Parma: Iacoponi-Cornelius Lecce, ora scatta l’allarme
Iacoponi sblocca, Cornelius chiude: 2-0 Gli emiliani settimi a -1 dal Cagliari Liverani tradito dalla mira delle punte
Il risultato non racconta a dovere la sofferenza, e questo succede spesso nel calcio. Il Parma vince in modo rotondo, un netto 2-0, ma non sempre nel corso della sfida è sembrato che tra gli emiliani e il Lecce ci fossero due gol di differenza. Successi così, a volte, li si giustifica con la parola «cinismo», però forse sarebbe più corretto usare il termine «pazienza»: la squadra di D’Aversa, nonostante qualche difficoltà nella costruzione del gioco, non si è fatta prendere dalla frenesia e, alla lunga, questa saggezza è stata premiata.
Lecce, buon inizio
Nel primo tempo è il Lecce a concludere con maggiore frequenza verso la porta avversaria. Non lo fa mai in modo pericoloso, però lo fa, e ciò significa che la manovra, pur non impeccabile per stile e velocità, ha uno sbocco naturale: se poi gli attaccanti non hanno i piedi fatati di Lautaro o di Cristiano Ronaldo non è certo colpa di Liverani. Ci provano Falco (due volte), Mancosu, Petriccione e Deiola, ma la mira non è quella degli spietati cecchini. Il Parma, invece, schierato secondo un 4-2-3-1 che prevede il lavoro di Kucka in qualità di mezzapunta centrale, arriva facilmente alla trequarti nemica e poi si spegne la luce: un po’ perché le scelte dei vari Kulusevski, Hernani e Kurtic non sempre sono felici, e un po’ perché il pallone non gira tra le linee con la necessaria rapidità. Fatto sta che l’unica vera occasione è quella capitata sulla testa di Kucka al 14’: zuccata fuori di poco. Quando si sceglie il 42-3-1, l’azione sulle fasce deve essere costantemente sostenuta dai terzini che, secondo il manuale del calcio, dovrebbero prodursi in numerosi sovrapposizioni tali da creare la superiorità numerica in zona offensiva. Il Parma, però, soltanto in due circostanze «raddoppia» sugli esterni (Darmian che «sorpassa» Kulusevski) e, guarda caso, proprio allora mette i brividi alla difesa del Lecce. La chiave per aprire la porta dei pugliesi è insistere con queste percussioni e abbandonare il monotono lancio lungo da dietro.
Apre Iacoponi
A cambiare il canovaccio della partita ci pensa una capocciata di Iacoponi da azione di calcio d’angolo (nato da intervento ai limiti del fallo di Kulusevski). La retroguardia del Lecce non capisce il movimento dell’avversario, che si stacca dalla marcatura arretrando anziché avanzare, e così per il difensore di D’Aversa diventa semplice inzuccare in rete. È il minuto 12 della ripresa e a quel punto il Parma tiene in pugno le redini della sfida. Il Lecce continua a giochicchiare sugli stessi ritmi del primo tempo, ma là davanti è notte fonda. Solo Falco ci prova dalla distanza: troppo poco per creare problemi alla solidità del muro parmigiano. D’Aversa fa respirare Inglese, inserisce Cornelius e il danese, autentico lottatore d’area, gli regala la tranquillità: dalla fascia sinistra arriva un cross delizioso di Gagliolo, Kucka colpisce di testa, la palla finisce sulla traversa e sulla ribattuta Cornelius è il più svelto a spedirla in rete. Ai pugliesi, passati al 4-3-3 con l’uscita di Mancosu e l’ingresso di Lapadula, resta un’occasione proprio di quest’ultimo che scheggia la traversa. Ma nel finale è ancora il Parma a sfiorare il tris prima con Kulusevski e poi con un imperiale contropiede di Gervinho miracolosamente bloccato da Gabriel.