La Gazzetta dello Sport

Punti, difesa, tiri Il Pil dell’Inter è sempre più alto

I numeri premiano Antonio: i nerazzurri chiudono il 2019 in vetta alle statistich­e

- Di Carlo Angioni

C’è un Conte che cresce e un Conte che resta al palo. C’è l’Inter che insieme con la Juve chiude il 2019 guardando tutti dall’alto e c’è l’Italia che chiude l’anno con una crescita del Pil pari a zero. Al di là dello scherzoso paragone tra i Conte più famosi del Paese, il premier Giuseppe e l’allenatore Antonio, quello che richiama l’interesse dei tifosi nerazzurri è soprattutt­o il Pil dell’Inter, che grazie all’arrivo del tecnico salentino si è impennato. Non ci sono solamente i 42 punti-record con i quali Conte ha eguagliato Roberto Mancini e José Mourinho dopo 17 giornate (nel 2006-07, 200708, 2008-09), perché i primi sei mesi della nuova era nerazzurra hanno portato l’Inter in testa a quasi tutte le classifich­e di rendimento. Un anno fa Spalletti prima di Natale aveva numeri buoni ma era primo soltanto alla voce del possesso palla e dei gol di testa. Ora lo scenario è completame­nte cambiato.

Comanda la difesa

Le statistich­e di Lega Serie A e Opta non mentono: l’Inter è una squadra che si difende bene, corre tanto, è precisa in attacco, divide oneri e onori nello spogliatoi­o. In soldoni, i nerazzurri comandano nelle voci difesa meno battuta, difesa con meno tiri subiti nello specchio, percentual­e tiri fatti nello specchio, numero marcatori, numero assistmen, gol di testa, fuorigioco e chilometri percorsi. Il primo dato è un marchio di fabbrica di Conte: Antonio vince, e vince tanto, grazie alla difesa. Handanovic, stakanovis­ta nerazzurro con 47 partite su 48 nell’anno solare, ha incassato solamente 14 gol, 2 in meno della Lazio e 3 in meno di Juve e Roma: in 7 occasioni ha tenuto la porta inviolata, arrivando così a 101 clean sheet con i nerazzurri. Il merito non è solo di Handa, ma anche di chi gli sta davanti. Solo 57 tiri hanno centrato la porta dell’Inter (erano 83 con Spalletti l’anno scorso): anche se Godin non ha fatto vedere tutto il repertorio (e oggi c’è qualche dubbio sul suo futuro nerazzurro), De Vrij, Skriniar e compagnia sono stati essenziali nell’alzare il muro.

Tensione alta

Conte non può che essere contento: oggi finirà l’anno con un doppio allenament­o, giusto per ricomincia­re subito con l’accelerato­re premuto in vista della sfida del San Paolo contro il Napoli, la sera della Befana. Perché i numeri super si raggiungon­o più facilmente se la tensione resta sempre altissima. Un altro mantra di Antonio è il «noi prima dell’io»: beh, se guardiamo il numero dei marcatori

La svolta Più marcatori e più assistmen: così la squadra ha mutato volto

Un anno fa Spalletti era il re del possesso: oggi il gioco è più offensivo

e quello degli uomini assist, i nerazzurri hanno seguito alla lettera le parole del loro allenatore. Con tredici e tredici, l’Inter fa meglio di tutti, arrivando prima dell’Atalanta in entrambi i casi. Gasperini batte Conte alla voce gol fatti (43 a 36), anche se quest’anno i nerazzurri interisti sono i più precisi: il 54% dei loro tiri, infatti, centra la porta.

Gioco diverso

Prima anche nei gol di testa (già 7) come l’anno scorso, la capolista si è però trasformat­a nel modo di giocare. E qui, infatti, è netta la differenza rispetto alle prime 17 partite dello Spalletti II. La squadra di Luciano, che dopo lo stesso percorso aveva 33 punti ed era terza dopo Juve e Napoli, era la regina del possesso palla. Oggi l’Inter è sesta: i movimenti in orizzontal­e sono limitati, Conte vuole che si giochi sempre all’attacco. Anche per questo il numero dei fuorigioco si è impennato: dai 23 del dicembre 2018 si è passati ai 51 di adesso. Lukaku e Lautaro si trovano spesso al limite, può succedere che a volte vadano oltre. Sempre di corsa, ovviamente: d’altronde l’Inter è la squadra che fa più chilometri (un anno fa era quarta), con una media di quasi 112 a partita grazie pure al maratoneta Brozovic. Il Pil dell’Inter di Conte punta verso l’alto anche così.

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