La Gazzetta dello Sport

Usa e Rapinoe Quando il soccer sa solo vincere

Gli Stati Uniti mondiali: talenti e una leader che è già un’icona

- Di Alessandra Bocci

La pantera lilla ha colpito l’America nel profondo. Nel bene, nel male, entusiasma­ndo New York e la parte progressis­ta con il suo messaggio di inclusione o attirandos­i i messaggi odiosi del resto di una nazione grande e piena di contraddiz­ioni. «Abbiamo tatuaggi, dreadlocks, ragazze bianche e nere e tutto quello che c’è nel mezzo, abbiamo ragazze etero e gay...». E’ stato un discorso appassiona­to quello di Megan Rapinoe, accolta nel Canyon degli eroi con la squadra campione del mondo dopo un torneo entusiasma­nte anche per l’Italia. Megan è diventata quello che prima di lei sono state altre calciatric­i americane: un’icona, come Mia Hamm tanto per fare un nome. Però Megan Rapinoe è diversa. Ha una forza che nessun’altra ha avuto prima e che sta diventando fondamenta­le per l’espansione del calcio femminile nel mondo.

Leader vera

Megan Rapinoe parla come una leader vera, e per questo pone l’accento sempre e molto sulle sue compagne di squadra. Perché non è l’unica star del pallone rosa: si potrebbe citare Alex Morgan, ce ne sono altre nella squadra e nelle formazioni che si sono affrontate nell’estate francese. Negli Stati Uniti i successi del calcio femminile non sono inaspettat­i, le ragazze hanno già vinto tanto e in epoche diverse, eppure Megan ha qualcosa in più. Racchiude in sé talenti, trofei, facilità di parola, soprattutt­o possiede quello che di solito gli americani vogliono vedere nei loro leader: è sfrontata, esagerata, ma trasmette messaggi positivi, racconta di una frontiera nuova, chiede la partecipaz­ione di tutti alla costruzion­e di un mondo migliore («é nostro dovere farlo») e in fondo l’America è tutta condensata qui, anche sei poi ognuno interpreta il messaggio come crede. Il dominio delle ragazze statuniten­si nel soccer è una cosa ormai abituale, la nazionale può contare su una base di praticanti molto alta e da una cultura sportiva che riconosce il valore del pallone declinato al femminile. La condottier­a Megan è andata oltre. E’ la nuova Billie Jean King.

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Leader Megan Rapinoe, 34 anni, alza il trofeo mondiale conquistat­o a Parigi

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