Kyrgios, il «cattivo» con l’animo nobile
Per ogni ace 125 euro alle vittime degli incendi in Australia: «Niente complimenti»
In fondo non è cattivo, solo che gli è sempre piaciuto dipingersi così. Guascone, monello, sostanzialmente disinteressato al tennis se non nelle partite contro i big, sotto la scorza da bad boy di Kyrgios si nasconde invece un cuore d’oro. Che lo conduce fin quasi alle lacrime alla fine della fatica vincente contro Struff, quando nell’intervista in campo gli ricordano che grazie ai 20 ace messi a segno ha contribuito con 4000 dollari australiani (2500 euro) alla causa degli sfollati per gli incendi, tremenda piaga degli ultimi mesi in Australia.
Alfiere solidale
Così, l’uomo delle parolacce, delle scenate, della sedia lanciata in campo agli ultimi Internazionali d’Italia, degli atteggiamenti canzonatori contro gli avversari, il giocatore ancora sotto sospensione condizionale di 16 settimane dopo aver mandato a quel paese un arbitro al torneo di Cincinnati in agosto, diventa l’emblema dell’altruismo e della solidarietà di fronte a una tragedia fin qui costata 19 vittime, 1400 abitazioni distrutte e una moria di animali senza precedenti. Anche perché Canberra, la sua città, si trova nel cuore di una delle zone più martoriate dalle fiamme e il fumo che ha reso l’aria irrespirabile ha obbligato gli organizzatori a spostare a Bendigo il tradizionale challenger che precede gli Australian Open (a cui è iscritto anche Sinner). Colpito molto da vicino dal dramma che sta sconvolgendo il suo paese, Kyrgios ha deciso nelle ore appena precedenti l’Atp Cup di versare 200 dollari australiani (125 euro) in beneficenza per ogni ace da qui alla fine del mese e ispirando altri sportivi, non solo tennisti, a seguirlo: intanto l’Atp ha deciso di aggiungere 100 dollari australiani all’iniziativa dei servizi vincenti (e dunque alla fine del match contro il tedesco sono stati raccolti fondi per 6000 dollari, cioè 3700 euro) e l’associazione dei fantini ha deliberato di versare alla causa parte dei premi delle corse dei prossimi giorni.
Un solo pensiero
Una catena solidale alimentata da un ragazzo che comunque continua a portarsi dietro la fama di talento ingestibile e maleducato, un’immagine che lui stesso fomenta, rinchiuso ormai nel personaggio. Eppure i singhiozzi di ieri hanno mostrato l’anima nobile di Nick: «E’ davvero dura assistere a quanto sta avvenendo. La città dove sono nato, Canberra, ha l’aria più tossica al mondo. È triste. Non mi interessano i complimenti, abbiamo la capacità e la volontà di fare qualcosa. Il ricavato andrà a tutte le famiglie, ai vigili del fuoco, a chi ha perso cose o animali. È qualcosa di molto più grande del tennis. A ogni servizio che giocavo, il pensiero andava a tutte quelle persone, è stato difficile rimanere concentrato sul gioco, ma sono stato trascinato dall’affetto della gente in tribuna». Il destino che cambia direzione, insomma. E l’impegno di Kyrgios non si esaurirà con la Atp Cup: il 15 gennaio, a cinque giorni dal via degli Australian Open, scenderà in campo in un’esibizione a Melbourne cui hanno già aderito anche giocatori stranieri. I 20 ace del Kid, in aggiunta, hanno consentito all’Australia di prendersi il primo punto contro la Germania, successo poi perfezionato dal trionfo in rimonta di De Minaur su Zverev in una grande partita. Lasciando al momento da parte le polemiche sull’utilità della manifestazione, l’Atp Cup è certamente cominciata al top, da uno splendido Shapovalov che piega Tsitsipas ai due match point annullati da Ruud a Isner. E, tutto intorno, l’aura di un (finto) cattivo che elargisce bontà.
TEMPO DI LETTURA 2’56”