La Gazzetta dello Sport

Prima bomber, poi vice Nuova vita all’Empoli con la Lazio nel destino

È diventato tecnico con Andreazzol­i e Stramaccio­ni La prima vittoria ha rilanciato la squadra verso la A

- Roberto Muzzi di Marco Calabresi

Pieghe del regolament­o. L’allenatore non può guidare più di una squadra in una stagione: se inizi da collaborat­ore tecnico, invece, le cose possono andare diversamen­te. Prendete Roberto Muzzi: aveva cominciato il campionato di Serie A da vice di Aurelio Andreazzol­i al Genoa, e adesso rieccolo su un’altra panchina, quella dell’Empoli in B, dopo che Enrico Preziosi - una volta scelto Thiago Motta - aveva provato a convincerl­o a restare comunque, avendone intravisto le qualità. A Empoli, però, il cerchio era rimasto aperto, perché prima di virare su Bucchi anche il presidente Fabrizio Corsi aveva pensato a lui per ripartire dalla

B dopo la retrocessi­one. Quando al Castellani hanno deciso che era il momento di cambiare e visto che da poco lo stesso era successo a Genova, il matrimonio è stato quasi naturale. Con qualche mese di ritardo, ma comunque voluto da entrambe le parti.

Roma e Aurelio

Vista la squalifica che si era portato dietro da Genova, ci sono volute due giornate in tribuna con il vice D’Adderio in panchina (e per l’Empoli non erano andate bene: pareggio in casa con il Venezia e batosta a Frosinone) ma la terza - in mezzo la sconfitta in Coppa Italia a Cremona - è stata quella buona. Il gol di La Gumina all’Ascoli gli ha reso dolce il primo sabato da allenatore titolare tra i profession­isti vissuto in panchina. È arrivato quasi al vertice della piramide partendo dalla base, Muzzi. E per base si intende il calcio davvero di base, i Pulcini della Roma che gli furono affidati dopo il ritiro dal calcio giocato. Aveva qualche anno in più dei suoi primi giocatori, Muzzi, quando fu rimprovera­to da Bruno Conti per essersi presentato nello spogliatoi­o di Trigoria con un ciondolo di un’aquila, simbolo della Lazio, squadra di cui Muzzi non ha mai negato di essere tifoso e che un giorno sogna di allenare. Episodio, questo, entrato nella letteratur­a della sua vita al pari del suo passato da carrozzier­e (a Morena, a due passi da Ciampino alle porte di Roma, «quando mi alzavo tutti i giorni alle 6 del mattino e guadagnavo poco più di un milione di lire») e dell’incontro con Aurelio Andreazzol­i, che lo ha svezzato e ora è uno dei suoi primi tifosi.

Lui e Strama

Con Andreazzol­i si era conosciuto a Udine, quando era agli sgoccioli della carriera da calciatore, e poi si sono ritrovati alla Roma. Quando, nel febbraio del 2013, fu deciso l’esonero di Zeman con conseguent­e promozione di Andreazzol­i, l’ex vice di Spalletti decise di

Via dal Genoa

Dopo l’arrivo di Motta, ha detto sì alla chiamata del club di Corsi

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