La Gazzetta dello Sport

«Se avessimo perso il derby sarebbe crollata la Virtus Obiettivo n. 1? Lo scudetto»

L’a.d.: «Dopo quella con la Fortitudo, la vittoria contro l’Olimpia ci dà grande consapevol­ezza. Cerchiamo un’alternativ­a a Weems»

- di Andrea Tosi - BOLOGNA

C’è un poker di assi dentro e dietro ai successi della Virtus capolista. In campo il fuoriclass­e Milos Teodosic, in panchina coach Sasha Djordjevic, in azienda il patron Massimo Zanetti, titolare del marchio Segafredo, l’imprendito­re che ha rilanciato il marchio V nera, e nel club l’amministra­tore delegato Luca Baraldi. Non ci sono segreti ma ruoli definiti e strategie condivise. Baraldi ha diretto il mercato estivo guidato nelle scelte da Djordjevic e nel budget (salito a 15 milioni dai 9 della stagione precedente) da Zanetti. Il salto di qualità è arrivato subito e non era scontato per l’aumento degli investimen­ti. Azzeccare Teodosic, pagandolo 5.5 milioni di euro in 3 anni, non era difficile. Più complicato era costruirgl­i attorno la squadra giusta con obiettivi dichiarati di alto livello. «Volevamo un top player che abbiamo individuat­o in Teodosic - dice Baraldi, modenese, 59 anni, un lungo passato nel calcio (Parma, Lazio, Modena, Bologna, Padova) e oggi responsabi­le della gestione sportiva Segafredo con tanto ciclismo oltre al basket -. Da lui è cominciata la costruzion­e mirata della squadra con giocatori compatibil­i tra loro e con Milos. Nella ricerca delle affinità, abbiamo puntato prima sugli uomini e poi sui giocatori. Tutti sono arrivati dopo un’attenta selezione grazie anche al richiamo di Teodosic che si è impegnato molto nell’opera di inseriment­o di ognuno. Tutti hanno dato il loro meglio.

Il paradigma perfetto del nostro mercato è Gamble, una persona saggia dentro e fuori dal campo. Tutti hanno sposato il nostro progetto. Oggi siamo una squadra competitiv­a che guarda al futuro con l’obiettivo di vincere tanto. Alla Segafredo non piace solo partecipar­e».

3Qual è il significat­o dei due derby che avete vinto nel giro di 72 ore?

«Hanno lo stesso valore ma un effetto diverso. Il derby di Bologna riguarda il presente e il passato, la nostra rivalità storica con la Fortitudo. Un fatto cittadino molto emozionale che tutta la città aspettava da aprile. Strategica­mente era la sfida più importante: se l’avessimo persa sarebbe crollata la nostra stagione. Il derby d’Italia riflette più il senso sportivo della sfida perché Milano è per tutti la più forte per qualità, profondità e investimen­ti. Averla battuta, dimostrand­oci più squadra dell’Olimpia, ci dà la consapevol­ezza della nostra forza. Il successo di domenica è stata una bella iniezione di autostima anche perché ci siamo confrontat­i con un’avversaria che gioca l’Eurolega, cioè il traguardo che vogliamo raggiunger­e la prossima stagione».

La squadra è nata grazie al richiamo di Teodosic. Non ci piace partecipar­e

3 Giocate su quattro fronti (Interconti­nentale, Coppa Italia, Eurocup e campionato), la Virtus si rinforzerà a breve per sostenere questi impegni?

«Stiamo cercando il giocatore giusto, l’alternativ­a a Weems. In Italia non c’è o meglio ci sarebbe Abass che abbiamo richiesto ma Brescia lo ha dichiarato incedibile. Vedremo se aggiungere uno straniero di qualità. Non è facile ma ci proveremo».

3Al di là delle cinque vittorie su cinque, qual è bilancio dell’operazione PalaFiera?

«Non abbiamo ancora i dati ufficiali ma le prime stime ufficiose parlano di un’affluenza, nelle 5 partite, di 40-42mila spettatori con 16-18mila biglietti liberi in più. L’incasso dovrebbe pareggiare l’investimen­to iniziale di 700mila euro per allestire l’impianto temporaneo condiviso con Bologna Fiere dove torneremo per i playoff. In questo caso la sinergia pubblico-privato ha funzionato benissimo, evento molto raro nel sistema italiano. Inoltre, la Virtus ha fidelizzat­o mille nuovi abbonati».

3 Il dottor Zanetti appare molto coinvolto. È così?

«Gli piace quello che stiamo facendo, ne va fiero. Adesso anche la Virtus è diventata un brand dell’azienda Segafredo a livello mondiale. E lui è molto contento».

3Per finire il tifoso Baraldi quali obiettivi vorrebbe centrare alla fine di questa stagione?

«Il mio podio è scudetto, Interconti­nentale ed Eurocup. Per quest’ultima mi basta la finale per andare in Eurolega. Quanto alla Coppa Italia vada come vada. La lascio volentieri agli avversari se potremo festeggiar­e un bel tris».

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In sottomano Milos Teodosic, 32 anni, ha messo a sedere Michael Roll, 32, guardia di Milano. Il serbo, simbolo della Virtus capolista, nella vittoria contro l’Olimpia, ha segnato 15 punti con 5 rimbalzi e 6 assist
CIAMILLO La magia In sottomano Milos Teodosic, 32 anni, ha messo a sedere Michael Roll, 32, guardia di Milano. Il serbo, simbolo della Virtus capolista, nella vittoria contro l’Olimpia, ha segnato 15 punti con 5 rimbalzi e 6 assist
 ??  ?? Luca Baraldi 59 anni, a.d. Virtus, ex Lazio, Parma e Bologna calcio
Luca Baraldi 59 anni, a.d. Virtus, ex Lazio, Parma e Bologna calcio

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