Stadio di calcio? No, di biathlon
In 46.000 a Gelsenkirchen, la casa dello Schalke ‘04: la Wierer e Hofer quinti
Al posto delle porte c’erano i poligoni: mai visti tanti tiri in uno stadio di calcio (quello dello Schalke 04). Anziché le linee del campo, c’erano le lingue di 4000 metri cubi di neve riportata, dal comprensorio di Neuss. Il pubblico, beh, era quello delle grandi occasioni in una delle Arene più fedeli al proprio team: 46.412 spettatori facevano da colorita cornice a Gelsenkirchen per il biathlon, una delle religioni sportive della Germania. Il World Team Challenge - 10 donne e 10 uomini a darsi il cambio prima con partenza in massa e poi ad inseguimento - è ormai una tradizione di fine anno. E i campioni più celebrati non vogliono mancare: chi trionfa, riceve poi sul podio un mega boccale di birra, non la classica medaglia. Non è un’atmosfera diversa per caso.
L’ultima passerella
«Mi sentivo come un calciatore, c’era tanto tifo, frastuono, qui è davvero bello gareggiare» raccontava Dorothea Wierer, in coppia con Lukas Hofer al quale «nel finale le ginocchia stavano tremando». Si vince e si sbaglia insieme, come stavolta per il 5° posto: altrimenti che staffetta sarebbe? Un anno fa la standing ovation finale fu tributata a Doro e Luky, autori del primo successo italiano a Gelsenkirchen: quello fu il lancio verso l’argento mondiale nella specialità e un prologo di trionfi e Coppe che hanno reso più popolare uno sport speciale come il biathlon. La piccola Italia è diventata grande come la Germania che ha un budget dieci volte più consistente di quello italiano ma forse, non ha più una stella di primissima grandezza (adesso ha l’ex fondista Denise Herrmann come numero uno) come una Magdalena Neuner o una Laura Dahlmeier, e ci invidia una Wierer che comunque non accetterebbe mai di cambiare bandiera: «Tedesca mai». In questa location di calcio prestata ad un suggestivo evento sulla neve, ha deciso nel 2018 di ritirarsi il dio del biathlon, il norvegese Ole Bjoerndalen, dopo l’ultima kermesse disputata alternandosi con la moglie bielorussa Darya Domracheva. Qui ha deciso ieri di uscire di scena Laura Dahlmeier, capace di azzeccare 39 colpi su 40 e mandare in estasi il popolo germanico che avrebbe voluto vederla sul podio per un’ultima volta. Per ora si rilassa facendo scalate, ma ieri sera s’è emozionata come poche altre volte.
Mi sono sentita come un calciatore, quanto tifo, che bello
Dive a confronto
Una gara divisa in due parti e si dipana con il solito thriller da“cogli l’attimo o tutto svanisce”. Una gara spettacolare, soprattutto nella prima parte in cui la coppia azzurra s’è illusa e il magnifico pubblico sognava un testa a testa tra la tedeschina tenace e la diva azzurra che ora per recuperare tempo prezioso fa gli spostamenti in elicottero. Doro era lì col marito Stefano Corradini che le sciolinava gli sci, ma stavolta anche lei ha fallito nella mira.Col pettorale numero 1, la detentrice di Coppa del Mondo non ha voluto interrompere il ritmo di una stagione che la vede ancora leader di Coppa del Mondo e la proietterà ai Mondiali di febbraio nella sua Anterselva da campionessa iridata in carica. La coppia norvegese Roeiseland-Christiansen infine ha trionfato sugli ucraini Merkushina-Pidruchnyi e sui francesi Bescond-Guigonnat (in volata sulla Germania. Si sono divertiti tutti. Per una sera, biathlon batte calcio.