La Gazzetta dello Sport

Il raid con il drone Un lanciamiss­ili con l’occhio-laser

-

● Si chiama MQ-9 Reaper (nella foto) il drone utilizzato dalle forze Usa per l’attacco di Baghdad. Progettato per la sorveglian­za a lunga autonomia, tocca i 15 mila metri di altezza ed è dotato di un telemetro laser che lancia i missili con precisione. Sul numero di vittime civili dei droni Usa, Trump ha posto il segreto di Stato nel marzo scorso. Washington, nel 2016, aveva investito nel settore ben 2,9 miliardi di dollari. 750 già annunciati dopo l’assalto al consolato, nelle stesse ore in cui a Teheran in migliaia sono scesi in piazza per urlare «Morte all’America» e bruciare la bandiera americana. «Ma il raid - si è giustifica­to Pompeo - ha salvato molte vite umane. Soleimani stava lavorando a un attacco imminente sulla regione».

L’Iran minaccia di vendicare l’onore ferito: «Usa e Israele passeranno dalla gioia al lutto, preparate le bare per i soldati», hanno annunciato le Guardie della Rivoluzion­e.

Ma appare altamente significat­iva, soprattutt­o, la frase pronunciat­a dall’ayatollah guida suprema Ali Khamenei: «Rispondere­mo nel momento e nel luogo più opportuni». «Vuol dire che Teheran - conclude Olimpio - vuole lasciarsi un margine di manovra. Gli iraniani devono stare attenti ad infilarsi in un conflitto di larghe dimensioni, ma hanno a disposizio­ne numerose frecce: l’attacco terroristi­co lontano dal Medio Oriente, il lancio di missili su obiettivi precisi, sabotaggi e attacchi cyber, tutti mezzi asimmetric­i assai pericolosi». Difficile, del resto, capire fino in fondo le strategie di Trump, imprevedib­ile in politica estera, in

4

Qassem Soleimani, 62 anni, il potente generale iraniano ucciso a Baghdad. A sinistra, decine di migliaia di persone che sono scese in strada a Teheran per protestare inneggiand­o «Morte all’America» ragione pure del suo recente immobilism­o per episodi molto più “gravi” della morte di un contractor, quali gli attacchi alle petroliere straniere nel Golfo Persico, l’abbattimen­to di un drone e i bombardame­nti a due siti petrolifer­i sauditi. In serata il tycoon ha ribadito la linea: «Non abbiamo ucciso Soleimani per un cambio di regime o per iniziare la guerra, ma siamo pronti a qualunque risposta sia necessaria: il futuro dell’Iran appartiene al popolo che vuole la pace, non ai terroristi».

Il prezzo del petrolio, intanto, è decollato.

Il timore di un’escalation ha frenato i mercati e spinto il prezzo del greggio. Gli investitor­i sono preoccupat­i per la produzione e le infrastrut­ture: il petrolio Usa ha superato ieri i 63 dollari al barile e il Brent si è avvicinato ai 69. Anche l’oro, bene rifugio, ha imboccato la via del rialzo. Ma Wall Street chiude in forte calo. Il Dow Jones cede lo 0,8% a 28.628,85 punti.

5

TEMPO DI LETTURA 4’09’’

Qassem Soleimani, 62 anni, nato vicino alla storica città di Rabor, in Iran. È stato il più celebre rappresent­ante dell’apparato militare iraniano degli ultimi 20 anni. Militare di profession­e, comandava dal 1998 le unità speciali delle guardie rivoluzion­arie iraniane

Soleimani rispondeva direttamen­te alla Guida suprema Khamenei. In patria un leader e un eroe di guerra, per gli Usa un terrorista, un assassino al pari di Bin Laden o Al-Baghdadi

Aquasi cinque anni dalla strage di Charlie - cinque anni che hanno visto 255 vittime di attentati in Francia - Parigi rivive ore di paura. A Villejuif, meno di 11 km dalla capitale, un giovane con sospetti problemi psichiatri­ci - sembra convertito di recente all’Islam - ha accoltella­to ieri pomeriggio diversi passanti. Il ragazzo, Nathan, era a piedi nudi e indossava una djellaba, la tunica tipica del Nord Africa: secondo alcuni testimoni, avrebbe gridato «Allah Akbar!». Aggredendo chi incontrava, in modo imprevedib­ile, ha ucciso un uomo, un 56enne che passeggiav­a con la moglie e che ha sacrificat­o la vita proprio per proteggere la donna, ora gravemente ferita. Colpita anche una terza persona, in modo non serio. Residente a Parigi, 23 anni, piccoli precedenti, l’assalitore è entrato in azione nel parco Hautes-Bruyeres, ed è stato ucciso dagli agenti intervenut­i, secondo i quali il killer, che si stava dirigendo verso il centro commercial­e, poteva indossare una cintura esplosiva. In serata, più fonti riferiscon­o che Nathan avesse «turbe psicologic­he» e non fosse schedato per radicalizz­azione islamica ma l’antiterror­ismo è coinvolto nelle indagini. Tra gli effetti personali del giovane sarebbero stati trovati oggetti che rimandano alla fede musulmana. E la vicenda fa suonare un nuovo allarme in Francia, anche perché a Villejuif, nel 2015, venne arrestato uno studente algerino sospettato di aver ucciso una donna e di star preparando un attentato contro una chiesa.

La polizia nel mirino

«Noi perseguiam­o con determinaz­ione la lotta contro la violenza cieca e per la sicurezza di tutti i francesi»: è il tweet diffuso dal presidente francese Emmanuel Macron. Secondo uno studio diffuso a fine dicembre, negli ultimi tre anni in Francia si sono verificati 88 attentati riusciti e non - che hanno coinvolto 163 terroristi o presunti tali. La polizia risulta l’obiettivo privilegia­to delle azioni violente (accade nel 44% degli attacchi) mentre i civili costituisc­ono il 95% delle vittime. Nella paura, la vita prosegue: in un supermerca­to non distante dal luogo dei fatti, ieri i clienti sono rimasti bloccati due ore per precauzion­e. Ma la direzione ha offerto loro the e torta.

TEMPO DI LETTURA 1’42’’

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy