Energia Boban
«ZLATAN SI È PRESO UN GRANDE RISCHIO LO RINGRAZIEREMO DERBY PARTICOLARE»
Il gruppo «Si è inserito in squadra con un’umiltà particolare»
La svolta tattica «Abbiamo cambiato modulo, ora siamo cresciuti»
Il Cfo rossonero: «Ibrahimovic fuoriclasse puro, ha capito l’atmosfera dello spogliatoio, quello che fa è tutto in più. Credo domenica ci sarà, voleva esserci già contro il Verona»
Ci sono abbracci e abbracci. Ci sono quelli di circostanza, di compiacenza, di convenienza. E poi ci sono quelli veri. Veri come possono esserlo fra due persone che hanno fatto insieme un percorso altamente emozionale e vincente. E allora Zvonimir Boban e Adriano Galliani prima si abbracciano a lungo, poi si lanciano dichiarazioni di stima. L’occasione è data dal «Premio amico dei bambini... Un esempio per loro», organizzato ieri sera a Palazzo Reale dall’Aldini Bariviera, e l’ex a.d. rossonero di fronte a una platea composta anche da tanti piccoli calciatori usa proprio Zvone come esempio: «Per diventare grandi calciatori occorre essere anche grandi persone. Ecco, Boban quando è arrivato, oltre a essere uno che giocava benino a pallone - ride -, aveva, e ha, tutte le caratteristiche del grande uomo». «Galliani è troppo forte», replica Zorro.
Fuoriclasse
E’ un bel pezzo di Milan da vedere, anche se stavolta la settimana dei due sarà molto diversa. L’attesa del derby sarà per forza di cose differente per Galliani, che lo vivrà soltanto da tifoso, mentre Boban è uno dei capisaldi dell’ennesimo nuovo progetto rossonero. Un caposaldo tecnicamente chiamato Chief Football Officer, cosa che lo induce a esclamare: «Questi inglesismi mi innervosiscono. Per esempio, a me il top player piace chiamarlo fuoriclasse». A Zvone peraltro è stato consegnato un italianissimo «Premio Direttore Sportivo» (Galliani invece, così come Dida, ha ricevuto quello alla carriera), e l’argomento fuoriclasse finisce per calamitare l’attenzione: «Il campione è quello che durante una partita riesce a determinare e a fare ciò che serve alla squadra. Io? Non sempre ci riuscivo, anche se qualche spunto l’ho avuto. I fuoriclasse sono quelli come Baresi, Maldini, Van Basten, Gullit. Loro avevano qualcosa più di me». Altra epoca, altre figurine, anche se questo Milan ora in rosa ha accolto qualcuno dal nome pesante. «Ibrahimovic è un fuoriclasse puro - scandisce Boban -. Ha una personalità particolare, una professionalità particolare ed è entrato nello spogliatoio con un’umiltà particolare. Dico questo perché conosco il personaggio e la sua forza d urto. Non era facile, ma ha trovato la maniera perfetta di capire l’atmosfera dentro lo spogliatoio e la delicatezza del momento».
Impatto
Non che ce ne fosse bisogno, ma le parole di Zvone sono l’ennesima conferma che a Milanello, oltre a gente che la butti in porta, occorrono anche profili capaci di incidere sulla testa prima delle gambe. E così Zorro assicura: «Ringrazieremo Zlatan tutta la vita perché venendo da noi aveva tutto da rischiare. Tutto quel che farà ancora sarà in più, perché ha già fatto abbastanza». Ieri lo svedese si è allenato a parte, trasmettendo una certa ansia ai tifosi, ma Zvone tranquillizza: «Credo che nel derby ci sarà, voleva già esserci col Verona. Il suo impatto è già stato determinante». Lunga vita allora a Z e alle sue qualità di trascinatore totale, anche se occorre vedere se domenica sera basteranno per portare a casa il derby. «Sarà un derby particolare, ma d’altra parte la partita successiva conta sempre più della precedente. Noi abbiamo cambiato modulo ma non bisogna esserne ossessionati. Quello che ti definisce tanto è stare a tre o a quattro dietro, il resto dipende dalle qualità dei giocatori. Il Milan non è ancora del tutto definito, ma è cresciuto». Alti e bassi che mutano da una settimana all’altra, e occorrerà vedere su quale faccia della luna camminerà il Diavolo domenica sera. Per il momento, è ancora il tempo degli abbracci.
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