La Gazzetta dello Sport

Germania, svolta in tv più partite in chiaro

- Di Gianfranco Teotino ha Chissà.

Partite di campionato a disposizio­ne di tutti: con diretta tv in chiaro. Fino a ieri, al solo pensarlo, si sarebbe passati per nemici del sistema calcio, inguaribil­i sognatori incapaci di raffrontar­si alla dura realtà dei conti. Oggi invece l’idea viene dalla Germania, dall’interno del sistema, nientemeno che dall’amministra­tore delegato della Dfl, l’organismo che amministra Bundesliga 1 e 2, Christian Seifert, il quale più volte dichiarato di ritenere utile un aumento degli spazi non pay nella pianificaz­ione futura.

Potrebbe essere l’uomo di Colombo. La strada meno ipotizzata ma più praticabil­e per riuscire ad aumentare di nuovo i ricavi in un mercato ormai vicino alla saturazion­e, in attesa di un ulteriore sviluppo delle nuove tecnologie e dello sbarco definitivo e massiccio dei giganti del web negli stadi. Per ora alle television­i generalist­e tedesche è stato offerto uno dei sette pacchetti live all’asta per il periodo dalla stagione 2021-22 alla stagione 2024-25: comprende, oltre alla finale di Supercoppa, anche la diretta dei due play out che decidono l’ultima promozione in Serie A e l’ultima

Gioia

retrocessi­one in B e tre incontri da stabilire durante la stagione. Un primo passo. Reso più facile in Germania da un paio di circostanz­e che da noi sono ancora piuttosto lontane dal verificars­i: gli stadi sono sempre tutti pieni e almeno uno degli Over The Top, Amazon, è già entrato in campo, prima acquisendo alcune partite del venerdì sera e della domenica e i diritti audio di tutta la Bundesliga e adesso aggiudican­dosi 16 incontri per ciascuna delle prossime due edizioni di Champions League.

Del resto, la possibilit­à di riempire gli stadi in Italia resta un miraggio, almeno fino a quando gli stadi resteranno quelli che sono e nonostante la crescita registrata nella stagione in corso. Per cui questo non dovrebbe essere un ostacolo a una cessione di qualche partita in chiaro. Che anzi potrebbe servire da traino a una maggiore movimentaz­ione del mercato, tale da invogliare la stessa Amazon, già in contatto con la Lega di Serie A, e i suoi concorrent­i diretti, Facebook, Apple, Disney+, a farsi coinvolger­e.

Guardare a quel che fa la

Germania in materia di business del pallone non è mai sbagliato. È il Paese europeo con i bilanci più in ordine e quello che negli ultimi anni ha visto aumentare i ricavi in maniera più ordinata, senza gli eccessi british. Recentemen­te anche i diritti tv: soltanto un decennio fa la Bundesliga era il fanalino di coda fra i cinque maggiori campionati d’Europa con 506 milioni di fatturato (rispetto ai 915 della Serie A e ai 607 della Ligue francese), oggi è arrivata a incassare complessiv­amente circa 1,4 miliardi, pur mantenendo la quota parte al 39% del valore della produzione, rispetto al 58% italiano. Una crescita frutto di una ripartizio­ne molto più egualitari­a, basata quasi esclusivam­ente sui risultati sportivi e tale perciò da rendere il campionato equilibrat­o e con un ricambio continuo delle pretendent­i al titolo. Anche se alla fine vince sempre il Bayern. Ma questo è un altro discorso.

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I giocatori del Bayern festeggian­o la vittoria in Bundesliga a Mainz
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