Sensi, Barella e Sanchez Torna la qualità tascabile Più soluzioni per 180’ duri
Il tecnico verso Napoli e Atalanta recupera varianti decisive al gioco offensivo. Stefano titolare dopo 3 mesi
Tu chiamale, se vuoi, soluzioni. In attesa di capire se risolveranno problemi, di sicuro aprono nuove possibilità. Danno più scelte, permettono varianti, garantiscono qualità. Centimetri, quelli no. Ma sono dettagli, su cui anche Antonio Conte, uno che ama i giganti, specie a centrocampo, è disposto a passare sopra. Anno nuovo, giocatori come nuovi: il tecnico ritrova quasi in un colpo solo Stefano Sensi, Nicolò Barella e Alexis Sanchez. I tre piccoletti di qualità sono pronti per dare una nuova dimensione all’Inter, per aggiungere a una squadra che in loro assenza ha retto in testa al campionato uno sprint verso il giro di boa. Mancano 180 minuti, ma di quelli complessi, con la trasferta di Napoli e la sfida all’Atalanta: i tre difficilmente li giocheranno tutti ma sono, finalmente, pronti. Tutti e tre sono mancati tantissimo, ma la loro assenza ha costretto l’Inter a percorre vie alternative, che hanno portato alla nascita della LuLa, ma anche a scoprire o riscoprire risorse inattese, come Esposito o Borja Valero. Senza, però, è stata emergenza. Ora torna il tempo delle scelte.
Alexis e Nicolò Lunedì saranno risorse dalla panchina, finora mai decisiva
Risveglio dei Sensi
L’unico che ha già riassaggiato il campo prima di Natale è Sensi: 19 minuti contro il Genoa, per cancellare quei 22 illusori di Dortmund, a inizio novembre, quando l’infortunio sembrava alle spalle ma non lo era. A Napoli Stefano potrebbe riprendere un discorso interrotto tre mesi fa, con l’infortunio del 6 ottobre contro la Juventus. Le precedenti sei partite di campionato erano state sufficienti all’ex Sassuolo per prendersi l’Inter, per mettere insieme tre gol e due assist, per essere la vera fonte del gioco offensivo dell’Inter, qualche passo davanti a Brozovic, fra le linee, con gli inserimenti. Se Vecino vincerà il ballottaggio con Gagliardini, si ricomporrà il centrocampo della prima Inter di Conte, quella del 4-0 al Lecce. Allora la sintonia fra Lukaku e Lautaro era ancora tutta da trovare, i movimenti offensivi da mandare a memoria, ma le giocate di Sensi riempivano i vuoti di sceneggiatura.
Soccorso Barella
Allora, fino al derby, Nicolò Barella era ancora un panchinaro, un centrocampista da inserire nei meccanismi e un’arma che poteva cambiare le sorti di un match in corsa. Il suo ritorno, lunedì, potrebbe essere ancora da subentrante. Suo è l’unico gol di un panchinaro in questa stagione nerazzurra, a conferma che le risorse da inserire in seconda battuta in questi mesi sono state poche. Il suo status ora è un altro, e potrebbe ritrovarlo già contro l’Atalanta, ma l’inserimento sarà graduale. Dei tre è quello che è rimasto in infermeria di meno, con l’operazione immediata alla rotula dopo il crac in casa del Toro, il 23 novembre. In sua assenza i sostituti hanno trovato inattese energie (Borja Valero), continuità di impiego (Vecino) e un gol (Gagliardini), ma nessuno poteva garantire la sua capacità di essere decisivo nelle due fasi, e soprattutto la potenziale pericolosità nell’area avversaria. Nessuno insomma poteva diventare una terza minaccia per le difese dopo le due enormi e più dichiarate, Lukaku e Lautaro.
Variante Sanchez
Recuperati
Quei due hanno dovuto costituire la quasi totalità delle soluzioni offensive, riuscendoci con brillantezza, nonostante l’impiego senza pause. Ora, con il ritorno di Sanchez, quella situazione non dovrebbe più riproporsi. E non è solo una questione di avere un cambio, ma anche di avere «varianti»: i 168 centimetri e la lunga esperienza di Alexis ne garantiscono parecchie, solo intraviste nei 129’ minuti complessivi di impiego, col gol alla Samp e l’assist contro il Barça. Il cileno può garantire modi diversi per attaccare le difese, parla la stessa lingua calcistica del Toro e può colpire anche giocando spezzoni. Averlo lì, averli tutti e tre lì, fa tutta la differenza, per provare a non mollare la vetta.
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