Riecco Saponara
A Lecce per la riscoperta dell’arte del trequartista
Al Genoa era sparito dai radar, ma alla prima in giallorosso ha subito servito un assist e dato segnali ai fantallenatori
Una colazione per innamorarsi: «Pasticciotti for life». E 90 minuti per far innamorare Lecce di lui. Dolce tipico, foto su Instagram e assist all’esordio per Deiola, dopo 91 giorni di buio. Non giocava dal 3 novembre 2019, Genoa-Udinese 1-3, domenica è rientrato alla grande come lui sa fare. Saponara è così, arriva in un posto ed è subito casa. Battezza uno stadio e son subito applausi. Come con l’Empoli di Sarri, il miglior Ricky di sempre. Un grazie alla trequarti e l’altro al suo lavoro mentale: «La sera, prima di dormire, visualizzavo ciò che avrei voluto fare in campo». Sei mesi al top nel 2015 con 7 reti e 2 assist, gioia e sorrisi dopo l’asta di riparazione. Silenzio, preso.
L’oasi di Empoli
Empoli è stata il suo rifugio, Valdifiori uno dei suoi migliori amici: quando arrivò al Castellani lo ospitò da lui, ma il giorno in cui Ricky si beccò la varicella se ne andò dai genitori, lasciandogli le chiavi. «Resta, così guarisci bene». Amicizia e talento, quel guizzo da trequartista che c’è sempre stato, notato dagli osservatori con un po’ di fortuna, e per una gomma forata all’improvviso. Saponara aveva 16 anni, doveva partecipare a un provino, ma al suo scopritore scoppiò una gomma in autostrada e lo aiutò un amico: «Se non fosse stato per lui non avrei fatto il calciatore». Magari avrebbe optato per il basket: «Dagli 8 ai 12 anni facevo tre allenamenti a calcio e due sul parquet, poi ho dovuto scegliere». E scelse bene. Quando si accende è una scarica di bonus, gol, applausi, wow. Come il gol di tacco contro la Lazio all’ultimo minuto, in maglia Samp: «L’emozione più grande mai provata ». Come i 3 gol al Milan in carriera, inseguendo il suo lampo preferito: «La mia rete ideale sono io che parto da centrocampo e scarto tutti». Magari potrebbe farlo a Lecce, cambiare maglia a gennaio porta bene: prima di trasferirsi a Empoli, nel 2015, aveva giocato soltanto una gara contro il Milan. Quest’anno, a Genova, solo 4 partite e tante tribune. Chissà come finirà.
Fiducia e bonus
A Saponara serve l’ambiente giusto: «È un fuoriclasse destinato a palcoscenici importanti», diceva Maurizio Sarri. Oggi tocca a Liverani rigenerarlo: «Gli serve solo fiducia». O un modulo ad hoc costruito su di lui, il 4-3-1-2, alla prima uscita ha subito incantato. Vuole tornare quello di Empoli, 14 reti in 68 partite in Serie A, consacrarsi dopo anni negativi. Al Milan come impotente. In chiaroscuro tra Samp e Fiorentina, dove resta scioccato dalla morte di Astori. Il suo ricordo resta un colpo al cuore: «Mio capitano, esci da quella maledetta stanza. Ti aspettiamo». Da quel giorno gioca anche per lui, adesso è pronto per un altro lampo. Lecce non aspetta altro.
TEMPO DI LETTURA 2’18”