La Gazzetta dello Sport

MISTER EUROPA E IL SETTEBELLO UN ALTRO TRONO DA INSEGUIRE

Le prodezze e le promesse di Francesco, a segno da 75 partite in A-1 «Sono bravo, non il più forte». Oggi a Budapest l’esordio con la Grecia

- Di Franco Carrella

Gira e rigira, c’è sempre la Grecia di mezzo. A Budapest, oggi, l’esordio agli Europei avviene davanti alla squadra che ci spalancò tra mille brividi le porte del trionfo mondiale a Gwangju (7-6 nei quarti) e con cui abbiamo cominciato bene la stagione (9-6 ad Atene in World League). «Non ricordo una sola partita facile contro di loro, anche questa ormai è diventata una classica» dice Francesco Di Fulvio. Fu lui, il 23 luglio, a realizzare quel 7-6, un tiro diretto da sei metri a 6’50” dalla sirena. Sarebbero poi arrivati i successi sull’Ungheria in semifinale e sulla Spagna in finale. Adesso, alla Duna Arena, col pass olimpico già in tasca, il Settebello va incontro al primo grande esame del 2020, inseguendo un titolo che manca dal ’95. «Abbiamo trascorso mesi gratifican­ti, risveglian­do l’attenzione sulla pallanuoto. Ci siamo guadagnati più rispetto anche da parte degli avversari. Questo, inevitabil­mente, vuol dire pure che ci metteranno maggiore impegno per batterci. Una cosa è certa: non dobbiamo considerar­e l’oro in Corea come un punto di arrivo, ma come una tappa verso Tokyo. E in Ungheria sarà un bel test».

I riconoscim­enti

È la sfida che decide subito il primato nel girone (saltando gli ottavi), dando per scontate le vittorie su Francia e Georgia. «Sono ben allenati, hanno un palleggio fluido, provano sempre a farti giocare sotto ritmo.

Per quanto mi riguarda, poi, affrontare la Grecia mi riporta alle sfide con l’Olympiacos, la squadra che ha battuto la Pro Recco in Champions nella finale 2018 e nella semifinale di quest’anno...» ricorda Francesco. Lui la vinse nel 2015 centrando il triplete, papà Franco fece altrettant­o nell’87 nella loro Pescara. I Di Fulvio sono una famiglia tutta casa e piscina: i fratelli di Francesco, Andrea e Carlo, giocano rispettiva­mente a Firenze e Pescara, mamma Monica è istruttric­e di nuoto e triatleta. Da promessa a realtà, fino a diventare un fuoriclass­e: la maturazion­e dell’attaccante azzurro, 26 anni compiuti a Ferragosto, è ormai completata e nelle settimane scorse sono arrivati riconoscim­enti a catena, ultimo il titolo di miglior giocatore europeo 2019 assegnato dalla Len. «Sono consapevol­e della mia bravura, non sono ipocrita, ma le classifich­e individual­i lasciano il tempo che trovano. Quello che mi mancava qualche anno fa era la continuità, adesso possiedo anche quella. Però non mi considerer­ò mai il più bravo» garantisce Di Fulvio, protagonis­ta di un record impression­ante: in campionato va a segno da 75 partite consecutiv­e, per un totale di 163 gol. L’ultima

● Nel mare di Pescara, ecco il piccolo Francesco sulle spalle di papà Franco (campione d’Italia e d’Europa). Poi il bimbo è cresciuto un po’...

senza reti risale al 6 maggio 2017, quando i liguri persero 7-6 a Brescia. «Non avrei mai immaginato di arrivare a una serie simile, ma giuro che ci penso poco. Mi preparo al giorno in cui questo incantesim­o si spezzerà, di sicuro non sarà per me un giorno triste».

Pescara amarcord

Con Franco – classe ’63 – giocavano Amedeo Pomilio, vice del c.t. Sandro Campagna, e il mitico Manuel Estiarte che raccontava di Francesco: «Era un bambino, a mare facevamo le gare a chi segnava più gol. Il giorno in cui mi ha battuto, ho imbrogliat­o sulle regole per non dargliela vinta. Aveva 11 anni e capii che sarebbe diventato un fenomeno». Il primo tecnico di Francesco, nella Simply Pescara, fu Marco D’Altrui, oro olimpico a Barcellona ’92, mentre Franco era cresciuto con D’Altrui senior, Geppino, campione olimpico a Roma ’60. A plasmare il talentuoso Francesco nelle giovanili azzurre era stato il compianto Nando Pesci, che un giorno rivelò: «Nel 2013 durante la finale del Mondiale Under 20 a Szombathel­y, in Ungheria, contro la Croazia, si infortunò a un dito che si gonfiò. Volle tornare in acqua a tutti i costi, vincemmo 10-7 e lui realizzò una tripletta. Non fai una cosa del genere se non hai carattere».

Le regole

Corsi e ricorsi: proprio a Budapest conquistò la prima medaglia col Settebello, il bronzo agli Europei 2014. Gran tiratore, uomo assist, formidabil­e nell’uno contro uno, contropied­ista nato: c’è tutto nel repertorio di Francesco, che ha fiducia cieca in Campagna («Nessuno come lui sa tirare fuori il meglio da ciascuno»), ha Valentino Rossi tra i suoi modelli sportivi, vede la Serbia davanti a tutti («Tornando a schierare i big è la logica favorita, anche se il gap con le altre si è ridotto») e apprezza il recente compromess­o di Fina e Cio per portare a Tokyo rose da 12 più una riserva e non solo da 11 giocatori («In uno sport così faticoso, con gare contraddis­tinte da tante espulsioni, sarebbe stata una riduzione rischiosa»). Intanto Campagna recentemen­te ha criticato le direzioni arbitrali, giudicando­le troppo permissive e in controtend­enza rispetto a quanto visto ai Mondiali, quando erano stati concessi rigori a ripetizion­e. Di Fulvio concorda, ma aggiunge: «A me non piacciono le partite spezzettat­e, i troppi fischi che una volta ammazzavan­o lo spettacolo. Diciamo che ci vorrebbe equilibrio per contrastar­e il gioco duro, questo sì. Nel complesso, le nuove regole stanno rendendo la pallanuoto più dinamica e veloce, caratteris­tiche che si sposano bene con le nostre». Un cambio tra gli azzurri rispetto a Gwangju: Andrea Fondelli, acciaccato l’estate scorsa, prende il posto di Edoardo Di Somma.

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Bomber Francesco Di Fulvio, 26

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