La Gazzetta dello Sport

Il tecnico ha idee chiare «Voglio vedere la garra Fa parte del nostro dna»

«In questi giorni eviterò di trasmetter­e troppe cose ai giocatori, però mi aspetto una grande disponibil­ità»

- Di Mario Pagliara - INVIATO A TORINO

Asentirlo parlare, si ha la sensazione di rileggere l’abbecedari­o dell’essere granata. In quel viaggio fatto di parole e sentimenti che parte dal Filadelfia e finisce dritto al cuore, richiamand­osi alla «garra» del Toro, evidenzian­do un senso di appartenen­za grande così. La testa e lo stomaco, la storia con un pensiero fisso a ciò che dovrà cambiare e che potrà diventare, il desiderio di ritrovarsi intorno il calore della gente del Toro: sono i concetti chiave di Moreno Longo nel suo primo giorno da allenatore granata. Quelle parole prima srotolate ai cronisti verso le 15.30, un paio d’ore dopo ripetute nel suo primo incontro con i giocatori, accompagna­to dal presidente Urbano Cairo. Quando è entrato negli spogliatoi del Filadelfia gli sarà venuto sicurament­e un colpo al cuore… «Le emozioni e i sentimenti sono tantissimi, ma ho il dovere di restare lucido e concreto, perché ci sono tantissime cose da fare. Il mio passato mi dà un senso di appartenen­za maggiore per raggiunger­e i nostri obiettivi».

Testa prepondera­nte

A Longo, «Mr Futuro», è stato affidato il compito di far riscoccare la scintilla, lui che già dal primo giorno sembra un treno in corsa di entusiasmo e determinaz­ione. Ieri alle 9 era a Frosinone per firmare la rescission­e con il suo vecchio club, alle 13 è salito sull’aereo che da Roma lo ha riportato a Torino, poi la presentazi­one fresco di ufficialit­à e il primo allenament­o. «Torno in una piazza a cui ho dato molto e da cui ho ricevuto altrettant­o. Mi è stata offerta un’opportunit­à che ho colto senza esitare, sento e percepisco la possibilit­à di poter fare un ottimo lavoro», comincia così Longo. E a chi gli chiede quali saranno le sue priorità, risponde quasi di getto: «Abbiamo solo quattro giorni prima di una partita importante, la priorità sarà lavorare sull’aspetto mentale. E’ prepondera­nte. Quando si subentra bisogna avere il dono della sintesi, in quattro giorni non si può riempire la testa dei giocatori di troppi concetti, ma iniziare a mettere quelli che sono più importanti».

Garra da Toro

Il suo primo obiettivo sarà «avere la forza di iniziare a pensare in maniera diversa. Significa pensare positivo, approcciar­e con grande coraggio ed autostima. Questa squadra ha il dovere di dimostrare le qualità che possiede». Punto 2: «Bisogna sgombrare il campo dal pessimismo e far leva sui valori di questo gruppo affinché velocement­e ogni giocatore torni sui propri livelli». Vuole provare a fondere ragione e sentimenti, ricostruir­e la testa e insieme infondere orgoglio. «La prima cosa è cercare di offrire già da sabato una prestazion­e caparbia, con la garra tipica del Toro come il Toro deve sempre fare. Il mio primo compito è riaccender­e il cuore e lo stomaco dei giocatori. In questo periodo è venuto meno un atteggiame­nto di reazione. Dovrò essere io capace di trovare velocement­e la chiave per riaccender­e il cuore dei miei giocatori affinché le ultime prestazion­i non accadano più».

Come giocherà?

Ha firmato fino al 30 giugno, «Non era giusto in questo momento spingerci oltre, la priorità è il presente. A giugno affrontere­mo il discorso su un eventuale prolungame­nto in base a quello che ci scambierem­o in questi mesi di lavoro». Senza stravolgim­enti, almeno nell’immediato: «Sono un allenatore che pensa che siano le caratteris­tiche dei giocatori a determinar­e alcune scelte. Il Toro di oggi è adatto per giocare con la difesa a tre, perché è stato costruito così, poi non mancherann­o le occasioni di passare a 4 abbassando De Silvestri, Ansaldi e Aina». Parlando di moduli, due le ipotesi più calde in questa fase conoscitiv­a. La prima è il 3-4-3 con Verdi e Berenguer attaccanti esterni. «Verdi è un giocatore di grandissim­e potenziali­tà, credo che possa rendere meglio partendo più defilato sull’esterno per poi accentrars­i». La seconda è il 3-4-1-2 con la coppia Zaza-Belotti: «Entrambi esprimono un grandissim­o livello, possono giocare anche in coppia. Mi aspetto una grandissim­a disponibil­ità».

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