Milan: l’effetto Ibra Sale Leao, scende Suso
Tutti per Ibra, ma Ibra non è per tutti. Stare al passo di Zlatan richiede conoscenze approfondite della materia tecnica – chi non parla la sua stessa lingua sul campo è destinato a fare fatica – nonché una discreta dose di personalità, perché il personaggio mal sopporta chi si nasconde dietro alla sua ombra rassicurante limitandosi a brillare di luce riflessa. Con queste premesse, è normale aspettarsi che equilibri e gerarchie del Milan possano rimodellarsi in maniera quasi naturale non appena lo stesso Ibrahimovic rimetterà piede a Milanello. Poi toccherà a Stefano Pioli e ai dirigenti dell’area tecnica completare l’opera tra scelte di campo e di mercato, e mezza squadra si ritroverà sull’ascensore: si può salire fino al piano Z oppure sprofondare ai sotterranei del progetto.
IZ Factor
Rafael Leao ha fluttuato tra panchine e gare da titolare senza mai convincere del tutto, ma le poche fiammate spalmate in questi primi mesi di Milan sono state intense abbastanza da posizionarlo in prima fila tra i rossoneri che possono duettare con successo insieme a Ibra. Il portoghese ha gamba, spunti e intuizioni, tutto quello che serve a un attaccante per completarsi con il totem Zlatan: se correggerà l’approccio “leggero” di certe apparizioni (Ibra pretende il massimo in allenamento e in partita), Pioli gli concederà nuove occasioni dal primo minuto. Come esterno sinistro del tridente del 4-3-3 da cui si ripartirà oppure da seconda punta in un 4-4-2. A centrocampo, Ibra “chiama” incursori: l’exploit di Nocerino – 11 gol nel 2011-12 – è il caso da manuale, ma non dimentichiamoci di Boateng, arrivato nel 2010 come vice di Gattuso o Ambrosini e reinventato da Allegri in trequartista atipico. Movimento senza palla e capacità di lettura dell’azione sono i requisiti principali delle mezzali ideali, ecco perché Bonaventura resterà sostanzialmente intoccabile e Krunic potrebbe guadagnare posizioni su Kessie, più muscolare del bosniaco ma meno raffinato tecnicamente. Bennacer ha la velocità di pensiero e il dinamismo giusto per continuare a governare la mediana, anche se l’arrivo di Matic alzerebbe indubbiamente il livello di esperienza e fisicità da quelle parti: se il pressing per il serbo dello United andrà a buon fine, Pioli gli ritaglierà il posto da centrale davanti alla difesa, allargando Bennacer a interno destro. L’effetto Ibra arriverà fino alla difesa. Per consentire allo svedese di «cambiare il corso di questa stagione», come ha dichiarato lo stesso Zlatan, occorrerà aggiungere un altro centrale ai titolari Musacchio e Romagnoli: Todibo del Barça resta l’opzione preferita, quella sulla quale il Cfo Boban e il d.t. Maldini hanno lavorato più intensamente finora, anche se non è l’unica e le sorprese non sono da escludere.
A rischio
A Piatek era bastata la bella serata di Bologna per fare gli onori di casa per Ibra e proporsi come partner, ma le partite successive hanno certificato che la strada della guarigione del polacco dal mal di gol è ancora lunga. Al Milan è considerato cedibile, se non altro in prestito (impossibile trovare acquirenti disposti a investire cifre simili ai 35 milio
ni pagati dai rossoneri al Genoa), ma trovargli una sistemazione non sarà semplice: Kris ha già bocciato l’ipotesi di un ritorno in rossoblù e la pista che porta a Firenze non è ancora caldissima. Potrebbe diventarlo presto quella che spinge Paquetà verso il Psg di Leonardo, che un anno fa lo aveva portato a Milano dal Flamengo: il brasiliano è finito ai margini del centrocampo di Pioli, se i francesi si faranno avanti con una offerta convincente se ne potrà parlare. Stesso discorso per Kessie, che ad agosto era stato vicino al Wolverhampton e al Monaco: a gennaio i due club non torneranno alla carica, ma l’ivoriano ha ancora estimatori in Inghilterra. Per Suso questa estate avevano sondato il terreno Roma
e Fiorentina, ma Jesus non si era mosso dal Milan: Giampaolo lo riteneva centrale per il suo 4-3-1-2 naufragato dopo poche giornate. Ora che tutto ruoterà attorno a Ibrahimovic, chi si muoverà dalle sue parti dovrà macinare campo senza risparmiarsi: Calhanoglu, rossonero che ha percorso più chilometri a partita dopo 17 turni di A, è l’indiziato principale a prendere possesso del lato destro del tridente, con Castillejo alternativa sprinter e Leao titolare dall’altra parte. Suso finirebbe clamorosamente tagliato fuori. O travolto dalla valanga Ibra, scegliete voi.