La Gazzetta dello Sport

Con Inter e Juve sul filo è un mercato decisivo

- Di Alessandro de Calò

Forse mai come stavolta il mercato invernale può spostare equilibri tecnici, incidere sulla deriva del campionato, determinar­e addirittur­a l’epilogo. Almeno in Italia è così. Curioso e strano. Di solito, quello che nasce come mercato di riparazion­e incide sul corso della stagione quanto la nota a margine di un testo già scritto e stampato. Sul piano tecnico funziona così, in modo piuttosto impercetti­bile. A memoria, ricordo soltanto un paio di operazioni fulminanti: rimedi decisivi per correggere gli errori o le sottovalut­azioni fatte nella precedente estate. Bisogna tornare al secolo scorso, è una memoria stanca.

Il primo caso riguarda il Napoli e un coetaneo di Maradona. Francesco Romano nell’ottobre del 1986 viene prelevato in B, dalla Triestina, e messo a giocare da regista arretrato alle spalle dell’argentino. Diego si era appena preso il mondo, in Messico, nel torneo segnato dalla sua “Mano de dios” e aveva bisogno di qualcuno che mettesse ordine nel cuore del gioco napoletano, con tempi giusti e piedi buoni. In fondo a quel campionato, il Napoli conquista il primo scudetto della sua storia. Romano non era un fuoriclass­e, ma funzionava come la tessera giusta per completare il mosaico. Incastro perfetto, risultato magnifico. Poco strillata anche l’altra operazione decisiva, qualche anno più tardi. All’epoca il mercato di riparazion­e veniva fatto in autunno e in questo caso è protagonis­ta il Milan. Complice anche l’infortunio a un ginocchio di Zvone Boban, in novembre i rossoneri prelevano dal Marsiglia Marcel Desailly. Il francese è un difensore centrale, però Fabio Capello lo mette a fare la diga a centrocamp­o, assicurand­osi meno qualità e più filtro di quanto potesse garantire il fuoriclass­e croato, attuale dirigente del Milan. Con Desailly, Capello vince scudetto e Champions monetizzan­do in pochi mesi l’investimen­to. Sono cose che capitano di rado. A Fabio Capello è successo anche a Madrid, nel 2007, con Gonzalo Higuain, arrivato al Real in gennaio dal River quando aveva appena compiuto 19 anni. Il Pipita segna il primo gol in un derby, all’Atletico, e firma la rete decisiva (contro l’Espanyol) per il titolo spagnolo nel maggio seguente. L’anno scorso Higuain si è mosso ancora a gennaio, ma con esiti diversi: al Chelsea non lo rimpiange nessuno. Bruciano, invece, i soldi investiti dal Milan su Piatek, per sostituirl­o. Quasi mai i milioni spesi in gennaio si giustifica­no in un amen, come è accaduto con Virgil van Dijk al Liverpool (84, gennaio 2018). La verità viene a galla col tempo, dunque vedremo. Ma certo è che adesso il mercato può rompere l’equilibrio al vertice della Serie A, tra Juve, Inter e Lazio. L’arrivo in nerazzurro dei vari Vidal, Marco Alonso, Giroud o Llorente potrebbe permettere ai nerazzurri di giocarsela meglio e di staccare i rivali. Nel viaggio di Antonio Conte torna spesso questo tema della “heimat”, del trovarsi a suo agio con giocatori che ha già avuto. La Juve pensa al futuro, non starà a guardare. Ma se tutto funzionerà bene, Conte potrebbe vincere ancora e sentirsi a casa, sempre con loro.

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EPA Guerriero Arturo Vidal, 32 anni, alle prese con Wakaso dell’Alaves
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