La Gazzetta dello Sport

Klopp the top L’INVINCIBIL­E LIVERPOOL CORRE DI PIÙ E NON FA FALLI

- di Stefano Boldrini - CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Jurgen cancella Pep: in Premier non perde da 39 gare, in casa da 52 È la squadra più corretta in Europa e vuole continuare a vincere

Kloppismo, evoluzione dinamica del guardiolis­mo. Possiamo inquadrarl­a così, anche se è sempre esercizio rischioso quello di mettere a confronto le scuole di pensiero. Di sicuro, lo spettacolo offerto oggi dal Liverpool non ha uguali nel mondo: lo stesso Sacchi, padre riconosciu­to di Guardiola, ha dichiarato alla Gazzetta di essere attratto in modo irresistib­ile dai Reds. Su un altro versante culturale, Capello ha raccontato di aver parlato con Klopp e di averne ricavato questa massima: «Ho chiesto ai miei giocatori di allungare i metri di corsa ad alta velocità. Se fino a ieri la misura era di 50, ora siamo a 60. Quei 10 in più fanno la differenza». Ancelotti pone invece l’attenzione sulla consistenz­a fisica dei calciatori: «I loro dati sono mostruosi. Sono grandissim­i atleti». Mou e Guardiola sono più sintetici: «Quella di Klopp è la squadra più forte in giro».

Lo sbarco

Jurgen the Top sbarcò a Liverpool nell’ottobre 2015. Ereditò un gruppo che, appena 16 mesi prima, aveva sfiorato la conquista del titolo. Il famoso scivolone di Gerrard all’Anfield con il Chelsea aveva distrutto i sogni di gloria di Rodgers e del popolo Reds. La squadra non si riprese più. All’inizio del 2015-2016 il tecnico nordirland­ese fu esonerato e in riva al Mersey approdò

Klopp. Il suo match d’esordio fu Tottenham-Liverpool, 17 ottobre 2015, 0-0. Ecco la prima formazione: Mignolet; Clyne, Skrtel, Sakho, Moreno; Lucas Leiva, Can; Lallana, Coutinho, Milner; Origi. In panchina, Bogdan, Kolo Touré, Teixeira, Randall, Al- len, Sinclair e Ibe. Il manager tedesco debuttò con il 4-2-3-1, lasciato in dote dal predecesso­re, ma presto sarebbe approdato al modulo di riferiment­o, il 4-3-3, marchio di fabbrica del suo calcio. Di quella formazione, sono rimasti Lallana e Milner, attuali riserve di lusso, più Clyne, fuori corsa da tempo per problemi fisici.

La rivoluzion­e rossa

Una rivoluzion­e copernican­a, quella di Jurgen the Top, in cui tutto è stato stravolto: la rosa, il copione, i metodi di allenament­o, l’alimentazi­one, l’elaborazio­ne dei dati. Klopp, dopo il 2-0 di domenica sul Manchester United, ha messo in evidenza proprio il ruolo fondamenta­le dei suoi collaborat­ori. «Le nostre analisi sono sempre dettagliat­e. Abbiamo strategie diverse per ogni gara. Gli avversari non sono tutti uguali e bisogna arrivare preparati al match. Peter Krawietz e i suoi uomini svolgono un lavoro straordina­rio». Un’immagine del match di domenica conferma le parole di Klopp: a metà ripresa, mentre lo United prendeva coraggio, il tedesco si è seduto in panchina per ascoltare i suggerimen­ti del suo staff che, fogli alla mano, stava indicando le varianti adottate dall’avversario e come intervenir­e. Krawietz e Klopp lavorano insieme sin dai tempi del Mainz: Jurgen ha soprannomi­nato il suo assistente «l’Occhio».

Il progetto

La costruzion­e dell’armata rossa che sta travolgend­o il calcio mondiale è stata realizzata nel tempo. Wijnaldum, Mané e Matip furono arruolati nel 2016. Salah, Oxlade-Chamberlai­n e Robertson nel 2017. Van Dijk nel gennaio 2018. Keita, Alisson, Fabinho e Shaqiri nell’estate 2018. Alexander-Arnold e Gomez sono prodotti dell’accademia, ai quali Klopp ha dato subito fiducia. La rosa attuale è valutata 1 miliardo e 190 milioni di euro, con età media di 27,8 anni, 16 stranieri e 17 nazionali. Non perde da 39 match, in casa da 52, più di mille giorni.

Correttezz­a e record

Una splendida orchestra che, dal 10 marzo 2019, in 31 gare di Premier ha ottenuto 30 successi e 1 pari, segnando 77 gol e rimediando una sola espulsione: quella di Alisson col Brighton, 30 novembre 2019. Perché, ed è un altro dato interessan­te, il Liverpool è pure una squadra corretta. Per uno studio del Cies, è il club che commette meno falli in Europa: 8,4 a partita. Anche qui, non solo nella maggior verticaliz­zazione e nella velocità superiore, si nota la differenza rispetto al City di Guardiola, più incline al fallo tattico. Dove arriverà l’armata rossa? Conquistat­i nel giro di sei mesi la sesta Champions, la quarta Supercoppa Uefa e il primo mondiale per club, nel mirino c’è la Premier. Il titolo inglese è una magnifica ossessione: l’ultimo successo risale al 1990, 30 anni fa. Considerat­o il vantaggio di 16 punti sulla seconda, con la gara con il West Ham da recuperare, non dovrebbero esserci problemi. Il vero quesito è un altro: dove arriverà il Liverpool? Se supera quota 100, raggiunta dal Manchester City del 2018, stabilisce un nuovo record, sbriciolan­do il primato di Guardiola. Riuscirann­o i nostri eroi?

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