Carlo d’Inghilterra e il bis con l’Everton
Doppietta di Calvert-Lewin a Newcastle e seconda vittoria su due. E per i tifosi è già «Carlo fantastico»
Il popolo dell’Everton lo ha già ribattezzato: Carlo Fantastico. I tifosi dei Toffees abbandonano lo stadio St. James’ Park intonando i cori dedicati ad Ancelotti. S’intravede nella folla anche una bandiera italiana: si può sbarcare a Liverpool e, nel giro di due giorni, lasciare il segno. Newcastle non è un campo facile. Una squadra che può contare sul sostegno di 52mila persone sempre e comunque – nella stagione della Championship, 2016-2017, il seguito fu sbalorditivo – ha orgoglio e corsa da vendere. Dove non arriva la tecnica, c’è il cuore o, nel caso del centravanti Andy Carroll, una stazza atletica impressionante. L’Everton ha superato l’ostacolo grazie ai gol del centravanti, Dominic Calwert-Lewin, meno forte fisicamente di Carroll, ma superiore nella qualità dei piedi e nel senso del gol. Originario di Sheffield, Calwert-Lewin ha firmato una doppietta da bomber di razza: prima con una stoccata nel cuore dell’area, poi in scivolata, sullo splendido suggerimento di Richarlison. Tra i due momenti di gloria del bomber Toffees, la rete di Schar, con una “volèe” sulla torre del solito Carroll, ex prodigio frenato dagli infortuni e da una vita di eccessi.
Carlo fantastico
Qui finisce Calvert-Lewin e comincia Ancelotti: cinque novità di formazione rispetto al successo contro il Burnley; 4-4-2 piegato talvolta nel 4-23-1; gestione progressiva delle risorse della panchina con gli inserimenti di Delph, Coleman e Mina; avviamento dell’operazione-rilancio di Kean. L’ex attaccante della Juve è partito titolare. È stato il primo ad uscire, ma non l’ultimo nel rendimento. Ha lottato e ha corso, talvolta a vuoto, ma è proprio su questo aspetto che deve crescere. Ritrovarsi agli ordini di Ancelotti rappresenta per lui un’opportunità straordinaria: Kean deve capire come e quando muoversi. Richarlison, al contrario, possiede già i tempi di gioco. Esagera qualche volta nel trascinare il pallone, ma quando imparerà a controllare i suoi istinti, diventerà un fenomeno. Buono anche Davies: altro talento da valorizzare.
E ora Pep
Ancelotti può togliersi qualche soddisfazione con questo Everton: ad esempio tornare ad insegnare calcio dopo anni di gestione delle risorse umane. Il rispetto nei suoi confronti è smisurato: staff, dirigenti, squadra e tifosi sono compatti dalla sua parte. Lui sta cominciando a divertirsi: «Sono contento. Abbiamo ottenuto un successo importante in uno stadio difficile. Ottima partenza, poi abbiamo perso il controllo del match dopo mezz’ora. Abbiamo reagito bene al pareggio del Newcastle, andando a cercare il secondo gol. Mi piace lo spirito di questa squadra: c’è il senso del collettivo. Vincere è importante, ma dobbiamo continuare a lavorare duro perché la strada è lunga. L’obiettivo? Giocare bene le prossime due gare contro Manchester City e Liverpool. Dobbiamo ragionare match dopo match». A Capodanno, altro giro di giostra: Ancelotti contro Guardiola. L’allenatore italiano è in vantaggio negli scontri diretti: due successi su due. Il City è un leone ferito, ma Carlo sa domare anche le tigri.
Mi piace lo spirito di questa squadra: c’è il senso del collettivo