scorsa è un fantasma che agita ansia. Ma un anno fa non c’era il miglior nerazzurro di questo inizio di stagione, per distacco: Antonio Conte.

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