PARIS 6 DA COPPA
Sesto trionfo (ieri il 5° in discesa e 1 in superG) sulla sua pista: brivido Kryenbuehl a 8 centesimi col 25 Un azzurro in testa alla generale 13 anni dopo Fill
Sesto trionfo (il quinto in discesa) sulla pista che ama di più: Bormio lo elegge... sindaco Tomba: «Come me, domina pure se sbaglia»
Eadesso lasciateci sognare. D’accordo, siamo a dicembre, a gennaio ci sono sei slalom e Kristoffersen si sta già leccando i baffi, Pinturault può andare a podio in almeno quattro specialità e Beat Feuz porta a casa almeno 60 punti in ogni discesa. Ma come si fa a non esaltarsi davanti a un Dominik Paris così? Perché non pensare che la doppietta sulla Stelvio sia solo l’inizio, che la magia si possa ripetere anche a Wengen, Kitzbuehel, Garmisch e nelle altre tappe di velocità, che nel primo anno dell’era post-Hirscher ci possa essere spazio per un velocista nella corsa alla Coppa del Mondo?
Vincere dove conta
C’è un azzurro in testa alla classifica generale, 13 anni dopo il breve interregno di Peter Fill nella tappa di Beaver Creek 2006 (fu leader per due gare). C’è un azzurro anche in testa alla graduatoria di discesa e c’è da scommettere che con l’amicorivale Feuz sarà una lotta punto a punto, una sfida tra giganti come quelle di questo incredibile weekend valtellinese. C’è soprattutto un azzurro che sa esaltare il pubblico come pochi. Perché anche ieri, come era successo venerdì, la vittoria di
Paris nella discesa di Bormio è stata soprattutto uno show. Sulla Stelvio intera, baciata dal sole e spazzata da folate di vento, Domme impone per la quinta volta la sua legge in discesa - come solo Cuche a Kitzbuehel -, la sesta se si considera anche il superG del 2018. «Ci sono tre posti dove conta vincere, per un discesista - dice Hannes Trinkl, primo vincitore sulla Stelvio nel 1993 -: Bormio, Wengen, Kitzbuehel. Qui possono farcela in pochissimi».
Che tensione
Paris firma la 18ª vittoria in Coppa - sei meno di Thoeni - , la 14ª in discesa come Walchhofer e Svindal. Pennella le traiettorie tra la terribile diagonale della Carcentina e il muro di San Pietro, in quel tratto ricava due-tre
decisivi su Feuz e un secondo buono sugli altri. Così sembra almeno, fino a quando con il pettorale 25 scende un altro svizzero, Urs Kryenbuehl: è un carneade, parte con il 13° posto di venerdì come suo miglior risultato in Coppa. Nella parte alta ha tempi vicini a quelli di Paris, ma al quarto intermedio, quello dopo San Pietro dove tutti avevano pagato almeno mezzo secondo all’altoatesino, si ritrova davanti per 12/100, confermati all’ultimo rilevamento. Nel parterre non vola una mosca, ma dopo 18” infiniti al traguardo si accende la luce rossa: Paris resta avanti per 8/100. «Sugli altri ho vinto tra Carcentina e San Pietro - spiegherà Domme -, ma quando è sceso Urs in quel tratto c’era più luce. Mi ha fatto tremare tantissimo, ero sicuro che mi sarebbe passato davanti. Se ricordate, quando Miller scese con il 46 nel 2008 andò fortissimo in alto, ma poi nella parte bassa trovò più buio e perse. Però è anche vero che sotto io ho trovato vento contro, quindi non so dove ho guadagnato i centesimi decisivi. Dico solo che riuscire a fare di nuovo una prova così non era facile. Alla fine sono stato fortunato, vincere ancora è stata una sorpresa. La pista era perfetta, più ghiacciata rispetto a venerdì». A pagarne le conseguenze è stato Hannes Reichelt: il 39enne austriaco, che nel 2012 sulla Stelvio fu primo ex aequo proprio con Paris, è andato in rotazione prima di Pian dell’Orso, finendo contro le reti e infortunandosi al ginocchio destro: è stato portato a Inndecimi
Vincere ancora per me è stata una sorpresa. La pista era perfetta
Non penso alla Coppa, è presto per guardare le classifiche
Dominik Paris sul suo trionfo
sbruck per accertamenti.
Ogni punto vale
Per Paris il futuro inizia oggi. C’è la prima combinata della stagione, prima superG e poi slalom ma con la grande novità di un ordine di partenza dettato dai piazzamenti nella prima parte: i velocisti partiranno per primi e quindi non troveranno la pista già segnata dagli slalomisti. Un vantaggio, certamente piccolo (gli specialisti restano favoriti, a partire da Pinturault che solo ieri ha confermato la sua presenza dopo il fastidio alla coscia sinistra patito in Alta Badia; occhio anche a Riccardo Tonetti) ma con sette atleti racchiusi in 150 punti, anche un buon piazzamento in combinata potrebbe fare la differenza. «Non penso alla Coppa del
Mondo - ripete Paris -, non è ancora tempo di guardare alle classifiche. La combinata? Buon per noi velocisti che partiremo prima in slalom. Cercheremo di lasciare qualche brutto segno agli specialisti». Per Domme il focus è già sulla discesa di sabato 18 a Wengen. Con la Saslong in Val Gardena, quella del Lauberhorn è una delle piste che gli hanno dato meno soddisfazione: mai salito sul podio, miglior risultato il 4° posto nel 2016. «Non ho ancora fatto pace con Wengen. Forse bisognerebbe che tagliassero la Kernen-S. Anzi, ci provo ancora quest’anno, poi se non funziona vado su con l’escavatore».