La Gazzetta dello Sport

Quando il campione finisce in lacrime Pruzzo, «il mito Lulic» e l’ira dei tifosi

- di Chiara Zucchelli - ROMA

Da una parte Roberto Pruzzo, che in oltre 90 anni di storia della Roma ha segnato meno solo di un signore che si chiama Francesco Totti. Per i romanisti Pruzzo è il Bomber, il numero 9, colui che «M’ha fatto alza’ dal seggiolino 138 volte». In 315 presenze. Dall’altra c’è il mondo delle radio, che a Roma è un mondo a sé. E c’è l’universo social, che in molti casi di Roberto Pruzzo ha sentito parlare soltanto da altri. E, magari, lo conosce solo perché parla in un’emittente privata.

La gaffe

Qualche giorno fa, durante una trasmissio­ne a Radio Radio, Pruzzo ha definito Lulic, capitano della Lazio e autore del gol che regalò nel 2013 la coppa Italia contro la Roma, il «mio mito». Apriti cielo: insulti a raffica su Twitter e Facebook, radio inondate da messaggi di romanisti offesi e laziali ironici: «Ha capito finalmente da che parte stare». Commenti che definire ineleganti è poco, richieste alla Roma per eliminarlo dalla Hall of Fame. Proprio lui, Pruzzo, il Bomber. L’uomo che ha segnato per salvare la Roma dalla B, che è andato in gol nella finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool e prima ancora nella semifinale col Dundee, e nei quarti con la Dinamo Berlino, e nel primo turno col Goteborg, ha segnato a Genova il gol scudetto dell’83, ha segnato nel derby dello striscione «Ti Amo» e ha fatto gol alla Juventus in rovesciata all’ultimo minuto. Tutto questo, per qualche giorno, non è più contato.

Scuse e lacrime

Pruzzo ha letto e sentito tanto, qualcosa gli è stato riferito, poi ha scelto di fare un paio di interviste per chiarire il suo pensiero, ma non è bastato. Allora ieri mattina un’altra radio romana, Centrosuon­osport, lo ha chiamato per dargli modo di spiegarsi. Pruzzo prima ci ha provato: «Non volevo far male ai tifosi della Roma, non ci dormo da giorni, ho detto una cazzata, ma non volevo ferire nessuno». Poi non ha retto all’emozione, si è commosso e ha chiuso la conversazi­one.

Ha salutato così, in lacrime, Roberto Pruzzo, 65 anni. In questo modo ha chiesto scusa. La maggior parte dei tifosi ha compreso, qualcun altro no, e continuerà a offenderlo. Ma questo non cambierà le cose. Da una parte ci sarà chi trova ogni pretesto per insultare anche le bandiere, dall’altra ci sarà sempre la storia della Roma. Non sarà una frase in radio, per quanto infelice, a cambiarla.

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Grande ex Roberto Pruzzo, 64 anni, alla Roma dal 1978 al 1988

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