Viviani junior va subito veloce: vince in Africa al debutto
Trionfo in Camerun di Attilio, neopro’ di 23 anni. Fratello di Elia, sono assieme alla Cofidis. «E non stavo bene...»
Neppure Elia, campione e fratello maggiore, era riuscito a vincere la prima gara al debutto tra i professionisti. Attilio, emergente e «cucciolo» di casa, invece sì. Da qui a pensare che Viviani junior possa solo avvicinare la carriera di Viviani senior ce ne passa – per adesso sono diventati compagni di squadra - ma intanto restiamo alla cronaca: ieri il 23enne veronese, all’esordio tra i grandi con la maglia della Cofidis, ha alzato le braccia nella prima tappa della Tropicale Amissa Bongo, in Gabon (ma la prima tappa sconfinava in Camerun): a Ebolowa, ha battuto il francese Manzin e l’eritreo Ghirmay, indossando la maglia di leader. Attilio era già andato a segno da stagista il 25 agosto scorso in Belgio, ma stavolta ha un altro sapore. E si tratta pure – se escludiamo la Vuelta al Tachira (categoria 2.2)
– del primo successo italiano maschile del 2020.
Gioia
Il primo a esultare è stato proprio il fratello maggiore, prima di andare a dormire per questioni di «fuso»: nella notte infatti Elia Viviani ha debuttato in una gara ufficiale con la Cofidis con la frazione inaugurale del Tour Down Under, in Australia (150 km a Tanunda). Per l’inizio del circuito World Tour, i big non sono pochi: dall’iridato Pedersen a Porte, da Ulissi a Bardet, da Ewan a Bennett e Dennis oltre agli emergenti italiani Battistella (iridato Under 23) e Dainese (oro europeo Under 23). E pure Attilio Viviani si può definire un «emergente» a tutti gli effetti: «Faceva tanto caldo, grande umidità e all’inizio non stavo per niente bene — commenta il 23enne veronese —. Però via via le sensazioni sono migliorate e sono riuscito a prevalere su Manzin che l’anno scorso qui aveva vinto due volte». Con Elia si è sentito di sfuggita, tra (tanti) fusi orari di differenza e segnale wi-fi a dir poco ballerino. Ma quell’«Attilioooooo» scritto dal re d’Europa sui social — 6 «o» finali — è una bella testimonianza di felicità familiare.
Io ho vinto, ma dietro c’è stato un lavoro perfetto di tutti i compagni. La dedica è per loro
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