Fair play Ancelotti Ma è infuriato per le allusioni su figlio e genero
Il tecnico lascia senza veleni sui social, soffre per l’accusa di familismo nello staff
Imessaggi di addio e di ringraziamento affidati ai social network sono signorili, per nulla polemici o, peggio, astiosi. Scrive Carlo Ancelotti: «Tutti i miei ringraziamenti al club, ai suoi dipendenti, ai miei giocatori, al mio staff e al presidente per l’opportunità che mi è stata data di vivere una grande esperienza in una città meravigliosa come Napoli. Forza Napoli sempre». Aggiunge Davide, il figlio-assistente: «Grazie a tutti i dipendenti della SSC Napoli. Un abbraccio speciale a Tommaso perché torni presto. Grazie ai giocatori. Grazie a tutti quei tifosi che ci hanno sostenuto sempre. Grazie alla città che ha visto nascere i miei figli». Infine, il commento della figlia Katia: «A testa alta».
Fastidio
Queste le verità a beneficio di chi frequenta la «rete», ma dietro queste parole si nasconde il senso di una storia che da più di un mese si trascinava fra risultati deludenti in campionato, incomprensioni, attriti con i dirigenti e con il presidente. Carlo Ancelotti alcune cose fatica a digerirle. Innanzitutto le critiche allo staff, in particolare al figlio Davide che è stato il suo vice anche al Real (dove ha vinto una Champions League) e al Bayern (dove ha conquistato la Bundesliga), e al genero Mino Fulco, che lavora con lui dai tempi di Madrid con il ruolo di nutrizionista. Al di là dei meriti professionali dei due (chiedere a campioni come Cristiano Ronaldo, Sergio Ramos, Marcelo o Lewandowski), a Carletto dà fastidio, per principio, che gli uomini siano giudicati sulla base della parentela e non delle capacità. E poi, siamo seri, se il Napoli ha perso in casa contro il Cagliari o contro il Bologna, le responsabilità saranno mica state del vice-allenatore o del nutrizionista, no? Eppure, nell’ultimo mese, i pettegolezzi e le malignità si sono moltiplicati e mai nessuno della società ha alzato la voce per scacciarli.
Spaccature
L’altra vicenda che Ancelotti, pur avendo uno stomaco allenato, non ha mandato giù riguarda il rapporto con i giocatori. Con alcuni di loro soltanto qualche normale discussione, ma il rispetto reciproco non è mai venuto meno, tanto che, da Manolas a Allan, da Milik a Di Lorenzo, da Elmas a Insigne, tutti lo hanno salutato con parole dolci. Il feeling con la squadra è sempre stato il punto fermo del metodo-Ancelotti e non gli va che su questo aspetto vengano gettate ombre. Anche perché è evidente che i problemi sono nati quando il presidente De Laurentiis, scavalcando l’allenatore e non consultandosi con lui che ha, per contratto la responsabilità tecnica e gestionale del gruppo, ha deciso di spedire la squadra in ritiro. Come si può fare una simile mossa senza pensare che ci saranno contraccolpi? I mancati rinnovi contrattuali di Callejon e Mertens, con relative parole non proprio concilianti di De Laurentiis («Se qualcuno vuole andare a fare le marchette in Cina perché strapagato, per vivere due o tre anni di m., è un suo problema»), i prolungamenti annunciati, discussi e mai concretizzati di Zielinski, Milik e altri, hanno fatto il resto. Inevitabile la spaccatura all’interno dello spogliatoio, e nemmeno il mago Houdini sarebbe riuscito a rimettere insieme i cocci. Ora ci proverà Rino Gattuso, ma l’operazione non è semplice, i problemi sono ancora lì sul tavolo e non si vede una possibilità di soluzione. Ancelotti osserverà dal suo buen retiro canadese di Vancouver, in attesa che arrivi la chiamata giusta. L’Arsenal è un’ipotesi, però non ci sono ancora stati contatti: di sicuro tornare ad allenare una squadra di Premier League, e del fascino dell’Arsenal, è un’idea che lo intriga, ma è presto per parlarne. Una cosa è certa: Carletto andrà dove troverà una società organizzata e competente, perché è convinto che i successi di una squadra, e di un allenatore, dipendano da una corretta gestione del club.
La precisazione Davide e Mino erano con Carlo anche al Real e al Bayern
Lo spogliatoio Troppe divisioni interne legate ai mancati rinnovi contrattuali
Grazie per la opportunità che mi è stata data di vivere una grande esperienza in una città meravigliosa come Napoli
Carlo Ancelotti
Il messaggio d’addio su Twitter