Gattuso si affida a mister contrasto anima del Napoli
Il tecnico azzurro si riconosce nel mediano che verticalizza e fa gol
Ci sono uomini che in campo sono più importanti di altri e non è una questione tattica o di sistemi di gioco. Perché quegli uomini più di altri sanno interpretare i pensieri e il modo di essere di un allenatore. Ecco, sin dal primo momento fra Rino Gattuso e Allan è scattato qualcosa: nel modo simile di vedere calcio, di interpretarlo in campo al di là di posizione e ruoli. Non che il brasiliano non si trovasse bene con Carlo Ancelotti, anzi l’autunno del 2018, con l’ arrivo del tecnico reggiano, è stato probabilmente il periodo migliore del centrocampista carioca: chiedere al suo amico Neymar per informazione. E addirittura l’inizio con Gattuso è stato scioccante: il brasiliano che non stava al meglio fisicamente, il ruolo di centrale nel 43-3 che non è proprio l’ideale per lui, il Parma avversario rognoso che in contropiede ha tolto il fiato (già corto) al Napoli. Ma se gli azzurri poi col Sassuolo, a Reggio Emilia, hanno rialzato la testa, la prima immagine che viene in mente è proprio quella di Allan che segna l’1-1 con un’azione da centravanti.
Oltre gli schemi
Ecco, in quell’azione del gol c’è anche il senso del calcio.
Che prevede organizzazione, sviluppo di gioco, ma poi viene deciso anche con la capacità di andare a lottare in ogni centimetro di campo: ché stare al limite della porta avversaria non è proprio il compito primario di un mediano. Domani con ogni probabilità sarà ancora Allan a partire da centrale, dove finora si è alternato con Fabian Ruiz (lo spagnolo intanto ha recuperato in fretta dall’influenza). Possibile che i due si possano anche invertire di posizione, come già accaduto. Ma al di là di quello, con una mediana nerazzurra fisica e anche dai piedi buoni con Brozovic e Sensi, serve dinamismo e voglia di pressare gli avversari così da non dar loro spazi e tempi per sfruttare la profondità con due punte in gran forma come Lukaku e Lautaro Martinez.
Oltre i luoghi comuni
Ma non è solo un discorso di grinta, piuttosto di continuità e polmoni. Perché per anni Gattuso è stato solo «Ringhio», ma se al Milan e in Nazionale hai uno con i piedi di Andrea Pirlo a fianco, il tuo compito è quello di accorciare, di “riciclare” palloni per farglieli giocare “puliti”. Poi ogni tanto Rino si inventava un assist, o un gol, e qualcuno si stupiva perché i suoi piedi non saranno stati vellutati, ma
manco ferri da stiro. Per certi versi è quello che capita anche ad Allan. Dal Brasile al Napoli, il nostro ha sempre al fianco gente tecnicamente più dotata, ma poi riesce a verticalizzare con intelligenza ed essere efficace in zona tiro.
Il numero uno
Però Allan è soprattutto l’uomo degli uno contro uno, quello che vince i duelli e ti crea superiorità in fase di impostazione. E i numeri in campionato parlano chiaro. Per contrasti sostenuti e anche vinti, in Serie A il migliore è proprio il brasiliano. Ne sostiene la media di 3,5 a partita, ma soprattutto ne vince 2.1. I migliori dietro di lui sono il difensore dell’Udinese Samir e l’ex compagno Marko Rog, ora al Cagliari. Nel contrasto, nella lotta lì in mezzo, spesso si decidono le partite: cogliendo l’attimo fuggente per la verticalizzazione decisiva, “leggendo” preventivamente la linea di passaggio dell’avversario. Tutte doti che non rendono Allan un regista ma gli consentono di giocare in quella posizione, in attesa che dal mercato arrivino i rinforzi adeguati. Ma il campionato non può attendere: domani c’è l’Inter, sabato prossimo la Lazio e poi ancora al San Paolo contro Fiorentina e Juventus per riprendersi un posto da protagonista. Per ridare un senso alla stagione del Napoli, che finora questo senso non c’è l’ha. Anche se in Champions è stata un’altra storia.
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Così in A Nessuno più del brasiliano vince i duelli a centrocampo