Provaci ancora Bruno Peres Torna alla Roma per inseguire la rinascita
Dopo alcol, incidenti e flop esteri il brasiliano rientra nella rosa Zidane apre alla cessione di Diaz
Atutti gli immalinconiti tifosi giallorossi che lo ricordano per la Lamborghini distrutta, la positività all’alcol test, la patente ritirata e (soprattutto?) per un paio di prove nei derby con la Lazio non propriamente gagliarde, consigliamo la visione di un vecchio film che ha poco compiuto 65 anni. Si chiamava «Pietà per chi cade». Forse, struggendovi per le peripezie di Amedeo Nazzari e Antonella Lualdi, vi convincerete ad essere più generosi nei confronti di Bruno Peres, protagonista di un clamoroso ritorno. A 29 anni infatti, complice un contratto fino al 2021 che nessuno si è voluto accollare, il terzino brasiliano che la Roma acquistò nel 2016 per circa 13 milioni, è tornato alla base.
Prestiti flop
Incedibile, insomma, nel senso letterale del termine, anche perché i due prestiti da cui è reduce – San Paolo e Recife - non hanno portato al sospirato riscatto, mentre in Italia, tra ingaggio non banale e poca affidabilità, di richieste non sono arrivate. Così, se in giallorosso ha giocato 45 partite nella prima stagione (con 3 gol) e 25 nella seconda (1), al San Paolo si è fermato a 19 (1) e al Recife, in Serie B, soltanto a 3. Così dopo le visite mediche, da ieri la Roma lo ha riabbracciato ufficialmente, ma con un avviso ai naviganti a cura del d.s. Petrachi da non lasciare dubbi sul margine di tolleranza che lo aspetta: zero.
Petrachi non fa sconti
«Lo conosco bene – ha detto il dirigente ai media del club –. L’ho preso io al Torino (dal Santos, ndr). Lui sa giocare a calcio. Deve ritrovare fame e umiltà che forse ultimamente aveva perso. La mia idea, condivisa con Fonseca, è di dargli una seconda chance, perché a tutti si concede nella vita. Deve ritrovarsi come uomo. Tutti possiamo sbagliare. Negli anni in granata si è visto il vero Peres, e io ero lì, so come ha fatto a rendere. Lui ne è consapevole: gli daremo una possibilità, ma la prima volta che sbaglia va a casa».
Fonseca e quel tacco
Tra l’altro, mettendo da parte l’incidente d’auto del febbraio 2018, ad avere brutti ricordi di Peres in quel mese forse è lo stesso Fonseca, perché forse la cosa migliore che il brasiliano ha fatto in giallorosso ha avuto come vittima proprio lo Shakhtar dell’allenatore portoghese. Ottavi di Champions 2017-18. Nell’andata giocata in Ucraina la Roma perse 2-1 ma al 93’ il brasiliano salvò di tacco nei pressi della linea un tiro di Ferreyra che neppure l’immenso Alisson avrebbe potuto parare. Sarebbe stato il 3-1, e visto che al ritorno i giallorossi s’imposero con uno striminzito 1-0, si può dire che parte della qualificazione ai quarti contro il Barcellona — che avrebbe aperto i cancelli della storia – è arrivata per merito di Bruno Peres.
Diaz e Carlos Augusto
Ma il mercato è ancora da scrivere. Voci su Carlos Augusto, terzino sinistro del Corinthians (per l’estate). Ieri poi Zidane, alludendo anche a Mariano Diaz
– l’attaccante del Real nel mirino – ha detto: «Ci sono giocatori che non hanno minutaggio e questo potrebbe essere un problema. Fino al 31 gennaio possono succedere molte cose». Vero, ma solo se Kalinic accetterà di trasferirsi. Petrachi, però, sul tema è stato schietto: «Crediamo nel nostro gruppo. Penso che a gennaio ci saranno pochi movimenti. Poi se qualcuno poco contento vuole andare a giocare da un’altra parte, lo prenderemo in considerazione. Lo dico chiaramente: noi siamo contenti di Kalinic, si sta ritrovando. Siamo convinti che nel girone di ritorno ci darà tante soddisfazioni. Nikola, per quanto ci riguarda, non è sul mercato». Difficile da credere. E lo stesso vale per Perotti (ha richieste anche nei Paesi Arabi e in Turchia), Juan Jesus (Fiorentina e Cagliari) e Pastore (Cina). Situazioni complicate da risolvere, ma dopo la favola del ritorno di Bruno Peres, è chiaro come nel calcio tutto sia possibile.