La Gazzetta dello Sport

Addio a Sarti, terzino della Juve di Charles e Sivori

Lo chiamavano Boccolo d’Oro, conquistò tre scudetti in maglia bianconera negli Anni 50 e 60

- Di Andrea Schianchi

Nella mitica Juventus di Boniperti, Charles e Sivori era un gregario, un umile portatore di borracce di cui però i tre idoli non potevano fare a meno. Benito Sarti, scomparso ieri a 83 anni, faceva il terzino e, se c’era bisogno, pure il centromedi­ano in quella squadra di fenomeni. Fine anni Cinquanta e primi anni Sessanta, l’Italia che vive il miracolo economico e comincia a viaggiare in automobile, e la Juve che incanta. Lui si è fatto le ossa nel Padova di Nereo Rocco e dal Paron ha imparato il mestiere, poi è stato venduto alla Sampdoria e quindi il grande salto in bianconero. Era l’estate del 1959. Il giovane Benito corse ad annunciare il trasferime­nto nella bottega del padre che faceva l’ortolano e questi, in lacrime per la felicità ma con i piedi ben piantati per terra, lo guardò e gli disse: «Adesso non montarti la testa, devi ancora dimostrare chi sei e quanto vali». La Juve, si scrisse all’epoca, lo pagò 80 milioni di lire.

Nazionale

Sarti era già nel giro della Nazionale, tanto che aveva debuttato in azzurro contro la Francia nel novembre del 1958, e non tardò a trovare un posto fisso anche nella Juventus dei fuoriclass­e. Rimase in bianconero fino al 1968, conquistò 3 scudetti, 3 coppe Italia e 1 Coppa delle Alpi. In tutto, 252 presenze e un gol, realizzato in trasferta contro l’Atalanta: una sventola da fuori area. Non partecipò alla spedizione dell’Italia al Mondiali in Cile nel 1962 (sei le sue presenze in azzurro) e proprio nel novembre di quell’anno s’infortunio gravemente al ginocchio sinistro: operazione al menisco e due mesi di stop.

Boccolo d’oro

Così lo descrisse Angelo Caroli, prima giocatore della Juve e poi «penna» della Stampa: «Anima semplice e grande terzino. Lo chiamavamo Boccolo D’oro per via dell’uso maniacale che faceva del fon per increspare la testa bionda di riccioli. Difensore naturale, cresciuto a Padova dove, adolescent­e, scopre l’arte italiana di piegare la schiena sotto il peso di una cinghia di canapa per trainare un carretto pieno zeppo di frutta e ortaggi». Sarti era in campo nella famosa partita del 1961 in cui la Juve vinse 9-1 contro la Primavera dell’Inter (quella dei sei gol di Sivori e della prima rete di Sandro Mazzola) e faceva parte della squadra di Heriberto Herrera che soffiò, sempre all’Inter, lo scudetto del 1967. E che vide protagonis­ta il suo omonimo portiere dell’Inter Giuliano Sarti autore di una “papera” che consegnò il tricolore ai bianconeri.

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 ?? CIEMME ?? Terzino Benito Sarti, nato il 23/01/36, alla Juve dal ‘59 al ‘68
CIEMME Terzino Benito Sarti, nato il 23/01/36, alla Juve dal ‘59 al ‘68

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