Carica Mazzarri: «Pronti a fare qualcosa di speciale»
«Brucia ancora lo scivolone con la Spal. Contro la Roma non è vero che abbiamo poche speranze»
Il segreto è forse custodito in quella voglia di vincere le grandi sfide, nonostante l’oggettiva difficoltà di avere mezza squadra in infermeria, condensato in un pensiero votato all’ottimismo. In carriera Walter Mazzarri ha spesso messo a tacere gli scettici, e il vizio non lo ha certo perso ora. «Tutti ci danno poche speranze contro la Roma, ma ce le abbiamo. Su questo sto caricando la squadra». È una dinamite di convinzione Mazzarri. Certo l’ultima sconfitta casalinga contro la Spal gli «brucia ancora, faccio fatica a digerirla: tra Verona e Spal meritavamo sei punti, invece ne abbiamo uno». Ma dentro di sé sa che questa sera ritroverà un Toro pronto alla battaglia. «I numeri dicono che sarà una trasferta proibitiva, ma io ho sempre pensato che contro le squadre forti possiamo fare bene se ripeteremo le prestazioni fatte prima dello scivolone di fine anno con la Spal. Le statistiche possono essere sovvertite: la Roma è una corazzata, siamo pronti a fare qualcosa di speciale».
Calendario e infortuni
Il calendario racconta che ieri sono stati due anni di Mazzarri sulla panchina del Toro. «Ma io non festeggio nemmeno il mio compleanno… Quindi perdonatemi, ora penso solo alla Roma. Purtroppo, vivo male quando perdo e mi girano ancora per aver chiuso l’anno con una sconfitta». I sette giocatori infortunati un po’ gli rovinano il morale, ma «per fortuna il 2019 è finito, un anno nel quale ne abbiamo passate tante pagando con tanti infortuni. Voglio sperare che con il nuovo anno svolteremo in tutti i sensi, sia per gli infortuni che dal punto di vista degli episodi durante le gare».
Gioco offensivo
Tanti infortuni ed episodi negativi Spero in una svolta nel 2020
Le statistiche del girone di andata dicono che il Toro è la prima squadra della Serie A per intensità del pressing e la seconda (dopo l’Atalanta) per velocità nel recupero palla. «Numeri oggettivi che dicono che non si fa un calcio difensivista come qualcuno ripete. Siamo una squadra propositiva, che fa un calcio aggressivo. Che cosa manca? Quello che si dice da sempre: bisogna essere più bravi tecnicamente quando si entra in possesso e diventare più cattivi». E saluta con il mercato: «Non mando via nessuno se si comporta bene, ma per chi non è contento che me lo venga a dire, la porta è aperta. Devono restare solo giocatori convinti di poter vincere le partite».