La Gazzetta dello Sport

I suoi gol rimasti a Perugia sono un’arma in più per la A

I precedenti di Lapadula, Pazzini, Caputo e Donnarumma La squadra col capocannon­iere conquista la promozione

- di Marco Calabresi

Durante il pomeriggio del 31 gennaio, c’è stato un momento in cui Pietro Iemmello ci ha pensato. Vado? Resto? Il Pescara, per un mese, aveva cercato un attaccante del Perugia, ma non lui. Era Federico Melchiorri, ma la società aveva fatto muro, respingend­o ogni offerta o inseriment­o di giocatori nella trattativa. Poi, però, il presidente Daniele Sebastiani ha girato il mirino: «300 mila euro cash, più 300mila di bonus e il 10% sull’eventuale plusvalenz­a in caso di riscatto». Tanti soldi, in un mercato dove scarseggia­no. Ma perdere Iemmello (cercato anche dal Parma), per il Perugia, poteva significar­e perdere il capocannon­iere del campionato. E i numeri dicono che chi ha il capocannon­iere va in Serie A. E’ successo nel 2016 con Lapadula (a Pescara), nel 2017 con Pazzini (a Verona), nel 2018 con Caputo (a Empoli) e l’anno scorso con Donnarumma a Brescia. A Perugia

hanno passato un pomeriggio di attesa, ma al gong tutti contenti nel proseguire il percorso iniziato con Oddo e che sta proseguend­o con Cosmi.

Doppiette

Serse si è presentato nello spogliatoi­o del Curi e, prima di portare tutti all’antistadio ad allenarsi, ha fatto un discorso chiaro e coerente con il suo carattere. «Per me siete tutti uguali e nessuno ha il posto assicurato», il senso delle parole di Cosmi. Iemmello aveva già dimostrato tanto, segnando 15 gol nell’andata, ma in panchina c’era un altro allenatore. E re Pietro è pure partito in ritardo, vista la squalifica di due giornate per l’espulsione contro il Venezia. Alla voglia di riscatto di Falcinelli, a quella di sentirsi ancora importante di Melchiorri (che ieri ha rinnovato fino al 2022), Iemmello ha però risposto con i soliti gol. E che siano arrivati su rigore, poco importa: altra doppietta dal dischetto a Castellamm­are, dopo quelle contro Chievo e Frosinone, e dopo quella contro il Pescara, con un gol da 11 metri e uno su azione. «Sono un giocatore del Perugia - ha spiegato dopo la vittoria del Menti -. Sono contento di essere rimasto e penso di averlo dimostrato».

Caccia al record

E’ la prima volta che Iemmello va in doppia cifra in Serie B: un paradosso, per uno che per due volte ha con i suoi gol regalato vittorie a San Siro a Sassuolo (contro l’Inter) e Benevento (contro il Milan). Le stagioni migliori le aveva vissute a Foggia, in C: in quella Foggia dove lo avevano riaccolto a braccia aperte, poi contestato fino a bruciargli l’automobile, prima di condivider­e le lacrime per la retrocessi­one nonostante il gol al Bentegodi con il Verona. Dopo Foggia (29 gol nella stagione 2015-16), cinque reti con il Sassuolo, due con il Benevento e altre 7 con il Foggia che, sommate, non fanno le 17 segnate finora contro il Perugia (gliene mancano sei per raggiunger­e Fabrizio Ravanelli e Giampiero Clemente, che in un anno con il Grifo ne hanno realizzati 23). Per migliorars­i ancora, arriva la partita contro l’unica squadra della sua carriera con cui Iemmello non ha segnato in campionato (ma solo in Coppa Italia): lo Spezia, punito all’andata da un gol nei minuti finali sotto la curva Ferrovia, in risposta ai fischi dei tifosi bianconeri. Quel giorno, Pietro partì dalla panchina e non la prese bene: «Il titolo di capocannon­iere? Certo che ci punto - disse -. Se me lo permettono». Pare di sì.

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LAPRESSE 17 gol Pietro Iemmello, 27 anni, comanda in B

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