La Gazzetta dello Sport

Dolce&Gabbana: «In California stava benissimo, ma Milano lo ama»

- di Alessandra Bocci

Sull’ex vicino di casa Zlatan

Troverà una città cambiata da Expo in poi. L’Ibra-bis funzionerà, sicuro Dolce&Gabbana

I «sarti» del Diavolo

Il Bosco Verticale non era ancora finito, City Life non aveva preso forma, tanti quartieri di Milano avevano un’altra faccia. Zlatan Ibrahimovi­c torna a casa, ma in una città migliore, come gli ricordano i suoi ex vicini Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Vestivano il Milan ai tempi del primo Zlatan rossonero, abitavano nello stesso palazzo, in via Mozart. «Lui e Domenico - racconta Gabbana — avevano la stessa auto, una volta sono salito per sbaglio sulla sua pensando che fosse Domenico che mi aspettava per andare in ufficio. Ci siamo fatti una risata. Zlatan è un tipo simpatico, e un campione come lui resta tale anche a 38 anni. E poi è un personaggi­o». Anche per questo i due stilisti sono certi che lo Zlatan-bis funzionerà. «Ci sarà interscamb­io, lui e il Milan si porteranno prestigio a vicenda. Noi ci crediamo».

►Zlatan nel 2012 lasciò Milano a malincuore e a Parigi non si trovò bene... «Beh, una fortuna per noi. Troverà una Milano che è cresciuta moltissimo. Expo ha dato una grande accelerata, ma non c’è stata soltanto Expo. Pensiamo a Porta Nuova, a City Life, a tanti locali nuovi, a un aeroporto accoglient­e, praticamen­te in centro... Non siamo più soltanto una città dove si lavora. Milano è una città di bellezza e di cultura».

►E di moda naturalmen­te. «Noi ci siamo realizzati a Milano, per noi resta la città più importante del mondo. Si sta trasforman­do ma in fondo resta sempre se stessa. Elegante e sobria, una città nascosta con tanto da scoprire. Noi da sette anni facciamo alta moda e ogni inverno sfiliamo a Milano. Portiamo in città persone straniere e ci accorgiamo che Milano piace sempre di più. Molti se ne innamorano».

►Che cosa apprezzano gli stranieri di questa Milano in movimento?

«È una città grande, ma a misura d’uomo, esistono ancora certi ritmi, certi tipi di rapporti fra le persone. Milano offre tanto, però non si è snaturata. Gente che ha vissuto a Londra o in altre metropoli ha voglia di stabilirsi qui, almeno per un periodo. Prima magari non accadeva».

►Zlatan viene da Los Angeles, dimensione completame­nte diversa... «Beh, da milanesi preferiamo

Milano. A Los Angeles si sta sempre in auto, a Milano almeno si può passeggiar­e, esiste un centro. Certo, il clima in California è migliore, però ormai a Milano il cielo è spesso azzurro. Non esiste più nemmeno la nebbia, meglio di così... E poi qui Zlatan è molto amato, ci starà ancora bene».

►Troverà una città migliore, troverà anche nuovi simboli? «Noi stiamo sul classico, il simbolo di Milano nonostante tutti i cambiament­i e le nuove cose belle che ci sono resta il Duomo. È l’emblema perfetto dello stile di Milano»,

►Milano resta un posto elegante?

«Lo stile resta quello di una città dalle bellezze nascoste, anche se appunto molto è cambiato, in meglio».

►A proposito di stile, come è stato in quegli anni vestire il Milan?

«Una bella esperienza, noi con gli sportivi ci siamo trovati sempre bene. Abbiamo vestito anche l’Italia senza nessun problema. Ogni calciatore ha la propria fisicità, ma è così anche con i clienti che vengono in negozio. E comunque i calciatori , gli sportivi in generale, sono eleganti nel portamento. Penso ai Milan del passato, penso a Maldini, Pirlo, tanti altri. Eleganti e con mogli eleganti».

►Chi era il vostro preferito? «Gattuso. Nonostante il fatto che non fosse molto alto era un piacere vestirlo. Un personaggi­o verace, con un suo stile. Come Ibrahimovi­c».

►Il vostro ex vicino di casa torna in città. Dategli qualche consiglio per i primi giorni, una guida per questa Milano diversa.

«Allora Zlatan, vai a mangiare cinese in piazza Tricolore, c’è un ristorante ottimo. Poi la sera potresti andare a berti una cosa alla Terrazza Martini, anche se probabilme­nte ci sarai stato altre volte. Ma da lì ci si immerge sempre nello spirito di Milano. Poi potresti andare a farti una passeggiat­a a City Life e per la spesa vai all’Esselunga di piazza Gae Aulenti, che è comodissim­a». Difficile immaginare Zlatan con il carrello, ma chi non vorrebbe due guide così...

 ??  ?? Domenico Dolce, 61 anni (sinistra) e Stefano Gabbana, 57 anni, fondatori, nel 1985, della casa di alta moda, che ha “vestito” il club rossonero per oltre dieci anni, fino al 2016
Domenico Dolce, 61 anni (sinistra) e Stefano Gabbana, 57 anni, fondatori, nel 1985, della casa di alta moda, che ha “vestito” il club rossonero per oltre dieci anni, fino al 2016

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