INZAGHI DÀ LA “BACCHETTA” A CORREA DZEKO-BELOTTI, QUESTIONE DI BOMBER
Lazio a Brescia senza Luis Alberto e Leiva: va in regia l’argentino. Il confronto tra i 2 attaccanti accende Roma-Torino
Arroccarsi per gestire l’emergenza? No, meglio sfidarla affrontandola a viso aperto. Simone Inzaghi non dimentica di essere stato un attaccante e così risponde con una scelta coraggiosa, da tecnico che preferisce osare piuttosto che conservare, alle prime difficoltà stagionali. A Brescia, nel lunch-time match che aprirà la giornata ed anche il 2020 della Serie A, il tecnico è costretto a schierare una Lazio priva degli squalificati Leiva e Luis Alberto. E quasi certamente non potrà contare neppure su Cataldi, alle prese con un risentimento a un polpaccio. E allora che si inventa il Simone? Semplice (si fa per dire...): mette Correa a centrocampo nella posizione che di solito occupa Luis Alberto e in avanti schiera il tandem pesante Caicedo-Immobile.
Qualità prima di tutto
Scelta coraggiosa, sicuramente. Ma, soprattutto, scelta di qualità. Non è che Inzaghi sia stato improvvisamente folgorato da un desiderio di calcio iper-offensivo. E’ che, senza Luis Alberto e senza pure Cataldi, il centrocampo è privo di palleggiatori. E allora piuttosto che correre il rischio di snaturare le caratteristiche della sua squadra preferisce «inventarsi» Correa alla Luis Alberto invece di presentare un centrocampo magari più solido, ma privo di guizzi. «Correa interno? E’ una delle ipotesi se Cafare taldi non dovesse farcela», ha depistato ieri Simone a Formello. In realtà la decisione è stata già presa e sarà confermata questa mattina a meno di un miracoloso recupero di Cataldi (il centrocampista non sembra in grado di forzare, schierarlo sarebbe rischioso). In passato, parlando di Correa, Inzaghi aveva rilasciato dichiarazioni in qualche modo premonitrici: «Il Tucu ha grande qualità, ma anche fisicità. Può
l’attaccante, il trequartista e all’occorrenza può pure giocare a centrocampo». Ecco, quel momento è arrivato davvero. Lui, l’argentino, non fa una piega. Ieri è stato provato in allenamento nella inedita posizione e si è disimpegnato molto bene. La novità lo rallegra perché in questo modo sarà più libero di spaziare a tutto campo. Il suo idolo, da giovane, era Kakà. Come faceva il brasiliano, il Tucu potrà partire da lontano e magari essere più letale sottoporta. Sì, perché - volendo - per Correa ci sarebbe anche da interrompere un digiuno che dura da un paio di mesi (in campionato non segna dalla doppietta al Lecce del 10 novembre e, in assoluto, dal gol rifilato al Cluj in Europa League il 28 novembre).
Record e sogni
La mossa di Correa a centrocampo, quindi, come antidoto all’emergenza. In ballo c’è la possibilità di continuare a volare in classifica e di aggiornare pure la storia del club. Vincendo a Brescia, infatti, la squadra biancoceleste otterrebbe il nono successo consecutivo in campionato, eguagliando il primato assoluto del club, che fu stabilito dalla Lazio di Eriksson nel 1998-99. Ma i tre punti servirebbero ancor di più per consolidare il terzo posto in classifica e continuare a sognare ad occhi aperti (il duo di testa Juve-Inter ha sei punti in più, ma la Lazio deve recuperare una gara). «Dobbiamo essere consapevoli della nostra forza, ma al tempo stesso umili», il monito dell’allenatore. Che poi ha aggiunto: «Gli ultimi successi hanno fatto crescere parecchio la nostra autostima. Abbiamo fiducia, ma dobbiamo continuare così. Puntare a qualcosa di più grande della qualificazione alla Champions? Dobbiamo ragionare partita per partita, poi è chiaro che il nostro sogno è vivere altre serate come quella di Riad». Ultimo pensiero al nuovo acquisto Escalante, il centrocampista argentino preso dalla società per luglio. «E’ un buon giocatore, ma ne riparleremo la prossima stagione». Il presente si chiama Brescia, dove Inzaghi cerca punti e gloria. E per trovare gli uni e l’altra non esita a percorrere nuove strade.
Le parole «Il nostro sogno è vivere altre partite come quella di Riad»
TEMPO DI LETTURA 2’59”