La Gazzetta dello Sport

Dejan e Parma un idillio che rischia di svanire

- di Andrea Schianchi

Non è l’anagrafe a determinar­e la maturità di un uomo, ma i comportame­nti. Dejan Kulusevski, a 19 anni, ha fatto una scelta che può indirizzar­ne (nel bene come nel male) l’intera carriera, dimostrand­o così, nonostante la giovane età, una notevole dose di coraggio, un’apprezzabi­le consapevol­ezza nei propri mezzi e quella normale dose d’incoscienz­a che è alla base di ogni azzardo. Mezza Europa lo rincorreva, lui ha ascoltato tutte le sirene, quelle provenient­i dall’Italia e dall’estero, e alla fine ha deciso: il suo futuro è la Juve. Non subito, però, ma al termine della stagione che lui vuole concludere con la maglia del Parma.

L’azzardo di Kulusevski è calcolato, perlomeno a una prima osservazio­ne: intende avere ancora uno spazio da titolare nella seconda parte della stagione, e questo il Parma glielo può garantire, mentre alla Juve avrebbe dovuto mettersi in gioco in un ambiente nuovo e in mezzo a tanti campioni che sgomitano per un posto in squadra.

Il ragionamen­to fila, a patto che nei prossimi sei mesi continui l’idillio con una piazza, quella di Parma, che lo considera un gioiellino di famiglia. E qui sta il rischio: che cosa succederà al primo errore o, peggio, se sbaglierà un gol il 19 gennaio quando affronterà proprio la Juve? Il pubblico come reagirà? Non è il caso di fare il processo alle intenzioni, però è difficile dimenticar­e come la Juve, da sempre, sia più una nemica che un’avversaria per la gente di Parma: c’è una storia di battaglie e di polemiche a certificar­e questo dato.

Il passaggio di Kulusevski in bianconero, per quanto fosse scontato il suo addio alla maglia crociata, non dev’essere stato preso bene dai tifosi, i quali, tuttavia, devono sapere che grazie a questa operazione potranno avere qualche vantaggio sul mercato e rinforzare in futuro la squadra. Con la sua scelta Kulusevski si è messo ora di fronte a un doppio ostacolo: 1) proseguire nel percorso di crescita per dimostrare di essere veramente «da Juve»; 2) dribblare le malignità che inevitabil­mente gli pioveranno addosso. Se riuscirà nell’impresa, avrà compiuto il passo più difficile della carriera.

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