La Gazzetta dello Sport

È un mediano dal fisico tosto e piedi gentili

- mi.mal.

L’ingaggio di Stanislav Lobotka restituirà al gioco del Napoli una figura dispersa prima con la cessione di Jorginho al Chelsea, due estati fa, e poi quella di Amodou Diawara alla Roma, a luglio scorso. In poco meno di un anno, dunque, il Napoli si è ritrovato senza il regista, senza un giocatore in grado di dare ordine all’organizzaz­ione del gioco. L’avvento di Carlo Ancelotti, insieme al suo 4-4-2, ha privilegia­to i due mediani, Allan e Fabian Ruiz, centrocamp­isti che di certo non hanno le attitudini necessarie per svolgere il ruolo di regista dinanzi alla difesa.

Cambio modulo

L’arrivo di Rino Gattuso e il passaggio al 4-4-2, ha imposto al Napoli l’intervento sul mercato per colmare la lacuna. Lobotka è un mediano che agisce da vertice basso nel centrocamp­o a tre. Calcistica­mente intelligen­te, è svelto nell’intraveder­e gli spazi giusti dove servire il compagno nell’impostazio­ne della manovra. Non è semplice attaccarlo quando esce palla al piede per avviare l’azione, perché è molto abile nel difendere il pallone fuori dalla propria area, agevolato com’è da un fisico forzuto, caratteriz­zato dal baricentro basso. Non ama troppo tenere palla, preferisce velocizzar­e l’azione, evitando spesso quegli inutili passaggi laterali che rallentano la manovra.

Regista ma non troppo

Per caratteris­tiche, il centrocamp­ista della nazionale slovacca, è molto più simile a Modric o Kross piuttosto che a un regista classico. Lobotka è bravo nel far girare la palla e nel prevedere il pressing degli avversari. Per questo motivo, spesso dopo aver avviato l’azione, va a spostarsi sugli esterni, dove ha la possibilit­à di liberarsi della marcatura stretta. Insomma, insieme alle qualità tecniche, il giocatore del Celta Vigo sa anche farsi valere nei contrasti, è uno che non si tira indietro quando si tratta di difendere e di usare il fisico.

Poche esperienze

La carriera di Lobotka, fin qui, ha avuto pochi passaggi. Ha iniziato a giocare a livelli più alti con il Trencin, la squadra della sua città, nella massima serie slovacca. Nel 2013 la prima grande occasione: viene ceduto all’Ajax, ma con il club dei lancieri, a fine stagione, conterà una sola presenza. Rientrato a Trencin, il ragazzo si trasferisc­e in Danimarca, con il Nordsjaell­and, dove gioca con continuità e inizia a far parlare di se. Questi due anni gli serviranno per crescere, per fare esperienza. Col club danese mette insieme 61 presenze e 2 gol. Su di lui, intanto, ha puntato il Celta Vigo, che ha bisogno di un regista nel suo 4-3-3. Il resto è storia attuale.

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