La Gazzetta dello Sport

PELLEGRINI «VI DIVERTIRÒ MA DOPO I GIOCHI LASCIO»

«IL MIO FINALE VI DIVERTIRÀ MA DOPO I GIOCHI SMETTERÒ»

- Di Stefano Arcobelli

La Divina verso la quinta Olimpiade: «Non andrò a fare la turista, però non mi metto ansia. Quando mi ritirerò non ci sarà malinconia e girerò per il mondo»

L’anno di Fede. Il 2020 e la sublimazio­ne di una carriera al ritmo del rock and roll. Dai primi Giochi da baby boomer nel 2004 ad Atene ai quinti Giochi da Divina a Tokyo, dove la data della sua recita più attesa, il 29 luglio, è la stessa di quando a Roma nel 2009 vinse il titolo iridato con il record mondiale nei 200 sl. Chiamatele coincidenz­e. Da campioness­a e primatista mondiale in carica nei 200 sl a superstar annunciata per la sua longevità unica e ricca. Federica Pellegrini, portabandi­era di Rio 2016, ha ripreso ieri a nuotare a Livigno postando: «Il primo tuffo dell’anno è sempre un’emozione allo stato liquido». Datele la quinta finale olimpica consecutiv­a (mai successo prima nel nuoto) e qualcosa s’inventerà, dopo un oro, un argento, un legno e un quinto posto.

►Federica, almeno in termini di sensazioni, come sarà l’anno di grazia che la porterà a Tokyo?

«Per gli allenament­i sarà tosto. Dopo le tante gare della prima parte di stagione, non vorrei gareggiare troppo. A livello fisico ho retto, da adesso ho bisogno di sentirmi più cattiva, di farmela...addosso».

►Saranno subito mesi caldi...

“Sì, il ciclo iniziale sarà intenso, saranno mesi di fuoco: collegiale negli Usa, selezioni olimpiche, una presenza breve agli Europei, le alture che in questi anni sono state fondamenta­li per arrivare sotto gara al meglio».

►Come si esce da un 2019 al top in tutti i sensi?

«Già, pensavo di fare 1’54”2 nel 2020 nell’ultima gara della mia vita e l’ho fatto un anno prima. Speriamo di rifarlo all’Olimpiade. C’è una parte sognatrice dentro di me. Per ora è tutta emozione, gioia condivisa con Matteo e lo staff. Vedersi riconosciu­to questo percorso anche al di fuori è molto importante».

►Ogni giornata a confronto

●È diventata a 16 anni nel 2004 la più giovane azzurra sul podio olimpico individual­e e nel 2008 la prima italiana oro olimpico e con record mondiale (1’54”82). È la prima donna al mondo sul podio nella stessa gara ai Mondiali (i 200 sl) per 8 edizioni consecutiv­e e la prima ad aver infranto il muro dei 4’ nei 400 sl (3’59”15). È primatista mondiale dei 200 sl: 1’52”98 nei 200 (2009). Le sue gare all’Olimpiade di Tokyo cominceran­no subito, il 25 luglio, con la batteria della 4x100 sl, e dureranno tutti e 9 i giorni del programma fino al 2 agosto con l’eventuale finale dei 4x100 misti. Gare clou: il 29 luglio i 200 sl e il 31 luglio i 100 sl. con le altre ma sapendo che sarà l’ultima stagione: che effetto fa?

«Non voglio vivere tutto questo con malinconia, non c’è spazio, bensì con gioia: altrimenti non mi passa più! Cercherò di viverla al meglio divertendo­mi: e mi succede quando vado forte...Non ho alcun rimpianto, ciò che dovevo l’ho fatto per me e il nuoto. Posso chiudere in pace. Penso alla festa da fare. Non ho paura del ritiro».

►L’inno di Fede insomma c’è. E poi?

«Come ho sempre detto: non andrò a fare la turista, a me le sfide piace vincerle: immensamen­te. Voglio riprovare a fare tutto con calma, con la tranquilli­tà del 2019 ma rimanendo sempre in bilico. Nell’anno olimpico si scatena di tutto».

►Ma lei in Giappone è star da quando aveva 17 anni...

«Nei miei tour del passato ho fatto conoscere tutto di me, le tremila sfaccettat­ure che neanche io conoscevo. Mi hanno studiato, i giapponesi sapevano tutto di me: io fino alla fine voglio far vedere la mia anima, bella e dura, forte e debole. La mia italianità. Non sono mai stata un’eroina da videogames ma quella che si porta dietro le gioie e le problemati­che di questi giorni».

►Fede, lei è vista e rispettata come un’imperatric­e del nuoto, il suo tatuaggio sull’Araba Fenice è diventato un must in Oriente.

«Lì gli atleti li portano sul palmo della mano, c’è molto ri

spetto. Mi piacciono le tradizioni come quelle dei giapponesi, gli inchini, la pulizia, la puntualità e profession­alità. Sono quadrati come me. E quest’anno mangerò tanti sushi...».

►In attesa di finire davanti all’imperatore, la Fede di oggi è anche quella del volto felice in Tv.

“Mi sono divertita così tanto a Italia’s Got Talent che ho ripetuto l’esperienza. Ho costretto il programma ad anticipare le audizioni visto che la stagione olimpica sarà per me particolar­e, ma sono felice di ripetere l’esperienza tv».

►In acqua invece come sarà l’avviciname­nto verso il top?

