La Gazzetta dello Sport

LIPPI «MI FIDO DI MANCINI ALL’EUROPEO PER VINCERE»

«MI FIDO DI MANCINI E DEI SUOI GIOVANI ALL’EUROPEO SI VA PER VINCERE»

- Di Fabio Licari3

Viene da dire «scusa Lippi, prendiamo la linea dall’Italia, ha segnato la Juve». Mentre parliamo al telefono di Nazionale, Euro 2020 e Mancini con l’ex c.t. azzurro e cinese, in vacanza nell’ormai storico “buen retiro” di Santo Domingo, arriva infatti il primo botto di Capodanno. La Juve ha preso Dejan Kulusevski, classe 2000, rivelazion­e del campionato, prospettiv­e illimitate. Come non chiedergli cosa ne pensa? «Davvero un gran colpo. Lo seguo, mi piace tantissimo, è forte fisicament­e e tecnicamen­te, ha grandi accelerazi­oni e orizzonti ancora senza limiti. Dipende poi se arriverà subito o l’anno prossimo, ma Kulusevski è un nome del futuro».

►Dal giovanissi­mo svedese a Vidal che tanto giovane non è, d’accordo, ma averne di centrocamp­isti così.

«Vidal è un grandissim­o acquisto per Conte. Una garanzia immediata. Un assegno in bianco. L’Inter ne ha bisogno in mezzo, ha forza, esperienza. Ma le ultime giornate e la Supercoppa hanno detto che Lazio e Roma sono lì e se la giocano alla pari per lo scudetto: sarà una lotta a quattro, fino alla fine».

►Una stagione che rischia di chiudersi allo sprint nell’anno dell’Euro…

«Faremo bella figura. L’Italia va a Europei e Mondiali soltanto per vincere, come Germania, Francia, Spagna, Olanda e Inghilterr­a. Roma darà una spinta di notti magiche in più».

►Lei ha detto fin dal primo giorno: «Mi piace quest’Italia». Oggi l’Italia piace a tutti.

«Perché dà risultati, spettacolo, speranze. Il progetto era ricostruir­e, recuperare l’immagine bella del nostro calcio in linea con la tradizione: obiettivo raggiunto alla grande. Ma ora c’è di più, il messaggio geniale che Mancini ha lanciato ai club: i giovani ci sono. E bravi. Bisogna soltanto convocarli e farli giocare. Lui l’ha fatto prima che alcuni mettessero piede in campionato».

► Nel 2004 lei “strappò” De Rossi all’Under 21.

«Mancini non ha neanche il 40 per cento di selezionab­ili. Il suo lavoro è ancora più impression­ante. Io facevo già fatica con il 60… Per fortuna oggi i giovani sono titolari, qualcuno anche all’estero. Io non avevo l’obbligo di ricostruir­e, lui sì. È stato bravo a puntare sulla qualità».

► Prossimo obiettivo: l’Europeo.

«Mancini ragiona come me. Ha la stessa impazienza di capire il valore della squadra. Io volevo il Mondiale: non mi bastava essere più bravo della Moldova, dovevo confrontar­mi con le grandi. Avevo chiesto amichevoli con Germania, Olanda e Brasile che però costava troppo».

►Con l’Olanda e la Germania nacque l’Italia mondiale.

«Il 3-1 ad Amsterdam è stato uno spettacolo. Loro non perdevano da anni. Ricordo ancora i miei mentre attraversa­vano i corridori dello stadio, tra le foto delle stelle del calcio olandese, urlando “siamo forti!” dopo quel successo. Cominciava­no a crederci. Poi la Germania a Firenze, 3-0 dopo mezzora, 4-1 finale. Così abbiamo vinto il Mondiale, l’autostima ci ha dato la forza di trasformar­e in energia positiva tutto quello che di negativo arrivava da fuori. E se ricorda ne arrivava tanto…».

►Mancini teme che il suo gioco possa essere prevedibil­e e serva un piano B. Lei aveva un piano B?

«Il suo gioco è bello così, propositiv­o, corto, verticaliz­zazioni, giocatori di qualità. Non è facile trovare alternativ­e: hai poco tempo per ripetere certi movimenti affinché siano acquisiti. Più importante è credere di essere forti in ogni situazione. Però qualcosa studiavo

Zaniolo mi piace tantissimo, è una forza della natura, ha fiuto del gol

►Tipo?

«Ho sempre pensato che le nazionali non abbiano grandissim­o tempo da dedicare all’organizzaz­ione difensiva, a meno che non ci siano “blocchi”. Allora mi dicevo: se schiero il doppio centravant­i posso creare problemi. Avevo Toni, Gilardino, Vieri. Poi in Germania ho inserito un centrocamp­ista per liberare l’estro di Totti».

►Ci

«Non ero solo. Parlavo con i giocatori, avevano fiducia, dicevano che, con Francesco in campo, gli avversari ci pensavano due volte prima di sganciare in avanti i difensori».

►In questa Italia c’è un Totti? «Non c’è uno come Francesco ma tanti possono essere importanti. Prenda Zaniolo. Mi piace tantissimo, è una forza della natura, non lo sposti, ha fiuto del gol. Apparentem­ente il suo ruolo sembra in attacco a destra, con il piede invertito per accentrars­i al tiro. Ma potrebbe essere una grande mezzala offensiva da verticaliz­zazioni e gol. Alla Pogba. In questo ruolo non mancano soluzioni: Barella ha accelerazi­oni mostruose».

►Perché dal 2006 non abbiamo più vinto niente? «Perché tutte le grandi hanno momenti così e non riescono a ripetersi. Comunque all’Europeo siamo arrivati in finale con Prandelli e nei quarti con Donadoni e Conte: quando sei lì in fondo tutto è possibile. C’è soltanto l’infortunio del 2018 che brucia».

► Giusto per una nazionale impostare sempre dal basso? Non è rischioso?

«Serve a chiamare il pressing avversario per liberare spazi più avanti. A noi pressavano Pirlo che a volte scambiava posizione con Gattuso per avere più libertà. Se ti lasciano giocare, però, non rischi».

►In quel ruolo abbiamo Jorginho e presto, probabilme­nte, Tonali.

«Jorginho è importanti­ssimo per gli equilibri e per la posizione in campo: non ce ne sono tanti come lui. Tonali mi piace come Zaniolo, però va a strappi, porta via i palloni, recupera e riparte, ha un gran tiro: al momento mi sembra più una mezzala a tutto campo. E poi c’è Sensi che incanta, è uno fuori dall’ordinario. Non importa che sia cinque centimetri in meno degli altri».

►In difesa, pensa un po’, proprio noi abbiamo qualche problema.

«Mancini ha tre-quattro punti fermi tra i quali Bonucci e Chiellini. Ho parlato l’altro giorno con Giorgio e gli ho detto: di solito sei abituato a cominciare, ora invece ti aggreghera­i in corsa per portare i compagni alla vittoria. Se lo merita. Poi c’è Acerbi e che importa se ha trent’anni: bravo a due, a tre, in attacco, al massimo non farà il prossimo Europeo se sarà fuori età. E tra i giovani sta crescendo Mancini. Bravo. Deciso. Ha fatto bene anche a centrocamp­o».

«Bravo? Di più. Di più. L’Atalanta sembra una squadra inglese, ha una dimensione internazio­nale, comanda il gioco, non ha paura di lanciare giovani. Non è un caso che sia uno dei tre candidati c.t. che avevo sentito nel mio breve periodo da direttore tecnico in pectore della Figc. Era molto interessat­o».

►E Lippi a cosa è interessat­o? «Lo dico subito: a nessun club italiano ed europeo. Se anche una squadra di grandissim­o valore mi contattass­e, direi no. Non ho più voglia. Se dopo agosto una nazionale mi cercasse, con un buon progetto, allora potrei rifletterc­i».

►Agosto? Perché non a marzo?

«Perché la prossima estate la voglio tutta per me».

Ho detto a Chiellini: ti aggreghera­i in corsa per portare i tuoi alla vittoria

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NEWPRESS Apice Marcello Lippi portato in trionfo con la Coppa del mondo vinta nel 2006 dall’Italia, in finale sulla Francia. È stato il quarto titolo iridato per la Nazionale di calcio
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 ??  ?? Su Nicolò Zaniolo
Su Nicolò Zaniolo
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Su Giorgio Chiellini

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