La Gazzetta dello Sport

C’è il Leverkusen, CR7 prepara l’attacco

I club tedeschi vittime preferite: nessun Paese è stato “colpito” quanto la Germania

- Di Filippo Conticello

GERMANIA

FRANCIA

INGHILTERR­A

OLANDA

UCRAINA

SPAGNA

TURCHIA

PORTOGALLO

SVIZZERA

DANIMARCA

BULGARIA

NITALIA

SVEZIA

CIPRO

RUSSIA el cuore della Champions Cristiano ha sempre governato come un imperatore austro-ungarico: conquistat­ore illuminato, accumulato­re vorace di terre, coppe, record. Le ultime fatiche farebbero pensare a una lenta ritirata dal campo di battaglia, ma è solo un’illusione dei nemici: Ronaldo è convinto di poter dominare ancora per un po’. Tra l’altro, la competizio­ne che più ama è il trampolino su cui saltare giù da domani: dalla Coppa riparte l’assalto al regno appena perduto. Le notti europee hanno infatti deciso l’ultimo Pallone d’oro, finito all’arcinemico argentino e andato di traverso alla stella bianconera; le notti europee deciderann­o anche il prossimo ed è bene stupire la platea fin da subito. E pazienza se per la Juve in palio ci sono solo briciole. Nonostante la qualificaz­ione e il primo posto già al caldo, Ronaldo difficilme­nte rinuncerà alla nuova campagna di Germania. A meno di riposi forzati all’ultimo minuto oggi volerà con i compagni verso Leverkusen. Tornerà in un Paese che ha regalato spesso successi: da sempre, quando muove le truppe contro i club tedeschi, Cristiano diventa un Kaiser.

Crisi alle spalle

Nessun altro Paese possiede così tanti club maltrattat­i in Champions: alle squadre tedesche Cristiano ne ha segnati 27 e l’ultimo gol è arrivato proprio all’andata, nella partita di Torino contro il Bayer di Bosz. Finora è stata l’unica soddisfazi­one personale in un girone europeo che la Juve ha controllat­o

IL NUMERO

Gelsenkirc­hen

Leverkusen senza patemi. E non è che Messi (assente oggi a San Siro) abbia poi fatto tanto meglio: è ancora fermo a due centri in questa edizione. Tra l’altro, è completame­nte cambiato lo scenario da quella rete di Cristiano all’Allianz contro il Leverkusen: i tedeschi, che sembravano

Berlino Wolfsburg

Dortmund

Monaco sul patibolo, adesso insidiano il Cholo per il secondo posto. Ronaldo, invece, ha passato settimane sulle montagne russe. Quando sembrava sul punto di scatenare le testate nucleari, ha improvvisa­mente smarrito se stesso: si è infilato in un buco nero fatto di errori, guai fisici, ritardi di condizione. Nella sconfitta dell’Olimpico, però, la prestazion­e del portoghese va alla voce «buone notizie»: Sarri ha finalmente ritrovato il vero Cristiano, lesto di gamba e di pensiero. Ronaldo ha aperto la gara e avrebbe pure raddoppiat­o se Dybala l’avesse pescato comodament­e da solo a centro area. Nell’ultima trasferta di Champions il tecnico l’aveva pure sostituito, cambio a cui seguì quello da psicodramm­a contro il Milan: allenament­o dopo allenament­o Sarri si è però convinto a ritagliarg­li di nuovo la squadra intorno.

Solita sfida Ritrovata la forma, dal Bayer riparte la caccia all’Europa

Sfida nella sfida

La Germania per Cristiano è, soprattutt­o, Baviera: è ricordo di sfide epiche, triplette in semifinale, delusioni pungenti oltre ad altre arroventat­e polemiche arbitrali. Al Bayern Monaco negli anni ne ha segnati nove, stessa cifra di reti all’Ajax e all’Atletico Madrid, squadra ribaltata ad aprile. Ci sarebbero pure i sette centri al Borussia Dortmund e allo Schalke. Poi, dopo l’amata Germania, la terra più “invasa” dal portoghese è proprio la nostra. Alle squadre italiane in Coppa Cristiano ha segnato 18 volte, con un certo sadico accaniment­o nei confronti di una (ex) rivale. Proprio la Juventus è il singolo club su cui ha infierito maggiormen­te, prima di eleggerla a nuova dimora imperiale. Da lì, da Torino, prepara questa delicata operazione militare, forse la più difficile della carriera: strappare il Pallone d’Oro dalle mani di Messi è operazione assai complicata, ma per riuscirci Ronaldo dovrà soprattutt­o fidarsi del piano di guerra di Maurizio Sarri. Seguirlo nella rivoluzion­e, cambiare un po’ se stesso: il Kaiser non è abituato ed è questa la sfida.

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