La Gazzetta dello Sport

GIOCO IO ! Zlatan già in gol nel test, vuole essere titolare lunedì con la Samp: «Non sono qui per fare la mascotte. Non ho più 28 anni, correrò meno ma posso tirare da 40 metri»

«E SONO PIÙ CATTIVO DI PRIMA»

- di Bocci, Fallisi Commento di Schianchi PAG 17

Zlatan spinge per giocare con la Sampdoria: ieri gol e assist nel test. «Non ho più 28 anni. Si può correre di meno e tirare da 40 metri, no?»

Un altro Zlatan, eppure sempre lo stesso. Più maturo, più divertente, più simpatico. «Con gli anni non si può restare uguali, né come giocatori né come persone». Un altro Ibrahimovi­c, ma sempre lui. Che chiede a Pioli di giocare i primi 45 minuti contro la Rhodense, segna e fa segnare, e in fondo anche sognare, cosa i tifosi hanno cominciato a fare da quando lo svedese ha detto sì. Folla fuori da Casa Milan la mattina, lui lancia una maglia e si scatena il caos. Antenne dritte il pomeriggio a Milanello, quando Zlatan compare sul prato a porte chiuse e telecamere spente, ma i presenti raccontano già di numeri che da tempo non si vedevano. Gli uomini di Pioli battono gli avversari 9-0, Ibra segna con un tocco ravvicinat­o sfruttando un cross di Calhanoglu, poi ricambia il favore mandandolo in porta. Un tempo basta per far dire al tecnico della Rhodense che non sembra un giocatore fermo da due mesi. Ma non è un giocatore. E’ Zlatan, appunto. Lo svedese vuole convincere Pioli a mandarlo in campo già lunedì contro la Samp. «E’ stato un buon allenament­o», ha detto in serata. La sifda a se stesso è lanciata.

Sorrisi

«Ho bisogno di sentire l’erba sotto i piedi, quando sono stato fuori per l’infortunio mi è mancata tanto», Sono frasi divertenti e a volte poetiche quelle che Zlatan usa in mattinata a Casa Milan. Zvone Boban

alla sua destra, Paolo Maldini e il d.s. Massara alla sua sinistra, lui brillante, sciolto, italiano ancora pronto, raramente intercalat­o all’inglese. «Amo questo club perché quando sono ritornato in Italia da Barcellona mi ha restituito la voglia di giocare a calcio. Nel 2012 sono andato via contro la mia volontà, torno per dare indietro qualcosa di quello che ho ricevuto. Il Milan è sempre il Milan». Zlatan dice che è tornato perchè era il momento. «Sono andato in America per sentirmi vivo dopo l’infortunio, dopo due campionati lì mi sento più vivo che mai». Torna per aiutare, aiutare è il verbo che usa più spesso. E’ un altro Ibrahimovi­c, eppure identico, quello che è sempre stato duro con se stesso e con gli altri e chissà se con i suoi giovani nuovi compagni ora sarà più buono. «Sarò molto più cattivo». Risata. «Sarò me stesso, tutti sanno come

Questa squadra può fare meglio, ma bisogna saper soffrire per stare al Milan

Zlatan sul futuro

Il Milan dopo Barcellona mi ha ridato la gioia di giocare: per questo sono tornato

Ibrahimovi­c sul Milan

Ho bisogno di sentire l’erba sotto i piedi. Dopo due anni di Usa mi sento più vivo che mai

Lo svedese su se stesso

gioco e come mi alleno».

Carattere

In fondo è anche questo che cerca il Milan nel vecchio campione, fiducia, mentalità vincente. «Per stare in una grande squadra bisogna anche saper soffrire e non tutti sanno soffrire. Ma se sai farlo i risultati arrivano. Bisogna crederci». Tanti hanno fallito il bis, gli fanno presente, perché adesso dovrebbe andare in un altro modo? «Perché io non ho perso la passione per quello che faccio». Gli sguardi che lancia in giro agli interlocut­ori però sono più morbidi, i toni divertiti. Al decano cantore del Milan, Carlo Pellegatti, chiede come sta il cavallo che porta il suo nome, e quando risponde “lo avresti battuto anche tu correndo a piedi”, lui ribatte “allora dovevi prendere me”. E’ scherzoso con chi si perde nelle megacifre dei suoi gol e assist, sfuggente con chi cerca di tornare su questioni di mercato passate, attento a non esagerare i toni con chi gli chiede di Cristiano Ronaldo. «E’ bello che sia in Italia, bello per la Serie A. Poi vediamo». Morbido sui derby, composto sulle sue responsabi­lità future. «Nessuno fa nulla da solo. Io vengo per aiutare a crescere. L’ultima partita dell’anno non è stata proprio “wow”. Diciamo che ci sono state tante telefonate». Già: Boban e Maldini hanno insistito e lo hanno convinto. «Siamo contenti di averlo qui, ma non dobbiamo dimenticar­e la sconfitta di Bergamo, inaccettab­ile. E nessuno deve nasconders­i ora dietro le larghissim­e spalle di Zlatan», precisa il dirigente croato.

Sfide

«Io sono venuto per sfidare me stesso. Non sono qui perché sono Ibrahimovi­c e non voglio restare qui solo perché sono Ibrahimovi­c. Vedrò in questi sei mesi che cosa sarò stato capace di fare e decideremo. Non sono venuto per fare la mascotte». Conosce il suo corpo e sa che non potrà giocare come quando aveva 28 anni. «Si può correre di meno e tirare da 40 metri, no?». Cercava adrenalina, pensa che la troverà a San Siro e negli altri stadi dove lo aspettano, magari per fischiarlo. «I fischi mi caricano di più, li preferisco. Tanto poi possono applaudire alla fine». Un altro, in fondo il solito. «Mi sono sempre allenato in questi mesi. Non ho toccato il pallone, ma è la cosa che mi manca di meno». Rieccolo, fra le pieghe dell’Ibra maturo, l’egocentric­o Zlatan. Ha promesso di far ballare San Siro. Fra sei mesi deciderà se questi sono stati davvero i suoi ultimi spettacoli.

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 ?? LAPRESSE/AFP ?? In sede e sul campo 1 Zlatan Ibrahimovi­c, 38 anni, in azione nell’amichevole di ieri con la Rhodense
2-3-4 Lo svedese a Casa Milan per la presentazi­one ufficiale, tra i tifosi e con il Cfo Zvonimir Boban, il d.t. Paolo Maldini e il d.s. Frederic Massara
5 Con Hakan Calhanoglu: si sono scambiati gol e assist nel 9-0 di Milanello
6-7 Altri istanti del test di ieri
LAPRESSE/AFP In sede e sul campo 1 Zlatan Ibrahimovi­c, 38 anni, in azione nell’amichevole di ieri con la Rhodense 2-3-4 Lo svedese a Casa Milan per la presentazi­one ufficiale, tra i tifosi e con il Cfo Zvonimir Boban, il d.t. Paolo Maldini e il d.s. Frederic Massara 5 Con Hakan Calhanoglu: si sono scambiati gol e assist nel 9-0 di Milanello 6-7 Altri istanti del test di ieri
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