E Inzaghi ordina: «Vinciamo ancora»
Biancocelesti a caccia del trofeo vinto 6 volte in 20 anni. Si parte con la Cremonese
Coppa Italia? Sì, ma forse la si potrebbe anche chiamare Coppa Lazio. Oggi la squadra biancoceleste fa il debutto stagionale in quella che può tranquillamente essere definita la «sua» manifestazione. Non solo perché ha sulla maglia la coccarda tricolore riservata alla squadra detentrice del trofeo. Ma ancor di più perché negli ultimi venti anni nessuna formazione ha vinto questa Coppa più della Lazio. Dal 1998 al 2019 sono state 6 (su 22 edizioni) le vittorie dei biancocelesti: hanno portato a casa il trofeo nel 1998, 2000, 2004, 2009, 2013 e 2019. E altre due volte il loro cammino si è interrotto in finale (nel 2015 e nel 2017). Nello stesso periodo soltanto Juventus e Inter hanno tenuto in parte il passo, con 4 successi a testa.
Il tecnico «La coppa per noi vale tanto. La affronteremo nel modo migliore»
Coppa Inzaghi
Un «accanimento seriale» che ha consentito al club romano di passare da cenerentola dell’albo d’oro della manifestazione (appena un successo, nel 1958, prima dell'exploit iniziato nel ‘98) ad essere la terza squadra per numero di Coppe Italia vinte (7), a pari merito con l’Inter. Davanti ci sono solo la Roma (9) e la Juve (13). Impressionante il rendimento dal 2009 al 2019: tre vittorie e due finali perse. In pratica la Lazio è giunta all’atto conclusivo della competizione quasi una volta su due negli ultimi undici anni. E con Inzaghi allenatore si sono sfiorate tre finali consecutive. Nel 2017 i biancocelesti sono arrivati all’epilogo della competizione, perdendo con la Juve di Allegri (sulla quale si presero però la rivincita tre mesi dopo in Supercoppa). Nel 2018 sono invece usciti in semifinale contro il Milan, ma solo dopo quattordici rigori. E l’anno scorso hanno trionfato nella finale contro l’Atalanta. Inzaghi ha così ottenuto il primo successo da allenatore dopo i tre da giocatore (tutti con la Lazio).
Per vincere ancora
È una Coppa che gli porta bene (ne ha vinta una anche da tecnico della Primavera) ed è per questo che Simone intende onorarla pure quest’anno. E possibilmente vincerla, perché non gli interessa solo partecipare. Non ha la pancia piena, l’allenatore, nonostante nei mesi scorsi abbia vinto due trofei (dopo la Coppa Italia a maggio contro l’Atalanta è arrivata a dicembre pure la Supercoppa contro la Juve) e nonostante lo straordinario cammino in campionato induca a concentrare tutte le energie sulla corsa Champions. Ma Inzaghi non vuole mollare la «sua» Coppa. Tanto più che l’inizio, almeno sulla carta, è soft e non dovrebbe richiedere sforzi particolari. All’Olimpico arriva infatti la Cremonese del suo ex compagno di squadra Rastelli e Inzaghi può permettersi di affrontare l’impegno con una formazione rimaneggiata. «Sappiamo cosa rappresenta per noi la Coppa Italia - ha detto ieri Inzaghi -. Vogliamo ricominciare al meglio il nostro percorso in questa manifestazione con una gara da approcciare nel miglior modo possibile. Dobbiamo avere voglia di vincere a prescindere dall’avversario che affronteremo».
Turn over a metà
Il tecnico chiede insomma ai suoi di non prendere sottogamba la Cremonese. E fa turn over più per causa di forza maggiore che per scelta. Non può disporre degli squalificati Leiva e Marusic e deve rinunciare agli acciaiati Caicedo, Lulic, Radu e Strakosha. In porta ci sarà Proto, in difesa con Acerbi e Luiz Felipe riecco Bastos, sulle fasce spazio a Patric e Jony, mentre al centro tocca a Parolo, Cataldi e Luis Alberto, davanti Immobile e Berisha. «Rivedrò con piacere Rastelli ancora Inzaghi -, è stato importante per me perché giocavamo insieme a Piacenza, mi serviva molti assist. È un tecnico molto preparato e molto bravo, le sue squadre sono sempre molto organizzate». Ma niente sconti.
Turnover Spazio a chi gioca meno, ma con Luis Alberto e Immobile