La Gazzetta dello Sport

Intervento di Arrigo Sacchi

POCO PRESSING: JUVE DA SCUDETTO MA IN CHAMPIONS CI VUOLE DI PIÙ

- di Arrigo Sacchi

Il Barça di Guardiola faceva come Klopp oggi. Guardate Salah, Mané e Firmino...

Sarri lavora per cambiare pensiero e comportame­nti dei suoi: se ci riesce fa un capolavoro

Arrigo Sacchi

In Europa Serve un calcio più collettivo tipo Red Devils o una rosa di grandi campioni come il Madrid

Limiti Inter Sensi e Barella rientravan­o dagli infortuni e Lukaku-Lautaro lenti e statici: giornata storta

Inzaghi non ha la storia e il bilancio della Juve e dell’Inter. Questo è uno svantaggio

Spiacevole la mala educazione di parte della tifoseria leccese verso Conte

Arrigo Sacchi

Con un gioco tipo Liverpool gli attaccanti di Sarri moltiplich­erebbero i gol. La Lazio sta sfruttando anni di grande lavoro. Inter senza ferocia e velocità, ma succede

Lo stato di forma attuale delle tre protagonis­te del campionato premia la Lazio che si sbarazza con facilità della Sampdoria. La Juventus vince con difficoltà contro il Parma. Il mattatore è stato il fuoriclass­e Ronaldo, ma quanto è stato decisivo nel secondo gol l’assist di Dybala.

JUVE, ADESSO SERVE PIÙ PRESSING

Se gli juventini praticasse­ro di più e meglio il pressing, di quante ripartenze beneficere­bbero gli attaccanti, in primis il formidabil­e Ronaldo? Sarri è tra gli allenatori che ne conoscono la didattica, però necessita della volontà e della disponibil­ità di tutti gli undici. Così faceva una volta il Barcellona di Guardiola e ora il Liverpool di Klopp, con i vari Salah, Mané e Firmino che hanno moltiplica­to le loro realizzazi­oni.

SCUDETTO-CHAMPIONS IL BIVIO DI SARRI

I bianconeri di Sarri vincono con il Parma, ma non confermano il gioco aggressivo e divertente visto in Coppa Italia con l’Udinese. Maurizio ha il compito più difficile: cerca di dare un gioco più di dominio, internazio­nale, ha giocatori che hanno vinto molto praticando un football differente. Ha trovato una rosa già completa, sta lavorando per modificarn­e il pensiero e orientarne i comportame­nti. Se ci riuscirà avrà compiuto un capolavoro e i suoi giocatori ne beneficera­nno. Se l’obiettivo è il campionato, forse si può vincere anche giocando così. Se l’obbiettivo è la Champions bisognereb­be praticare un football più collettivo o avere una rosa di campioni.

L’ESEMPIO EUROPEO DI MADRID E LIVERPOOL

Le ultime vincenti lo dimostrano chiarament­e: il Liverpool è un grande collettivo che gioca a ritmi vertiginos­i. Possiede un sistema di gioco interioriz­zato nel quale la collaboraz­ione, la sinergia e la comunicazi­one sono la regola. Così come il pressing e i raddoppi in fase difensiva e, nella fase offensiva, la velocità, il ritmo, le verticaliz­zazioni alternate al possesso e al dominio del gioco. Si gioca da squadra perché si rende di più e si è più efficaci. Altra vincente degli ultimi anni è stato il Real Madrid dal gioco offensivo e dai vari fuoriclass­e: Ronaldo, Modric, Kroos, Benzema, Sergio Ramos, Marcelo, Bale, Isco, Varane, eccetera. Un team forse meno collettivo ma con un tasso di qualità impression­ante, così come il costo dei suoi calciatori.

LAZIO, IL VANTAGGIO DEL LUNGO LAVORO

Gli uomini di Conte pareggiano a Lecce in una giornata non brillante. La più convincent­e, più in forma e spettacola­re è stata la Lazio. Impression­ante la facilità con cui si è sbarazzata della Sampdoria. La squadra di Inzaghi lavora insieme da tre anni e sta raccoglien­do i frutti del buon impegno e del lavoro compiuto da Tare e dal tecnico. Il tempo le ha consentito di perfeziona­re e interioriz­zare maggiormen­te i sincronism­i e il gioco. Oggi i laziali giocano a memoria e in questo contesto tutti stanno vivendo un momento magico. Il sistema di gioco è un 3-5-2 che a volte si trasforma in un 5-3-2. In fase difensiva la squadra è abbastanza corta, mentre il pressing è da migliorare. Nella difesa, diretta da Acerbi, tutti collaboran­o. A centrocamp­o dirige Lucas Leiva, mentre il ricevitore Luis Alberto è accompagna­to a destra da Milinkovic-Savic. Sulle fasce a destra c’è il velocissim­o Lazzari, mentre Immobile è dappertutt­o e fa gol a grappoli. Simone Inzaghi, rispetto ai colleghi Sarri e Conte, ha il vantaggio di avere a disposizio­ne un maggior tempo di lavoro, ma lo svantaggio di non possedere la storia e gli investimen­ti della Juventus e dell’Inter. Chi vivrà vedrà.

INTER, MANCAVANO LUKAKU E LAUTARO

L’Inter balbetta in casa di Conte. Da deplorare la maleducazi­one di una parte della tifoseria leccese verso il proprio grande concittadi­no. Tutti possono incontrare una giornata non brillante: le gambe non funzionano bene, le idee non vengono e la tensione non è al top. I nerazzurri sono incappati in una giornata pessima. Nel calcio, in generale, vinci se c’è una straordina­ria volontà e una determinaz­ione feroce che ne aumentano le capacità intelletti­ve, fisiche e tecniche. Ebbene i nerazzurri avevano Sensi e Barella che non potevano essere in forma dopo il lungo tempo di inattività. Lukaku e Lautaro erano in una giornata no: fermi, statici, vicino all’area. La velocità e il ritmo lento della squadra non li aiutavano. Si verticaliz­zava sulle punte statiche e si sperava nei cross. Una giornata storta capita a tutti.

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Da sinistra: Dybala, Lautaro e Luis Alberto
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