Alonso già a suo agio: sfiora la vittoria e vede la top 10
L’ex iridato di F.1 beffato da Serradori «Una grande emozione per me e Coma dopo aver passato tante traversie»
Ogni giorno che passa Fernando Alonso si sente sempre più un dakariano. Era atterrato a Riad, una decina di giorni fa, chiedendosi cosa gli avrebbe riservato il rally raid più massacrante del mondo. Dopo 8 tappe, qualche guaio grosso, tanta sofferenza, altrettanto divertimento e soprattutto un crescendo impressionante a livello di ritmo e piazzamenti, Fernando ha delle risposte ben precise. «Vincere una tappa? Domani (oggi; n.d.r.) sarà difficile, partendo così davanti, ma nella speciale che apre la marathon chissà...» dice lo spagnolo della Toyota. C’è mancato poco perché la prima volta arrivasse ieri, ma dopo 474 chilometri nell’anello di Wadi Al-Dawasir, a rovinargli la festa ci ha pensato il francese Mathieu Serradori, il più veloce di tutti con il suo Century Buggy, che lo ha lasciato a 4’04”. «Devo ancora assimilarlo, perché questa è una cosa importante. Da fuori probabilmente non si percepisce, ma per me e Marc è stata un’emozione, perché solo noi due sappiamo cosa stiamo passando giorno dopo giorno».
Sainz si perde
Una tappa complicata per i tre leader della classifica, costretti ad aprire la pista senza il riferimento usuale delle moto: Carlos Sainz, che partiva primo, ha pagato un forte dazio, 15° a 19’15” da Serradori («Ci siamo persi tra le dune, girando per 15’ in cerca di un way-point» spiega lo spagnolo della Mini), ma Nasser Al Attiyah e Stephane
Peterhansel, i suoi primi inseguitori, ne hanno approfittato solo parzialmente: il principe qatarino ha chiuso 11° a 15’55”, mentre Peterhansel ha fatto poco meglio con la seconda Mini, 9° a 13’11”. Così, in classifica Sainz resta leader, ma con un vantaggio di 6’40” su Al Attiyah, mentre Peterhansel è a 13’09”. Mentre Alonso, dopo i guai della seconda tappa, “vede” la top 10: ora è 13° a 3h10’51”, ma il 10° posto del cinese Wei Han è ad appena 4’. Oggi 415 km verso Haradh.
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