Anastasi, addio con accuse per il mancato omaggio in A
Grande folla ai funerali di Anastasi. Gentile: «Niente omaggio in A? Vergogna»
C’è dell’amaro perché uno così meritava il ricordo su tutti i campi Claudio Gentile Ex compagno alla Juve
Il minuto di silenzio? In futuro su temi simili serve coordinarsi Paolo Dal Pino Presidente Lega Calcio
Papà ha scelto la sedazione assistita dopo aver saputo di avere la Sla
Ha vissuto l’ultimo periodo con in testa questa idea di farla finita Gianluca Anastasi Figlio di Pietro
«Papà ha deciso di andarsene con la sedazione assistita un minuto dopo aver saputo della Sla. Gliel’avevamo tenuta nascosta fino a tre mesi fa ma una volta venuto a conoscenza del male, ha vissuto l’ultimo periodo con in testa questa idea di farla finita in fretta. Devo dire che sono stati mesi molto duri, per lui che ne soffriva e anche per mia madre che gli è rimasta accanto ventiquattr’ore su ventiquattro. Giovedì i medici hanno dato l’okay e lui ci ha comunicato che intendeva smettere immediatamente le cure palliative. In queste ore siamo stati sommersi d’affetto, ci ha fatto molto piacere». Gianluca Anastasi, il primogenito di Pietro, attende il rito funebre sul sagrato della basilica di San Vittore, stracolma, nel centro storico di Varese. La salma verrà cremata, le ceneri ospitate nel cimitero di Masnago, vicino allo stadio degli esordi. Intanto arrivano i campioni della Juve suoi compagni di avventure. Il più provato, commosso, appare Roberto Bettega. «Avevo diciannove anni quando la Juve mi riportò a Torino dal Varese. Mi misero in camera con Pietro, e meno male... Lui sapeva sempre rasserenarmi, tranquillizzarmi, caricarmi... Ricordo quel periodo di dodici settimane senza gol, per un attaccante è tremendo: ma Pietro era lì a confortarmi con la sua grande umanità. Prima di un compagno bravo, bravissimo, è stato un amico».
Mare banconero
Già, la Juve. Quella di oggi ha i volti di Pavel Nedved, Paolo Garimberti oltre al popolare tifoso Ezio Greggio. Ci sono il gonfalone ufficiale, la maglia bianconera col numero 9 adagiata sulla bara insieme con la sciarpa biancorossa del Varese. E altri ragazzi di ieri venuti ad abbracciare il compagno di annate vincenti. Il portiere Pietro “Gedeone” Carmignani dal Varese raggiunse Anastasi alla Juve nel campionato 1971-72, finito in trionfo. Con lui lo stopper Francesco Morini, il mediano Beppe Furino, il centrocampista Fabio Capello: vinsero due scudetti, arrivarono in fondo alla Coppa
Campioni 1973 venendo battuti di misura (1-0) dall’Ajax dei fenomeni. E poi nel 1974-75 ecco il terzo tricolore di Pietruzzu. Con nuovi compagni come Gaetano Scirea (seduta di fianco a Capello c’è la moglie, Mariella) e Oscar Damiani, ala agile, poi diventato procuratore. In quel campionato che vide Anastasi realizzare una tripletta alla Lazio tra l’83esimo e l’88esimo, Oscarino fu lo juventino più prolifico, nove reti. Damiani è vicino a Claudio Gentile, altro protagonista dell’ultimo scudetto di Pietro. «Un ragazzo d’oro e un giocatore di talento. C’è dell’amaro perché un personaggio del genere, avrebbe meritato di essere ricordato su tutti i campi d’Italia. E’ stato campione d’Europa con la maglia azzurra: trovo vergognoso che non sia stato fatto niente».
Oriali e i nerazzurri
La Figc ha promesso che lo ricorderà a Wembley, in marzo. Ieri ha mandato a Varese lo stendardo (come Inter e Ascoli) e il d.g. Marco Brunelli mentre la Nazionale è rappresentata da Lele Oriali, che ha giocato con
Pietro nell’Inter («Eravamo rimasti molto legati, persona splendida»). Altri nerazzurri stretti intorno a Pietruzzu il portiere Bordon, i difensori Bellugi, Bini e Canuti, il centrocampista Scanziani e l’attaccante Muraro. Non poteva mancare Beppe Marotta che è varesino e vicino di casa della famiglia Anastasi («Con lui c’era un rapporto speciale, avevamo anche lavorato insieme: un attaccante moderno, sarebbe piaciuto agli allenatori di oggi»). Del Varese del mitico presidente Giovanni Borghi, che cedette Anastasi a Gianni Agnelli per 650 milioni di lire, ecco Giorgio Morini (con l’amico milanista Aldo Bet) e Dario Dolci insieme con Borghi jr, Guido. Per la Lega calcio presente Andrea Butti, mentre il presidente Paolo Dal Pino ha fatto sapere: «Il minuto di raccoglimento? Sono appena arrivato, in futuro su temi simili servirà un miglior coordinamento». Ma sarebbe bastato un semplice tweet.