Ecco Travaglia Dagli infortuni alla top 100 E ora l'azzurro
Titolare nell’Atp Cup che oggi parte contro la Russia (10.30, Supertennis): «Che occasione»
Se l’Australia è la terra della seconda opportunità per chi si era perduto, allora è giusto che il cerchio della vita agonistica di Travaglia si chiuda sotto il sole della lontanissima Perth da titolare dell’Italia nell’Atp Cup, la nuova gara a squadre fortemente voluta dai giocatori e che stamattina, nella prima giornata del girone D, mette di fronte gli azzurri alla Russia, una delle favorite.
Quanti guai
Stefano, Steto per gli amici, sarebbe stato la prima riserva, ma il forfeit di Berrettini (addominali) gli concede subito l’onore del match di apertura contro Khachanov, lui che non era mai stato convocato in Davis: «Sarà una grande vetrina, avrò la possibilità di misurarmi con avversari di altissimo livello e di rappresentare l’Italia per la prima volta. Non vedo l’ora». Il giusto premio all’approdo in quella top 100 a lungo inseguita (ha finito l’anno al numero 84, con il best ranking di 79 ad agosto) e forse l’ultima pietra a chiusura di un tunnel di infortuni che lo ha certamente piegato ma non spezzato. Il primo, incredibile, nel 2011, a vent’anni, quando sembra pronto al grande salto: cade sulle scale di casa e per ripararsi il volto infila le braccia in una finestra. Uno spuntone di vetro si incunea sotto il polso sinistro e gli procura un taglio fino al gomito: per un anno, perderà la sensibilità di tre dita. Nel 2015 si rompe lo scafoide, nel 2016 è di nuovo lanciatissimo e invece gli cede la schiena, sette mesi di stop di cui tre immobile a letto. Eppure, l’idea di abbandonare non lo ha mai sfiorato: «Non ho mai pensato di gettare la spugna, dopo ogni infortunio sono sempre ripartito più carico e motivato».
Gli obiettivi
Finalmente risanato, a giugno si è affidato a coach Simone Vagnozzi, ascolano come lui e amico da una vita: in estate la top 100, poi la preparazione invernale tra la Oltrepò Academy di Codevilla, in provincia di Pavia, e Alicante. Con un obiettivo dichiarato: «Voglio trovare stabilità nelle prime 100 posizioni del ranking, ma non significa che mi accontento di poco: semplicemente non devo farmi prendere dalla fretta rischiando di fare il passo più lungo della gamba». Agli Australian Open, grazie alla classifica, giocherà il primo Slam senza essere passato dalle qualificazioni (peraltro in carriera è riuscito a qualificarsi in tutti e quattro): «Me lo sono meritato e spero di partire alla grande». Senza dimenticare da dove è venuto: dopo l’Atp Cup giocherà un Challenger a Bendigo e un altro è previsto se uscirà subito a Melbourne. Un approccio umile, ma con lo sguardo proiettato al futuro: «Non bisogna mai sentirsi appagati, troppi giocatori una volta raggiunto l’obiettivo si sono poi bloccati mentalmente. Io non voglio essere fra questi». Parola di Steto, l’uomo dalle mille vite.
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