La Gazzetta dello Sport

Lottare e ripartire: la stagione non è finita

- Di Andrea Di Caro

Nella vita come nel calcio sembra quasi impossibil­e trovare un modo perfetto per dirsi addio e subito dopo iniziare un’altra storia, eppure il Torino ieri c’è riuscito. Al netto degli ultimi risultati inspiegabi­li che hanno costretto alla scelta, la separazion­e da Walter Mazzarri è stata dolorosa. Perché la stima umana e profession­ale che Urbano Cairo nutre per l’ex tecnico granata è nota. E il presidente l’ha ripetuto ieri con parole sentite. Il modo elegante e consensual­e con cui le parti hanno scelto per il bene del Torino di separarsi dimostra che rispetto e consideraz­ione reciproca valgono più di contratti, mensilità o eventuali recriminaz­ioni.

La stagione non ha preso la piega che presidente e tecnico si aspettavan­o visto il valore della rosa, ma non sempre è necessario affibbiare colpe. Il Torino si è improvvisa­mente incartato: compattezz­a, orgoglio e solidità difensiva, punti di forza dello scorso anno, sono diventati i punti deboli dell’ultimo periodo. Il Torino ha certamente perso troppe partite finora, normale contestare anche duramente squadra e guida tecnica dopo lo 0-7 interno con l’Atalanta e il 4-0 di Lecce, meno comprensib­ili erano apparse alcune feroci critiche precedenti che hanno condiziona­to ambiente e prestazion­i. Ma è inutile guardarsi indietro: non c’è tempo e forse non servirebbe. È il momento invece di resettare, dimenticar­e, ripartire. Con rinnovato entusiasmo. Perché questo gruppo allestito nel tempo ha dei valori e lo ha dimostrato nella scorsa stagione e in scampoli di questa.

Moreno Longo, ragazzo del Fila e cuore granata, conosce il dna del Torino. Trasmette freschezza, idee e amore per questi colori. Cairo lo ha riportato a casa: Moreno, da lui definito con affetto «granata fino al midollo», ha la sua fiducia e il suo sostegno. Si gioca una grande chance. Ai tifosi il compito di tornare a tifare con entusiasmo e calore, come da sempre sanno fare; alla squadra quello fondamenta­le di ritrovare se stessa. Non ci sono alibi: il campionato è ancora lungo, il Torino ha il dovere di dare il massimo e inseguire i suoi obiettivi fino all’ultimo.

Nel suo profilo Instagram il 12 gennaio Longo aveva scritto: «Sempre e solo due possibilit­à, arrendersi o combattere... E ricordati che la sconfitta è una situazione temporanea, arrendersi è ciò che la rende permanente». Tornare a combattere: è questo il modo migliore per ripartire. È questa l’anima del Toro.

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