Con Theo e Bennacer scommessa vinta E ora Leao e Rebic...
Il tecnico del Milan ha centrato due mosse Adesso studia come rilanciare le punte
Non è solo Theo Hernandez a correre veloce (contro il Bologna ha raggiunto quasi i 31 km orari), Ismael Bennacer è un altro artefice dell’accelerata rossonera: se gira lui, gira tutto il Milan. La rincorsa di Theo era iniziata già nel precampionato ma si era interrotta per infortunio; Bennacer si è calato nel ruolo di regista, decisivo per ridare ordine a una squadra in confusione: sono le prime due scommesse vinte dall’allenatore. Dei sei nuovi, i primi due a essersi imposti. Theo ha davanti un futuro luminoso e anche il Milan spera finalmente che la fascia sinistra smetta di essere una zona d’ombra: negli ultimi dieci anni si sono succeduti Antonini, Didac Vilà, Taiwo, Emanuelson, Constant, Armero, Mesbah, Antonelli, Vangioni, Bocchetti e Ricardo Rodriguez, l’ex titolare superato in velocità da Theo. In attesa di Ibra, Theo è il prossimo potenziale top player rossonero: ha giocato da titolare le ultime undici partite consecutive (tutte per 90’), tre con Giampaolo e otto con Pioli, che al francese non ha mai rinunciato. Theo è già arrivato a quattro gol: l’ultimo difensore che concluse il campionato con un score simile fu Kaladze nel 2001-2002. Anche in regia gli eredi di Pirlo si sono susseguiti senza grande successo: Montolivo, Locatelli, Biglia, Bakayoko. I numeri delle ultime partite di Bennacer dimostrano l’incidenza sul gioco: a Bologna è stato il centrocampista che ha creato più occasioni e quello che ha recuperato più palle. Imposta e difende. E’ nell’ultima versione che deve migliorare: in otto partite giocate da titolare, sette volte è stato ammonito. Il numero di verticalizzazioni tentate lo premia rispetto al concorrente in rosa, Biglia, superato anche nella media chilometri percorsi a partita: Bennacer è il secondo della squadra nella speciale graduatoria, dietro Calhanoglu.
Senza spazio
Ci sono però altrettante scommesse da centrare: con Pioli, Leao ha fatto il percorso inverso agli altri due. Partito di slancio, si è presto ritrovato a procedere a velocità ridotta: 65, 90 (con gol), 45 i minuti di utilizzo nelle ultime tre partite del corso precedente. Nelle ultime tre con Pioli: 5, 26, 0. L’allenatore lo ha inquadrato meglio tatticamente: «Non è un centravanti ma una punta di movimento», qualità che nel 4-3-3 rischiano di essere disperse. Tocca al tecnico trovare una soluzione che lo coinvolga, a meno che non sia il mercato a offrire risposte: con Ibra centravanti, la mobilità di Leao sarebbe di nuovo molto preziosa. La sfida più impegnativa è con Rebic, che ha assistito alle ultime due vittorie senza alzarsi dalla panchina. Non è una questione di adattamento a Milanello: Rebic ha legato particolarmente con Krunic, ma – raccontano – è un giocatore che sa stare in gruppo. La questione tecnica resta dominante: le zone laterali d’attacco sono competenza di Calhanoglu e Suso, ma può almeno proporsi come alternative credibile. Qui o da nessuna altra parte: avendo già vestito due maglie in stagione (Eintracht e Milan), Rebic non può essere ceduto a gennaio.