«Non voglio farmi venire l’ansia da adesso, ora metterò anima e corpo negli allenament­i alla ricerca di quelle sensazioni e di quella nuotata di Gwangju. Indipenden­temente dal risultato è quella condizione che vorrei ritrovare. Un passo alla volta, sia per scaramanzi­a sia per mancanza di certezze: lo sport è sport. A fine marzo avrò le qualificaz­ioni. Iniziamo da lì, poi ne riparliamo per arrivare più pronta che posso a Tokyo”.

►Come i progetti oltre il nuoto?

«Non posso andare avanti tutta la vita, dopo Tokyo ne riparliamo: tanta gente mi chiede di non smettere, poi prevale la parte razionale di me. E io vorrei chiudere con il ciclo olimpico. Che faccio, vado avanti fino a 36 anni? A me piace faticare, allenarmi per me è l’unica strada ed è normale poi percorrerl­a. Sono stati anni bellissimi, sofferti, ricchi di emozioni forti che sicurament­e vivrò in altri modi. Vorrei finire da dove ho cominciato».

►Se ripensa al dopo Rio?

«Provo l’orgoglio di chi non voleva lasciare con un brutto ricordo, visto che poi sono successe tante cose belle come i 3 ori mondiali e la pace dei sensi...Il quarto posto di Rio mi aveva destabiliz­zato. Non ci stavo, allora mi sono buttata negli allenament­i. Arrivare da campioness­a mondiale alla quinta Olimpiade è qualcosa di incredibil­e. È una delle cose che mi rende più fiera con il progetto sulla velocità».

►Con coach Giunta ha trovato la formula vincente.

«Nella mia carriera ho cambiato tanti allenatori e so cosa mi fa bene e cosa mi fa meno bene. È un lavoro parallelo insieme al mio coach. Quando diventi un atleta più grande il feedback che puoi dare al tuo coach sono nuovi obiettivi. Matteo è una persona salda, per me è fondamenta­le. Gli piace lavorare dietro le quinte. Ha capito il meccanismo, il mio mondo, e l’ha gestito in maniera perfetta: su questo ci siamo trovati subito. Lui non mi ha cambiata, ma è arrivato in un momento della mia vita un po’ turbolento a calmare le acque. Forse avevo proprio bisogno di calma e lui è la tranquilli­tà fatta persona. Io non ho più bisogno dell’allenatore-dittatore. Ma lui sa attuare anche quel tipo di regime nei momenti di allenament­o intenso: sa essere l’uno e l’altro».

►Un parallelis­mo con Castagnett­i?

«Alberto è l’allenatore che mi ha fatto crescere e diventare un’atleta con la A maiuscola. Portandomi ai risultati più grandi. Lo ricordo con grande piacere per la persona che era, ci siamo anche presi tantissime volte, non andava mai bene niente ma quello è stato sempre un pungolo che ti aiutava a migliorare».

► Forse per farle mantenere sempre lo stesso fuoco dentro e una determinaz­ione fuori dal comune. «Ad Atene ero una ragazzina spensierat­a, vivevo con la follia della sedicenne, ma migliorarm­i a 31 anni e pensare ai 32 di Tokyo è anche una visione della vita per me: non arrendermi mai. I risultati finché arrivano aiutano a presentart­i ogni mattina in piscina. Se lotti per un grande obiettivo tutto viene più facile. Se capisco che non c’è più la voglia non insisto, e siccome sono tranquilla e serena non mi fermo».

►S’è messa in gioco contro rivali diciottenn­i e ha avuto ragione.

«Le diciottenn­i spingono e vengono su sempre più forti, 2012 avevo detto che sarebbe stata la mia ultima Olimpiade e invece non è stato così. Perché il nuoto si è allungato, ma è sempre l’atleta che sente di dare qualcosa, è difficile da spiegare, ma lo senti a pelle. Il segreto è forse fare tutto passo dopo passo».

►Candidata al Cio in quota atleti, impegnata a rivoluzion­are il nuoto profession­istico, voglia di maternità: cos’altro? «Vorrei prendermi un anno di tempo per girare il mondo».

►Una carriera in musica? ►Cosa cambierà in questi mesi?

«Porto la cagnolina Vanessa nei collegiali».

► Al resto penserà mamma Cinzia?

«Una forza della natura».

►Nel 2019 ha fatto anche una sorta di giro d’Italia gareggiand­o in diverse città. Quasi una passerella per sentire l’affetto del pubblico prima del passo d’addio?

«Era un’occasione, si sono incastrate tante cose, sapendo che prima dell’Olimpiade non avrei potuto fare una cosa del genere. Sarò abbastanza blindata, e quindi mi sembrava giusto farlo nel 2019».

► Una nuotatrice che s’identifica con una specialità nobile, quattro vasche e un destino racchiuso in un minuto e 55 secondi.

«Dico sempre che mi dà felicità nuotarla. Mi sento fatta per una gara che sento vicina alle mie caratteris­tiche, come una vocazione. Ognuno di noi è nato per fare qualcosa nella vita, e io provo piacere a farli».

►Alla sceneggiat­ura dell’epopea manca solo l’episodio finale. Comunque vada sarà stata bello provarci ancora a Tokyo?

«Non cambierei nulla della mia carriera, sono convinta ci sia un percorso già segnato. Alla fine a metterci la faccia sei sempre sola, sul blocco devi fare da sola. In questi anni non ho avuto solo passaggi facili. Ma io ho sempre tirato dritto, senza preoccupar­mi di quello che pensavano gli altri».

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