Germania, svolta in tv più partite in chiaro
Partite di campionato a disposizione di tutti: con diretta tv in chiaro. Fino a ieri, al solo pensarlo, si sarebbe passati per nemici del sistema calcio, inguaribili sognatori incapaci di raffrontarsi alla dura realtà dei conti. Oggi invece l’idea viene dalla Germania, dall’interno del sistema, nientemeno che dall’amministratore delegato della Dfl, l’organismo che amministra Bundesliga 1 e 2, Christian Seifert, il quale più volte dichiarato di ritenere utile un aumento degli spazi non pay nella pianificazione futura.
Potrebbe essere l’uomo di Colombo. La strada meno ipotizzata ma più praticabile per riuscire ad aumentare di nuovo i ricavi in un mercato ormai vicino alla saturazione, in attesa di un ulteriore sviluppo delle nuove tecnologie e dello sbarco definitivo e massiccio dei giganti del web negli stadi. Per ora alle televisioni generaliste tedesche è stato offerto uno dei sette pacchetti live all’asta per il periodo dalla stagione 2021-22 alla stagione 2024-25: comprende, oltre alla finale di Supercoppa, anche la diretta dei due play out che decidono l’ultima promozione in Serie A e l’ultima
Gioia
retrocessione in B e tre incontri da stabilire durante la stagione. Un primo passo. Reso più facile in Germania da un paio di circostanze che da noi sono ancora piuttosto lontane dal verificarsi: gli stadi sono sempre tutti pieni e almeno uno degli Over The Top, Amazon, è già entrato in campo, prima acquisendo alcune partite del venerdì sera e della domenica e i diritti audio di tutta la Bundesliga e adesso aggiudicandosi 16 incontri per ciascuna delle prossime due edizioni di Champions League.
Del resto, la possibilità di riempire gli stadi in Italia resta un miraggio, almeno fino a quando gli stadi resteranno quelli che sono e nonostante la crescita registrata nella stagione in corso. Per cui questo non dovrebbe essere un ostacolo a una cessione di qualche partita in chiaro. Che anzi potrebbe servire da traino a una maggiore movimentazione del mercato, tale da invogliare la stessa Amazon, già in contatto con la Lega di Serie A, e i suoi concorrenti diretti, Facebook, Apple, Disney+, a farsi coinvolgere.
Guardare a quel che fa la
Germania in materia di business del pallone non è mai sbagliato. È il Paese europeo con i bilanci più in ordine e quello che negli ultimi anni ha visto aumentare i ricavi in maniera più ordinata, senza gli eccessi british. Recentemente anche i diritti tv: soltanto un decennio fa la Bundesliga era il fanalino di coda fra i cinque maggiori campionati d’Europa con 506 milioni di fatturato (rispetto ai 915 della Serie A e ai 607 della Ligue francese), oggi è arrivata a incassare complessivamente circa 1,4 miliardi, pur mantenendo la quota parte al 39% del valore della produzione, rispetto al 58% italiano. Una crescita frutto di una ripartizione molto più egualitaria, basata quasi esclusivamente sui risultati sportivi e tale perciò da rendere il campionato equilibrato e con un ricambio continuo delle pretendenti al titolo. Anche se alla fine vince sempre il Bayern. Ma questo è un altro discorso.